Da Tsujiura a Lapierre: quando il Lugano pesca bene a stagione in corso
Di colpo, il Lugano si è ritrovato senza due stranieri di primissimo piano: Daniel Carr e Markus Granlund. Il nome di un sostituto è già stato ufficializzato: John Quenneville. Un altro verrà ingaggiato il prima possibile, come ha spiegato Hnat Domenichelli. Di certo, il compito dei due nuovi arrivati non sarà facile. Nell’era playoff, ovvero dalla stagione 1985-86, sono circa settanta gli stranieri presi dall’HC Lugano a campionato già iniziato. Alcuni non sono mai scesi in pista, altri vengono ricordati per essere stati dei clamorosi «flop» (solo tre esempi dal recente passato: Emerson Etem, Tommi Paakkolanvaara, Jukka Lehtonen). Molti sono ripartiti senza infamia e senza lode. In questo viavai, non mancano gli «import» arrivati in corso d’opera capaci di lasciare il segno e di entrare nella storia del club bianconero. Ecco la nostra opinabilissima «top ten».
1. Patrice Bergeron
Fuori categoria. Il centro dei Boston Bruins approda a Lugano nell’autunno del 2012 grazie al «lockout» che paralizza la NHL fino a gennaio 2013. Debutta il 9 ottobre contro il Langnau e torna negli USA dopo la Coppa Spengler. In 21 partite alla corte di Huras - che lo schiera all’ala per farlo giocare con Metropolit - totalizza 11 gol e 18 assist. La sua maglia numero 37 è incorniciata nell’ufficio di Vicky Mantegazza.
2. Steve Tsujiura
Al piccolo attaccante nippo-canadese, 166 cm di altezza, bastano 7 partite per diventare indimenticabile. Arriva in Ticino nel bel mezzo dei playoff del 1990, prelevato dal Gardena nella Serie B italiana, per far fronte alla squalifica rimediata nei quarti di finale contro l’Ambrì dal ceco Dusan Pasek (a sua volta ingaggiato dopo l’infortunio di Lane MacDonald). Dalla semifinale contro il Kloten, Steve Tsujiura forma un terzetto inarrestabile al centro di Eberle e Ton. A farne le spese, in finale, è il Berna.
3. Maxim Lapierre
Non riesce a riportare il titolo a Lugano, ma vive due finali da leader, nel 2016 e nel 2018. Giunge alla Resega nel gennaio del 2016, in arrivo dal MODO, in Svezia. Inizialmente si fa notare per le provocazioni e le scazzottate. Dai quarti di finale contro lo Zugo, però, diventa il «fattore mentale» che fa svoltare il Lugano di Doug Shedden. Nel 2017-18 si scopre scorer.
4. Brandon Convery
Scelto in ottava posizione dai Toronto Maple Leafs al draft NHL del 1992, il centro canadese è uno degli artefici del titolo del 2003. Deluso da Corey Millen, il club ingaggia Convery a metà novembre. Lui vive una regular season piuttosto anonima (18 partite, 4 gol, 7 assist), ma esplode nei playoff: 16 partite, 5 gol, 14 assist e una grande intesa con Mike Maneluk.
5. Brett McLean
Leader carismatico e animale da slot. Arriva alla fine della stagione 2011-12, fortemente voluto da Larry Huras che con lui vinse il titolo del 2010 a Berna. Il centro canadese sopravvive alla «Fischer Revolution», vivendo altre tre stagioni da protagonista e altre tre amare eliminazioni ai quarti dei playoff.
6. Fredrik Pettersson
Ingaggiato a metà novembre del 2013, debutta con un gol decisivo alla Valascia. Una fucilata delle sue. L’anno seguente dà spettacolo in coppia con l’amico fraterno Linus Klasen, firmando 33 gol e 36 assist in 49 partite. Fragilino nei playoff.
7. Brian Propp
Arriva nel corso del campionato 1992-93 con un bagaglio di oltre 1.100 partite in NHL per sopperire all’infortunio di Igor Larionov. Al rientro del mito russo, lo sniper canadese gioca regolarmente al suo fianco, con grande profitto. A farne le spese è il deludente ceco Rosol. In 32 presenze, Propp segna 26 gol. «È Propp... rio forte», sentenzia il Corriere del Ticino.
8. Jason York
Approda alla Resega alla fine di settembre del 2005, dopo una stagione di inattività e con il campionato già iniziato da alcune giornate. Tra le stelle Metropolit, Peltonen, Nummelin e Hentunen, il difensore canadese si cala nei panni dello straniero poco appariscente ma efficace. Leadership ed esperienza (quasi 800 partite in NHL), del resto, non gli mancavano. E sul titolo del 2006 c’è anche la sua firma.
9. Wes Walz
Già trascinatore dello Zugo campione nel 1998, viene ingaggiato dal Lugano nel dicembre del 1999. Spesso confinato in tribuna (potevano giocare solo tre stranieri, gli altri erano Huet, Andersson e Bozon), ma sempre spettacolare quando gioca (25 punti in 18 partite tra regular season e playoff). È protagonista della cavalcata in Eurolega che culmina con l’esaltante Final Four della Resega. Lasciata la Svizzera, gioca altre sette stagioni in NHL.
10. Pavel Torgaev
Ingaggiato a metà ottobre del 1996 dopo l’infortunio di Stéphan Lebeau, il russo diventa indispensabile al fianco del geniale Michael Nylander: 18 gol e 21 assist in 34 match di regular season, altri 6 punti nei playoff con un memorabile gol all’overtime di gara-3 dei quarti con il Kloten, segnato al 79’11’’.