Da Silva: «Contro il Lucerna dobbiamo essere lucidi, mentre il Bienne non andrà sottovalutato»
Prima c’è stata la partita di Conference League, poi il campionato si è ripreso il suo spazio e, infine, è stata la volta della Coppa Svizzera. Gli impegni più recenti del Lugano, gli ultimi tre, sono una buona cartina di tornasole della stagione dei bianconeri. La girandola delle varie competizioni, insomma, non si esaurisce mai e la compagine guidata da Mattia Croci-Torti domani sera è chiamata a una nuova corsa - questa volta in Super League - contro il Lucerna.
Voglia di rivincita
In casa dei quinti della classe, i bianconeri proveranno a vendicare la sconfitta patita a Cornaredo in agosto, quando gli uomini di Mario Frick si imposero per 2-3 infliggendo al Lugano la prima sconfitta stagionale in Super League, un k.o. che, tra l’altro, resta per ora anche l’unico patito dai bianconeri tra le mura amiche. Infatti, è proprio sul rendimento casalingo - che non ha eguali in terra elvetica - che è stato costruito il secondo posto attuale, tanto che dei 28 punti conquistati, ben 19 sono giunti in Ticino. Il ruolino di marcia in trasferta, invece, è assai differente e i punti racimolati - nel corso delle 8 partite sin qui disputate - sono stati solamente 9. In quel di Berna, così come poi è accaduto anche a Ginevra, il Lugano è restato a bocca asciutta. Che fare, dunque, per provare a invertire la tendenza e porre fine a questa striscia negativa?
Di questo, e tanto altro, abbiamo discusso con il direttore sportivo Carlos Da Silva, ben consapevole che l’impegno di domani sarà di quelli complicati. «Lucerna è una piazza calda e contro di loro spesso ci sono stati duelli particolarmente equilibrati. Stanno vivendo un momento positivo e ritengo che, in generale, possano vantare di una buona rosa. Loro, poi, hanno due punti di forza non indifferenti: sovente riescono ad imporsi grazie alle proprie qualità fisiche e, sotto gli impulsi di Frick, sono molto bravi a cavalcare l’onda delle emozioni».
Due aspetti che - in occasione del precedente stagionale - erano costati la partita a un Lugano per due volte in vantaggio ma punito poi da un’incertezza di Saipi e dalla doppietta di Klidje, decisivo sugli sviluppi di un calcio d’angolo. «Sì è vero - conferma Da Silva - una palla ferma si rivelò fatale e sul piano emozionale possiamo ancora migliorare. Domani sera dovremo presentarci alla swissporarena convinti del nostro piano di gioco e dovremo essere bravi a mantenere una buona dose di lucidità e concentrazione nelle situazioni delicate in cui ci troveremo. Vogliamo tornare da Lucerna con la posta piena».
«Meno alibi possibili»
L’augurio, quindi, è di non replicare la brutta prestazione inscenata allo Stade de Genève, dove il massiccio turnover non aveva dato i suoi frutti. «Abbiamo il dovere di imparare dai nostri errori e dalle sconfitte. In questo senso - guardando ai risultati che abbiamo ottenuto e a quella che è stata la gestione dei nostri giocatori - abbiamo già fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso. Anche se questo non è un ritmo facilmente sostenibile, la squadra si è abituata ad essere costantemente messa alla prova. Ogni tanto, soffriamo ancora gli impegni così ravvicinati ma avverto meno quella sorta di insofferenza che serpeggiava lo scorso anno quando avevamo poco tempo per recuperare le energie. Per certi versi, ciò veniva percepito un po’ come una scusa».
Inoltre, per andare incontro alle esigenze della squadra, la società – malgrado ciò comporti dei costi straordinari – ha dimostrato di essere disposta a soggiornare maggiormente lontano da casa, in modo tale da ridurre il numero dei viaggi. «Stiamo facendo di tutto per avere meno alibi possibili. I giocatori, dal canto loro, sono consci dei nostri sforzi e ci stanno ripagando in termini di prestazioni sul campo: i risultati finora sono stati abbastanza buoni, siamo soddisfatti».
«Peccato giocare a Bienne»
A proposito di soddisfazione, l’esito riservato dalle urne per il prossimo turno di Coppa Svizzera è stato accolto in maniera positiva dal direttore sportivo bianconero. «C’erano di sicuro avversari sulla carta più temibili, perciò prendiamo ben volentieri l’accoppiamento con il Bienne, tuttavia, mi dispiace che ancora una volta non scenderemo in campo di fronte al nostro pubblico. È da più di due anni, dal 9 novembre 2022, che non disputiamo una partita di Coppa Svizzera a Cornaredo e - considerando quanto è sentita questa manifestazione dalle nostre parti - è un gran peccato». Nonostante i seeländer siano abitualmente impegnati in Promotion League, non andranno sottovalutati. «Non siamo soliti commettere questo tipo di errore e già contro il Rapperswil avevamo avuto modo di sfidare una squadra ben classificata in questa categoria. Quella del Bienne è una società che seguiamo e conosciamo in maniera approfondita e negli ultimi anni è senz’altro in crescita. Come noi, tra l’altro, sono inglobati all’interno di un contesto che può contare su una proprietà importante, che possiede pure una squadra in Francia (il Clermont Foot 63, ndr.). Viste le forze in gioco è un turno che ci sentiamo in dovere di passare. Il nostro obiettivo, in questa competizione, è chiaro da tempo: vogliamo raggiungere la finale per la quarta volta consecutiva per giocarci il titolo in quel di Berna. E questo, indipendentemente da chi troviamo sulla nostra strada».
Chissà, allora, che il futuro non possa riservare un derby ticinese contro il Bellinzona. «Una sfida del genere sarebbe sicuramente accolta con grande euforia da parte di tutto il cantone. Non ci nascondiamo da loro, avremmo affrontato – o affronteremo eventualmente più in là – i granata con grande piacere. È da tempo che manca una partita tutta ticinese di questa importanza».
Il profilo della punta
Affaire à suivre, comunque, trattandosi di ipotesi legate al prossimo anno. E restando ai punti interrogativi del 2025, in casa Lugano sembra essersi aperto uno spiraglio per l’ingaggio del centravanti greco Georgios Koutsias. «In questo momento la trattativa è in corso - ha specificato Da Silva - siamo interessati a lui ma per ora siamo ancora lontani dall’accordo. Essendo di proprietà dei Chicago Fire, potrebbe essere una soluzione interna e in linea con la nostra strategia: per l’aggiunta di un eventuale attaccante guardiamo ‘‘in casa’’. Lui, comunque, non rappresenta la nostra unica opzione». Koutsias non è affatto un volto nuovo per il ds bianconero. «Conosco lui – come anche Hugo Cuypers – perché ho potuto osservarlo quando mi trovavo a Chicago. In termini di caratteristiche è un profilo interessante: è sia talentuoso sia forte fisicamente».