Calcio

Da Silva: «Rinnovare con Croci-Torti? Non c'è fretta»

Il Lugano ha chiuso la stagione regolare con un nuovo record di punti - La squadra e il suo allenatore inseguono con convinzione un traguardo clamoroso - Ma per il direttore sportivo non è ancora il momento di parlare del contratto del Crus, comunque valido per un altro campionato
©CdT/Gabriele Putzu

«Abbiamo fatto qualcosa d’incredibile». Non è ancora finita. Per fortuna, non è ancora finita. Ma le parole pronunciate da Mattia Croci-Torti a margine del successo contro il Losanna meritano di essere accompagnate da un piccolo stop. Sì, per dare la dimensione del campionato disputato sin qui dai bianconeri. Ebbene, con 59 punti in 33 incontri, il Lugano ha già superato se stesso. Mai, dal ritorno in Super League, la compagine ticinese era infatti stata capace di raggiungere una quota così vertiginosa. E parliamo di stagioni da 36 turni, comprese le prime due, già parecchio positive, sotto l’attuale tecnico. Non solo. L’obiettivo fissato dalla società la scorsa estate sembra cosa fatta ancor prima di immettersi nel vialone finale e nella volata che portano al traguardo più clamoroso.

«Siamo sempre stati ambiziosi»

A porre l’asticella all’altezza del terzo posto, a metà luglio, era stato il direttore sportivo Carlos Da Silva. «In realtà, anche a gennaio, avevamo fatto riferimento ai primi tre posti» precisa il ds bianconero. «Insomma, ci abbiamo sempre creduto, a differenza di altri, secondo i quali la dirigenza aveva un po’ smarrito il senso della realtà. Il nostro messaggio, ambizioso, è invece stato sempre chiaro. Verso il gruppo e verso l’esterno. E, tenuto conto della classifica provvisoria, mi sento di dire che siamo sulla giusta strada».

Il limpido successo di ieri sera ai danni dei vodesi ha certificato lo spessore del Lugano. Da Silva annuisce: «Aver chiuso la stagione regolare con una chiara vittoria infonde ulteriore fiducia allo spogliatoio. Uno spogliatoio, ci tengo a sottolinearlo, che non ha mai mollato e - anche nei momenti difficili - è rimasto unito. E se i giocatori ora si ritrovano al secondo posto è perché hanno saputo crescere insieme». Sbagliare l’appuntamento con l’amata Coppa Svizzera e al cospetto di una compagine di Challenge League, a questo punto, sembra impossibile. «Affrontiamo la semifinale di Sion forti di una condizione mentale invidiabile» rileva il direttore sportivo. Per poi aggiungere: «Ma, al contempo, siamo consapevoli che ad attenderci è un’altra competizione, una gara da dentro o fuori, con dinamiche quindi differenti rispetto al campionato».

Contratti che pesano

Mattia Croci-Torti aveva promesso che, al cospetto del Losanna, non ci sarebbero stati cali di tensione. E, c’è da scommetterlo, l’allenatore momò preparerà il penultimo atto di Coppa con lo stesso, meticoloso approccio. E a proposito del Crus: a fronte del nuovo record di punti del club, di un girone per il titolo da vivere con il cuore e le ambizioni in mano e - non da ultimo - di una squadra che gioca (a memoria) un gran calcio, vien da chiedersi se la breve sosta dal campionato non debba essere accompagnata anche da un’altra riflessione. «Rinnovare con Mattia? Ha ancora un anno di contratto. E non c’è fretta di sederci attorno a un tavolo per affrontare la questione. Né da parte mia, né da parte sua» tiene a puntualizzare Da Silva. «Il nostro dialogo, ad ogni modo, è sempre aperto e trasparente». Così come, si augurano i tifosi, possa esserlo quello con il capitano Jonathan Sabbatini e il difensore Kreshnik Hajrizi, entrambi in scadenza. «I primi incontri con i diretti interessati si sono già tenuti e continueremo questo lavoro anche nelle prossime settimane» si limita a osservare il direttore sportivo, senza sbilanciarsi.

La saggezza di Doumbia

Anche il Lugano, a Cornaredo contro il Losanna, non ha avuto bisogno di sbilanciarsi. No, ai bianconeri è bastato un avvio di gara devastante, al fine di cogliere il decimo risultato positivo consecutivo. Quando si esprime come nella prima porzione di partita, la compagine di Croci-Torti impressiona. Tanto da rendere oltremodo percettibili i momenti - anche fisiologici - di calo. Oddio, non che i padroni di casa abbiano rischiato alcunché con i vodesi. Ma certi rilassamenti, così come la ricerca meno convinta della terza rete che avrebbe chiuso il match, vanno quantomeno annotati. «Dopo 20 minuti di pregevole fattura - riconosce per esempio Ousmane Doumbia - abbiamo chiuso il primo tempo commettendo alcune leggerezze». Il tuttofare ivoriano, riscopertosi pure terzino destro affidabilissimo, in ogni caso evidenzia la tenuta difensiva: «Per l’ennesima volta siamo stati bravi a non subire reti. Il che è un dato da non sottovalutare». Lo è, come il fatto che il Lugano - oltre al primato di punti in Super League - non avesse mai realizzato così tante reti nel massimo campionato. 61 per la precisione, una in meno del dovuto considerato l’inopinato doppio rigore fallito da Steffen. E solo quattro in meno della corazzata Young Boys. «Dobbiamo continuiare a mettere i gialloneri sotto pressione, evitando di guardare troppo agli altri risultati e concentrandoci su di noi» indica in merito Doumbia. «Siamo in piena fiducia e a favorire lo stato d’animo della squadra sono pure le scelte dell’allenatore, che - puntualmente - fa ruotare due o tre giocatori». Sì, e tutto gira per il verso giusto.

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