Daniel Carr: «Voglio portare in bianconero l'energia positiva della Spengler»
Divertimento, successo personale e una punta di amarezza. Daniel Carr è tornato a Lugano dopo aver vissuto una Coppa Spengler da grande protagonista: in tre partite l’attaccante canadese ha messo a segno quattro reti, meritandosi un posto nell’All Star Team di un torneo che per il Team Canada si è però concluso allo stadio della semifinale: «Nel complesso ci siamo divertiti molto, la maggior parte dei giocatori del Team Canada si conosce da tanto tempo. Anche se non sempre si ha l’opportunità di frequentarci. Eravamo un bel gruppo, che è andato d’accordo sul ghiaccio e fuori. È stata dura perdere la semifinale, ma succede in un torneo che prevede l’eliminazione diretta. Ma sono stato molto felice di indossare la maglia del Team Canada».
Una boccata d’aria
Ha vissuto stagioni migliori a Lugano, Daniel Carr. Anche se nelle ultime due uscite - un po’ come tutta la squadra di Luca Gianinazzi - l’attaccante aveva lanciato messaggi positivi. Lasciarsi alle spalle per qualche giorno i problemi della squadra bianconera gli ha però permesso di ricaricare le batterie: «La Coppa Spengler è una manifestazione che ti permettere di respirare un po’ di aria fresca. Di liberare la mente, insomma. Nei Grigioni c’era anche la mia famiglia ed è sempre bello trascorrere del tempo con i propri cari, soprattutto durante il periodo natalizio. Come ho detto, purtroppo il torneo per noi è terminato un giorno prima del previsto e questo ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. No, non abbiamo sottovalutato lo Straubing: quella tedesca è una buona squadra, che gioca in maniera molto fisica. Abbiamo avuto anche qualche rimbalzo a sfavore, ma questo fa parte dell’hockey».
Uno stile diverso
Nei Grigoni si è comunque rivisto il miglior Daniel Carr e non solo per le reti segnate. Un Carr sempre nel vivo del gioco, pronto a lottare e a prendere colpi su ogni disco, in particolare nello slot. Chissà, forse all’attaccante canadese ha davvero fatto bene scendere in pista senza la pressione del campionato: «No, non è una questione di aver giocato con meno pressione sulle spalle. La verità è che con il Team Canada si gioca un hockey molto diverso. Un hockey molto nordamericano, per farla breve, basato sulla semplicità. Passaggio del difensore, tiro in porta non appena se ne ha la possibilità e tanta pressione sul portiere avversario. Io sono cresciuto con questo hockey, fa parte della mia cultura sportiva. Sono abituato a questo sistema da quando avevo tre anni. Fa parte di me, insomma. Fino ad ora anche io, a livello personale, ho vissuto una stagione di luci e ombre. Adesso voglio portare a Lugano tutta l’energia positiva accumulata durante la Coppa Spengler, già a partire dalla sfida con il Berna».
Tra passione e frustrazione
Già. il Berna. Parte dalla PostFinance Arena la missione del Lugano: la formazione bianconera ha a disposizione ancora 21 partite per dare un senso a questa stagione. Il penultimo posto in classifica stride con le ambizioni del club e con il potenziale del gruppo. Non c’è però tempo di pensare a ciò che è stato, bisogna guardare avanti. E confermare i progressi evidenziati nelle ultime tre uscite del 2024: «Posso parlare per ogni singolo giocatore nello spogliatoio: questa non è la posizione di classifica che vogliamo e sappiamo di avere le qualità per fare molto meglio. Capisco la frustrazione dei nostri tifosi, che è anche la nostra. Io sono il primo ad essere frustrato. Ho la fortuna di essere a Lugano ormai da parecchi anni e conosco bene la passione del popolo bianconero, i sacrifici che fa per seguirci e supportarci durante tutta la stagione. So bene, per esempio, che non per tutti è evidente permettersi un abbonamento stagionale. È anche per questo che sono e che siamo tutti arrabbiati. Dobbiamo assolutamente trovare il modo di migliorare questa situazione, a partire dal livello di competizione che portiamo in pista. Sì, è questo l’obiettivo in queste ventuno partite che ci separano dalla fine sella stagione regolare. In faccia c’è sempre un avversario, ma possiamo e dobbiamo concentrarci al massimo sui duelli, sulle battaglie, su quei famosi piccoli dettagli che fanno la differenza nel campionato svizzero. E non solo in Svizzera, ovviamente. Non si può mai sapere prima il risultato di un incontro, ma la nostra attitudine dovrà sempre essere quella giusta».