Kubi maior Euro cessat

Contini è la spalla ideale per Murat Yakin

Grazie alla sua esperienza, Giorgio è apprezzato e gode di parecchia credibilità - L'Inghilterra non ha convinto, per quanto visto finora la Svizzera non è inferiore
Kubilay Türkyilmaz
Kubilay Türkyilmaz
02.07.2024 06:00

Ogni volta che la Svizzera incrocia l’Inghilterra, qualcuno apre l’album dei ricordi e mi chiede del rigore segnato a Wembley contro David Seaman, l’8 giugno del 1996, valso l’1-1 all’esordio di quell’Europeo. Ci penso spesso e ne parlo volentieri. Racconto sempre che in campo, quando l’arbitro decretò la massima punizione, nessuno dei miei compagni se la sentiva di tirare. Così presi la palla, andai sul dischetto e mirai all’angolino basso, alla sinistra del portiere. Se guardo la selezione rossocrociata attuale, posso immaginare uno scenario diverso. Oggi, per tirare quel rigore, ci sarebbe la fila. La squadra di Yakin, infatti, è composta da personalità forti. La dimensione raggiunta dalla Svizzera è tale da poterla considerare una grande squadra. Ad emergere, più di tutto, sono la fiducia e lo spirito di gruppo. Ogni tassello è al posto giusto. Alcuni senatori hanno fatto un passo indietro, lasciando spazio ai giovani. È caduto un muro. Lo si capisce anche dalle dichiarazioni di Granit Xhaka, improntate al dialogo, all’unità di intenti. Il capitano non ragiona più da primadonna, si mette al servizio degli altri, pensa soltanto al bene comune.

Tra gli artefici di questa svolta, c’è anche Giorgio Contini. L’assistente di Yakin svolge un grande lavoro sul campo, permettendo al ct di dedicare più tempo alla cura dei dettagli, ai puntini sulle «i» e alle relazioni con i giocatori. Aspetti in cui Murat è molto bravo. In Contini, il nostro tecnico ha trovato una spalla ideale, una persona di fiducia, che conosce bene, con la quale può confidarsi serenamente. Anche i giocatori hanno un grande rispetto verso il nuovo vice. Giorgio è stato un buon giocatore, nonché un allenatore apprezzato ovunque è andato. Gode di tanta credibilità e il suo messaggio passa perfettamente.

Detto questo, restiamo con i piedi per terra. Contro l’Italia ho visto una Svizzera molto solida e consapevole, ma mi è sembrato tutto un po’ troppo facile. Come se fosse un’amichevole di preparazione ai quarti di finale, giocata contro un avversario passivo, mai aggressivo. Non abbiamo neanche dovuto spendere un cartellino giallo... I rossocrociati erano sempre primi nei contrasti e godevano di grandi spazi. L’Inghilterra non mi ha incantato, contro la Slovacchia l’ho vista lenta, stanca, con poche idee e poca iniziativa. Ma un eurogol come quello di Bellingham allo scadere ha cambiato le dinamiche. Quella di sabato prossimo a Düsseldorf sarà dunque una partita interessantissima. Sono curioso di vedere chi prenderà in mano il pallino del gioco. Non siamo inferiori, abbiamo le qualità per giocarcela e la difesa inglese – pur subendo poche reti – ogni tanto pasticcia. Sarà prezioso il rientro di Silvan Widmer, anche se questo porterà all’esclusione di un bravo giocatore. Difficile rinunciare a Ndoye o al Vargas visto contro l’Italia. Rieder ha fatto benissimo, ma il sacrificato potrebbe essere lui.

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