DiDomenico: «Con Kuba e Maillet è tutto più facile, spero restino anche loro»
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Seppur breve, la sua assenza è stata indubbiamente pesante. Chris DiDomenico, d’altra parte, non passa mai inosservato. Lo si nota, eccome, quando è sul ghiaccio, ma ci si accorge perfino più in fretta di quando non gioca, come è stato il caso nello scorso weekend. L’Ambrì, questa sera a Davos, potrà tornare a contare sul canadese, che ha ormai scontato la sua squalifica ed è reduce dal rinnovo contrattuale.
L’appassionante volata finale di regular season sta volgendo al termine e ogni dettaglio - all’interno di una corsa così serrata - può far la differenza. In questo senso, all’Ambrì, nello scorso fine settimana, è effettivamente mancato qualcosa, o forse qualcuno. Già, perché i due punti raccolti al cospetto di Langnau e Ajoie non sono affatto da buttare, anzi, ma la sensazione è che l’assenza di Chris DiDomenico sia pesata assai. Il 35.enne, d’altronde, non è un semplice comprimario nella scacchiera di Luca Cereda, bensì una pedina fondamentale.
Stop forzato
Dinanzi a tigrotti e giurassiani, infatti, è venuta meno quell’intensità e quell’energia che è solito portare il navigato e vivace attaccante biancoblù. Lui, che a causa di due turni di sospensione ha dovuto mordere il freno e guardare i propri compagni dalla tribuna. «Non si vorrebbero mai saltare delle partite - ha affermato il numero 89 dei leventinesi - tanto meno a causa di una squalifica e perlopiù in un momento cruciale della stagione. È stato doloroso assistere da fuori alle battaglie dei miei compagni di squadra».
Due match nei quali gli uomini di Cereda non hanno particolarmente brillato, a detta anche del loro straniero offensivo. «Penso che non siamo riusciti a mostrare il meglio del nostro repertorio, ciò nonostante è comunque arrivata una vittoria e accaparrarsi due punti è estremamente importante per questa rincorsa ai giochi che più contano».
Una mano dal power-play
Tra dieci giorni sarà il tempo dei verdetti e i biancoblù, con cinque sfide ancora da disputare, hanno ancora il destino tra le proprie mani. «Siamo consapevoli del periodo che si prospetta davanti a noi, andremo «all-in» per arrivare il più in alto possibile in classifica».
A differenza di quanto faceva presagire la trasferta, poi nefasta, di Langnau - con i bernesi assoluti padroni dei precedenti stagionali - l’Ambrì può guardare con moderato ottimismo all’impegno odierno contro un avversario, il Davos di Josh Holden, sin qui sempre sconfitto. «Ciò che è accaduto in passato, però, non è rilevante - ha risposto fermamente DiDomenico - la preparazione del confronto rimane la medesima indipendentemente dai trascorsi delle due compagini. Penso, e spero, che siamo pronti per questa sfida e io sono contento di essere nuovamente a disposizione per aiutare i miei compagni portando sul ghiaccio quelle che sono le mie qualità». Tra queste, indubbiamente, ci sono anche le abilità in power-play. Un esercizio, quello in superiorità numerica, in cui l’Ambrì non sta eccellendo e non vi è da sorprendersi, allora, che Cereda in allenamento abbia mescolato i due quintetti per trovare nuova verve. «Sappiamo che in questo momento non stiamo girando al meglio - ha detto l’attaccante mediamente più impiegato dei leventinesi - e perciò abbiamo provato alcuni cambiamenti. Speriamo che funzionino e che ci aiutino a conquistare i tre punti».
«Le multe vanno cambiate»
La voglia di tornare a competere, per l’ala della prima linea, è parecchia, poiché l’intervento scomposto ai danni dello straniero del Kloten, Pontus Aberg, gli è costato parecchio. E non solo, per via dei due turni di stop forzato, ma anche a causa di una multa salata, dal valore di 4.000 franchi. «È qualcosa che ormai appartiene al passato. Io preferisco di certo guardare avanti e non indietro. Poi, ognuno, io compreso, può avere la propria opinione a proposito delle sanzioni comminate. Poco importa, però, dal momento in cui la decisione è già stata presa». Il canadese, tuttavia, fa ben intendere quale sia il suo pensiero. «Non posso negare che dover saltare due match e pagare certe cifre mi abbia infastidito parecchio».
Visto anche il recente caso di Aaltonen - che oltre a un mese di squalifica ha, dal canto suo, ricevuto una multa di 1.000 franchi per aver assunto della cocaina fallendo così un test antidoping - in diversi hanno storto il naso a proposito di come vengono decise le sanzioni a livello pecuniario. «Quella fattispecie non mi riguarda e non mi esprimo su quanto gli è accaduto. In generale, però, trovo che l’intero sistema concernente le multe - pensando anche ai casi relativi alle simulazioni - sia assurdo e che spesso venga a mancare il concetto di proporzionalità. Per carità, hanno delle direttive da seguire e non so sinceramente dove finiscano questi soldi - non che sia affar mio - tuttavia, credo che qualcosa in futuro vada cambiato».
Il trio delle meraviglie
Di tutt’altro stampo, è invece stata la notizia relativa al prolungamento del contratto di DiDo per un ulteriore anno. «Sono decisamente contento di rimanere ad Ambrì. Questa decisione, in ogni caso, non cambierà affatto il mio approccio e il mio modo di giocare. Certamente, avrei voluto garantirmi più stagioni di rinnovo, ma il nostro sport è anche un business. In questo senso, comunque, non sono preoccupato: sono pronto a scommettere su me stesso per guadagnarmi un altro contratto. La mia intenzione è dimostrare alla società, e a me stesso, che posso ancora restare a lungo su questi livelli».
L’augurio, per il nativo di Woodbridge, è che la sua scelta venga anche assecondata dai suoi compagni di linea, anch’essi in scadenza. I numeri del trio DiDomenico-Maillet-Kubalik, d’altra parte, sono eloquenti: nelle 15 occasioni in cui sono stati schierati assieme hanno totalizzato la bellezza di 52 punti. «È logico sperare che una tale alchimia possa perdurare nel tempo. Ora, sta tutto nelle loro mani ma io naturalmente spero che possano restare anche loro per formare questa linea anche nella prossima stagione». Dal 21 dicembre - ossia quando il terzetto fu riunito e fece stravedere in quel di Kloten - nessuno nella lega si è avvicinato alla loro produzione offensiva. «Abbiamo subito trovato la giusta chimica e il gioco diventa molto più facile quando ti capisci alla perfezione con i tuoi compagni. Loro due sono dei giocatori fantastici e sappiamo sempre dove trovarci a vicenda, è come se non avessimo bisogno di pensare. Siamo sicuramente una parte importante di questo gruppo, ma ci sono altri 20 uomini altrettanto indispensabili. Il nostro è uno sport di squadra, non possiamo pensare di affidarci unicamente a una linea, ce ne sono altre tre pronte a svolgere un lavoro fondamentale».