Calcio

«È stato un incidente brutale, ma il 2024 mi dà tanta speranza»

Il CFO dell'FC Lugano Michele Campana è tornato al lavoro - Il 27 agosto scorso, insieme alla moglie, ha rischiato la morte dopo uno spaventoso scontro frontale in automobile - Lo abbiamo incontrato
Il sorriso di Michele Campana: il peggio - per fortuna - è alle spalle. ©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
08.01.2024 21:30

Nel 2024 non vestirà mai una maglia da titolare. E nemmeno a partita in corso Mattia Croci-Torti punterà su di lui. Eppure, in casa FC Lugano è il vero colpo di mercato del nuovo anno. Dopo un terribile incidente, oltre quattro mesi di stop forzato e di lavoro a distanza a tempo parziale, oggi Michele Campana è tornato in ufficio. In stampelle, ma con il sorriso. «Il sorriso di chi si ritiene tutto sommato fortunato» racconta il CFO del club.

Il 27 agosto scorso, d’altronde, il dirigente bianconero ha rischiato molto. Ha rischiato la morte. Insieme alla moglie Valentina. La coppia stava rientrando a casa in automobile: Campana era alla guida, la mezzanotte trascorsa da poco. Per motivi che l’inchiesta in corso dovrà chiarire si è verificato uno scontro frontale con un altro veicolo. «Ed è stato buio pesto» ricorda Campana, definendo «brutale» l’impatto avvenuto. L’immagine della vettura distrutta è un pugno nello stomaco. «Mi sono risvegliato in un campo, non capivo. Ho chiuso gli occhi, pensando si trattasse di un incubo. I dolori lancinanti e il fumo che usciva dal cofano mi hanno, ci hanno purtroppo riportato alla realtà». Così come i primi soccorsi e poi quelli dell’ambulanza. «Ci tengo a ringraziare i soccorritori, non solo gli enti di primo intervento ma anche chi si è fermato per darci supporto, il loro contributo è stato per noi importante e rassicurante». L’incidente ha avuto conseguenze serie. Che si sono tradotte in tre settimane all’ospedale e altre sei in clinica riabilitativa. «Personalmente ho subito quattro interventi chirurgici» indica Michele, accennando a varie fratture, soprattutto alla gamba destra. «Ora contiene un bel po’ di titanio, fra placche e viti. Diciamo che se fossi un calciatore, a 36 anni, potrei anche appendere gli scarpini al chiodo» afferma ridendo.

L'automobile di Michele Campana, dopo il terribile schianto del 27 agosto scorso.
L'automobile di Michele Campana, dopo il terribile schianto del 27 agosto scorso.

«Un passo alla volta»

Michele Campana, fortunatamente, non è un giocatore. No, è e rimarrà una risorsa preziosissima della società. «Da questa settimana passo al 60% con una giornata in presenza» spiega: «Esserci fisicamente è importante. Oltre che necessario. In agenda vi sono numerose riunioni, poiché c’è molto da pianificare. E non solo in vista della prossima stagione. Tra due anni, se tutto procede correttamente, il Lugano sarà in procinto di disputare le prime partite nella nuova arena. Ma già oggi dobbiamo iniziare a ragionare sull’operatività del futuro stadio. Vi sono delle figure da inserire nell’organigramma e tutta una serie di progetti da avviare». Il resto del tempo Campana lo riserverà alla fisioterapia e alla riabilitazione. «Per il pieno recupero muscolare devo svolgere esercizi quotidiani. A causa dell’incidente e della pausa a letto ho perso 10 chili. Insomma, per tornare quello di prima ci vorranno ancora diversi mesi».

Ecco, appunto: il timore di non riuscire a riabbracciare i ritmi e le abitudini del passato esiste? «Non ci penso nemmeno. Proprio perché poteva andare molto peggio» rileva Campana. «Già il fatto di essere a questo punto ora, sia io, sia mia moglie che ha accusato altri problemi e segue un percorso di recupero differente, è motivo di fiducia. Esperienze di questo tipo lasciano il segno e ti fanno capire quanto siamo fragili. Tutto può cambiare da un istante all’altro. Da persona fatalista, quindi, preferisco guardare il lato positivo. È stata una lezione di vita e mi ritengo fortunato anche solo di poter immaginare il ritorno alla normalità. Questa prospettiva è un dono davvero prezioso».

