Calcio

Dal Besiktas al Besiktas, tutte le prove di forza del Lugano

Giovedì sera a Thun, così come dieci mesi fa a Istanbul, i bianconeri sono riusciti a riemergere da una situazione delicata - Ripercorriamo allora le partite, tra questi due eventi, nelle quali la formazione di Mattia Croci-Torti ha dimostrato di non mollare mai
© Ti-Press / Alessandro Crinari
23.08.2024 20:44

Se il simbolo del Besiktas è l’aquila, ormai abbiamo capito quale potrebbe essere lo spirito guida del Lugano. La fenice. Ma certo, la creatura che – secondo la mitologia antica – rinasce dalle proprie ceneri. Proprio come successo alla squadra di Mattia Croci-Torti dieci mesi fa a Istanbul e nuovamente giovedì sera, sempre con i turchi di van Bronckhorst. Sì, i bianconeri sanno subire, andare in svantaggio, ma poi anche risorgere. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso. Un approccio alle partite che aveva fatto storcere il naso al d.s. Carlos Da Silva a fine 2023, quando dichiarò: «Va bene segnare tanti gol nei secondi tempi, ma non possiamo permetterci di inseguire l’avversario ogni volta. È anche una questione di concentrazione e attitudine». Un atteggiamento, dall’altro lato della medaglia, che alla Stockhorn Arena ha reso fiero il Crus: «La nostra reazione di carattere è stata clamorosa. Abbiamo dimostrato per l’ennesima volta di essere una squadra che ci crede sempre. Devo solo fare i complimenti ai ragazzi». Ripercorriamo allora, da Besiktas a Besiktas, tutte le volte che il Lugano è rinato dalle sue ceneri.

Besiktas – Lugano 2-3

Partiamo proprio dall’impresa compiuta sul Bosforo nei gironi della scorsa Conference League. Nel primo tempo, il Lugano affonda sotto i colpi del camerunese Aboubakar, autore di una doppietta che sembra chiudere i giochi. Il rosso a Rosier, per somma di ammonizioni, cambia tuttavia le carte in tavola. Dalla panchina entrano Aliseda e Vladi, che durante l’assedio finale trovano entrambi la rete. Finita qui? Macché. La serata magica si chiude con l’autogol di Bailly al 90’, propiziato da Grgic. I bianconeri salgono a quattro punti in classifica, che resteranno però tali e non sufficienti per continuare a coltivare il sogno europeo in primavera.

Servette – Lugano 2-2

Ultima partita del girone d’andata della stagione 2023-24. Con 25 punti raccolti in 17 partite e la «zona europea» della classifica a rischio, si diffonde pure qualche speculazione su un futuro del Crus lontano dal Ceresio. Le cose si mettono male quando i ginevrini vanno negli spogliatoi sul 2-0, forti della doppia marcatura di Bedia. Il Servette si vede già lontano, a +8 in classifica dai ticinesi decimati dalle assenze. Vladi riaccende la fiammella della speranza dimezzando lo svantaggio. Una fiammella che sembra nuovamente soffocarsi quando il VAR decide ingiustamente di espellere Nkama. In dieci uomini, però, il Lugano trova il pareggio con un’inzuccata di El Wafi all’84’ e si mantiene in corsa per le prime posizioni. Il giorno successivo, Da Silva rilascerà al nostro giornale le parole citate poche righe sopra.

Lugano – Young Boys 3-3

Siamo a febbraio, questa volta a Cornaredo. Ma la partita è un’altra di quelle pazze. È tutto un botta e risposta, con lo Young Boys che passa tre volte in vantaggio, e per tre volte viene ripreso dai bianconeri. A segno vanno Bislimi, Hajrizi e Celar su rigore, a cui viene però anche annullata una rete tra le polemiche. Negli ultimi dieci minuti sembra che tutto possa succedere. Alla fine la conclusione di Itten si stampa sul palo e l’incontro termina in pareggio.

Basilea – Lugano 5-6 d.r.

La terza finale consecutiva di Coppa Svizzera passa anche da questo quarto di finale. Stavolta è il Lugano a dar sembianza di voler chiudere subito la contesa, e nei primi quindici minuti si porta sul 2-0. Tra l’81’ e l’83’ – mentre i tifosi ticinesi meno scaramantici stavano già cercando su Google informazioni su avversari, date e sorteggi delle semifinali – Barry gonfia due volte la rete e rimanda tutto oltre il 90’. Non è facile ritrovare la brillantezza per contrastare l’entusiasmo dei quasi 18 mila del St. Jakob. Ma nel gioco di nervi per eccellenza, i rigori, Fabian Frei calcia fuori e Saipi ipnotizza Schmid, per poi portarsi la mano all’orecchio sotto la curva dei renani.

San Gallo – Lugano 2-3

Siamo a inizio marzo, e la truppa di Croci-Torti inizia la sua prepotente rincorsa verso la vetta della classifica. Contro il San Gallo, non senza qualche incertezza arriva la terza vittoria consecutiva in campionato. Nel primo quarto d’ora finiscono sul tabellino dei marcatori, in ordine: Akolo, Celar e Geubbels per il 2-1 in favore dei padroni di casa. La rimonta viene dunque completata dai centrocampisti Belhadj (47’) e Bislimi (80’). Con i tre punti in tasca, il Lugano scavalca lo Zurigo e si porta al terzo posto.

Young Boys – Lugano 0-1

La stessa sera, Nemo vince Eurovision per la Svizzera cantando, nel ritornello, «I broke the code». Il codice, al Wankdorf di Berna, lo decifra anche il Lugano. Non è una rimonta, ma dopo sette anni i bianconeri riescono a battere l’YB in casa loro. A decidere è un colpo di testa di Doumbia nelle battute iniziali, perché ai gialloneri non bastano 19 tiri per scardinare il sistema difensivo degli ospiti. Il Corriere del Ticino titola «Una vittoria da campioni», ma per pensare di strappare il primo posto ai campioni in carica, tuttavia, è troppo tardi. E nove giorni dopo, Von Ballmoos alza il trofeo al cielo.

Lugano – Besiktas 3-3

Ed eccoci nuovamente al Besiktas, storia di due giorni fa. Il vantaggio turco – prima per 1-0 e poi per 3-1, grazie alle giocate di classe di Rafa Silva e Gedson Fernandes – precede la rimonta che terrà il fiato dei tifosi sospeso ancora una settimana, in attesa di una nuova notte a Istanbul. Per agguantare l’Europa League, ai ticinesi servirà però alzare ancora il proprio livello. La classe di Steffen non basterà per sempre: serviranno anche le reti delle punte designate. Saipi – croce e delizia a Thun – dovrà ritrovare la costanza di prestazione che finora gli è mancata. Si potrà contare sul rientrante Hajdari, certo, ma basteranno lui e un finesettimana senza impegni per far tornare la difesa il solido fortino ammirato la scorsa primavera? Il Lugano è una fenice che non muore mai. Ma forse – come suggeriva Da Silva – farebbe anche meglio a non giocare con il fuoco e concedere reti con troppa leggerezza. Perché si sa, difficilmente l’aquila lascia scappare due volte la stessa preda.

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