Golf

«È stato un anno fantastico per i professionisti svizzeri»

Barbara Albisetti, direttrice sportiva di Swiss Golf, fotografa il 2022 del movimento rossocrociato
Il grigionese Jeremy Freiburghaus si è guadagnato la carta per l’intera stagione sul DP World Tour. ©Keystone/Gian Ehrenzeller
Raffaele Soldati
04.01.2023 21:30

La buona salute del golf si misura in diversi modi: osservando la crescita dello sport di base, monitorando i risultati dei professionisti e tenendo conto delle prestazioni dei dilettanti. Da qualunque punto di vista si affronti l’argomento, si arriva ad una sola conclusione. Come dice Barbara Albisetti, direttrice sportiva di Swiss Golf, possiamo leccarci baffi.

Il numero dei giocatori è in netta crescita.

«Fra attivi e juniores, sono oltre 100.000 i giocatori di golf in Svizzera. Le donne sono il 36%. Una bella cifra. Ma sarà ancora più significativa quando si raggiungerà il 50%. A parte gli scherzi - afferma la dirigente malcantonese – è bello poter affermare che il golf è inserito nella lista delle dieci federazioni nazionali con più membri in Svizzera. Negli ultimi dieci anni il numero dei giocatori è cresciuto del 19%».

C’è un legame tra l’aumento dei giocatori sul piano amatoriale e i netti progressi manifestati dai professionisti?

«Non necessariamente. Queste tendenze possono essere valutate in modi diversi. Quello che possiamo affermare è che, nonostante i tempi difficili, sul piano sportivo e su quello agonistico stiamo vivendo un momento favorevole. E lo possiamo constatare a più livelli».

In campo maschile Jeremy Freiburghaus si è guadagnato la carta per il DP World Tour. Erano diversi anni che un rossocrociato non raggiungeva questo traguardo.

«Il grigionese ha concluso al secondo posto nell’ordine di merito del Challenge Tour 2022. E lo ha fatto con una costanza impressionante di risultati. È il primo svizzero da quasi vent’anni a centrare questo obiettivo. Ci tengo inoltre a sottolineare che pur non essendosi guadagnato la carta, potremo vedere in diversi eventi importanti anche Benjamin Rusch. Sono certa che la partecipazione di Jeremy ai grandi tornei contribuirà a rafforzare l’immagine positiva del nostro golf. Diversi professionisti continueranno inoltre a rappresentare la Svizzera nel Challenge e nel Pro Golf Tour. Tra questi ci sarà anche il ticinese Luca Galliano che, dopo un periodo più o meno complicato, ha ritrovato gli stimoli e la voglia di rimettersi in gioco».

Sul fronte femminile la Svizzera sta ancora meglio.

«Abbiamo la fortuna di avere tre giocatrici di grande, anzi, grandissimo livello. Penso ad Albane Valenzuela e alle sorelle Morgane e Kim Métraux. Dopo la finale della Qualifying-School disputata in Spagna, diverse elvetiche hanno inoltre ottenuto il diritto di giocare sul circuito europeo (Ladies European Tour). Sono Tiffany Arafi, Vanessa Knecht ed Elena Colombo, che non vede l’ora di diventare a tutti gli effetti professionista da circuito. Un’altra ticinese, Anaïs Maggetti, e la zugana Elena Moosmann si erano qualificate per la finale della Q-School, fallendo però la qualificazione del quarto giro (top 60). Entrambe avranno comunque la possibilità di prendere parte ad alcuni tornei in Europa».

Quella degli amateur non è invece stata una delle stagioni più memorabili.

«A livello di squadre, è vero, i nostri giocatori non sono riusciti a mettersi in luce come avevano fatto in passato. Né ai Mondiali, né agli Europei. Mi auguro che le cose vadano un po’ meglio nella prossima edizione dei Campionati del mondo, che si giocheranno alla fine di agosto ad Abu Dhabi. Attendiamo con curiosità anche i nostri Boys, che affronteranno invece gli Europei a Ginevra a metà luglio. Sul piano individuale i risultati sono però stati nettamente migliori».

La bella immagine del golf si offusca se torniamo a parlare della ormai nota polemica tra circuiti tradizionali e LIV Golf, la Superlega araba promossa dall’australiano Greg Norman, ex numero 1 del ranking mondiale.

«Questa, è vero, non è proprio una bella storia. Gli enormi interessi in gioco e tutto quello che ne deriva, non fanno bene al nostro sport. Io mi sento molto più vicina ai tradizionalisti, rappresentati dal nordirlandese Rory McIlroy e da Tiger Woods. Dopo una prima stagione di polemiche e di cause giudiziarie, vedremo cosa ci riserverà il 2023, tra l’altro caratterizzato dalla Ryder Cup, che si giocherà a Roma. I giocatori che hanno aderito alla LIV Golf, i cui tornei non sono riconosciuti dal ranking mondiale, hanno guadagnato cifre esorbitanti, però le loro classifiche mondiali hanno subito enormi scossoni».

Infine una nota allegra. Nel 2023 il Golf Club Lugano festeggerà i suoi cent’anni di vita.

«Un bel traguardo. I soci luganesi riceveranno un libro scritto da Enzo Pelli. E ci sarà una serie di appuntamenti per celebrare il centenario. Sappiamo che in estate sarà organizzata una competizione alla quale parteciperanno i presidenti e i capitani dei golf nazionali».