Ho subito quattro interventi chirurgici alla gamba destra. Se fossi un calciatore, non avrei più speranze

Poco importa, dunque, se servirà pazientare. Se il treno ha sostituito l’automobile e la quasi totalità degli spostamenti dipende dall’affetto di alcune, care persone. «Inizialmente - osserva il nostro interlocutore - mi sono illuso che la ripresa completa potesse avvenire in minor tempo. Anche se, probabilmente, a nutrire questo ottimismo era la consapevolezza di aver evitato scenari ben peggiori». Per questa ragione Campana ha imparato a coltivare la prudenza. «Un passo alla volta. Porsi degli obiettivi temporali rischia di essere solo controproducente. È il corpo a decidere. So su che cosa devo lavorare. Poi, ovvio, sarebbe bello tornare ad avere una vita più o meno normale entro quest’estate».

Una caramella con la carta

Michele è sorridente. Ha guardato una tragedia dritta negli occhi, la sua vita rimane un piccolo calvario, ma è sorridente. «Il 2024 - dice - mi dà tanta speranza. E mi entusiasma all’idea di poter tornare a fornire il mio contributo in un momento cruciale ed esaltante per l’FC Lugano». Anche il girone d’andata, al proposito, ha rappresentato un periodo intenso. «Ed è stata dura non essere in prima linea» ammette. «Penso in particolare all’avventura in Conference League. Ho sempre mantenuto i contatti con il team che si è occupato della campagna continentale. Dispiace non averli potuti aiutare. Anche da distante, comunque, ho provato forti emozioni per il percorso della squadra. L’impresa di Istanbul, per esempio, l’ho vissuta con trasporto dalla clinica. Al 3-2 di Grgic sono sobbalzato sul letto. Due minuti dopo il triplice fischio finale ho poi ricevuto la chiamata del Crus. Una chiamata che mi ha commosso».

Mi ritengo fortunato. La sola prospettiva di un ritorno alla normalità è un dono prezioso

Riavvolgendo il nastro della Conference League, e al netto del mancato accesso ai sedicesimi di finale, Campana parla di «un altro capitolo rilevante nella storia del club. Da cui imparare e del quale fare tesoro». Ma non solo. «La frustrazione che mi aveva accompagnato durante le prime due esperienze europee è emersa pure a questo giro, restando ai margini. Dover disputare una competizione così importante lontani da Lugano è come mangiare una caramella con la carta. Non c’è molto gusto. Certo, per il club e il suo blasone rimane un tassello significativo. Così come per il ranking o il valore dei giocatori. Però, una volta di più, mi sono reso conto di come sia impossibile far vibrare la città e i suoi tifosi - ai quali sono stati chiesti sforzi enormi - in queste condizioni. Ed è un grande peccato». Di qui la curiosità e lo stimolo che accompagnano il dirigente ticinese in vista di una fase a gironi da poter finalmente godere nel nuovo stadio. «Solo allora, e sperando che capiti il prima possibile, ci accorgeremo del potenziale di una simile manifestazione sportiva. Per la squadra, ma anche per la gente di Lugano».

Spettatore interessato

E a proposito degli uomini di Croci-Torti. Che idea si è fatto Campana della prima parte della stagione bianconera? «Non spetta a me fare commenti di natura sportiva. Credo abbia già risposto molto bene Carlos Da Silva negli scorsi giorni. Ora sarà interessante valutare in che misura il minor sperpero di energie si tradurrà in buoni risultati in campionato e in Coppa, dove è sempre bello coltivare il sogno della finale e provare a riconquistare un trofeo che, solo fino a qualche mese fa, abbiamo avuto la fortuna di ospitare in Ticino per un anno intero».

La chiamata del Crus, due minuti dopo l’impresa di Istanbul contro il Besiktas, mi ha commosso

Nel frattempo Campana è stato riconfermato in seno al comitato della Swiss Football League e continua altresì a presiedere quello del Team Ticino. «Il tutto è stato possibile focalizzandomi sulle questioni prioritarie. Poter continuare a rappresentare il Ticino nell’organo decisionale della lega mi fa estremamente piacere. Significa anche continuità. Avendo coniato la strategia per i prossimi anni, sono diversi i capitoli ancora aperti. Dall’impatto del nuovo formato della Super League - che sin qui ha fornito segnali positivi e un torneo molto aperto - al rinnovo dei diritti televisivi, passando per il dossier sicurezza, con il modello a cascata che verrà introdotto dalla Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia». Sulla scrivania del Chief Financial Officer dell’FC Lugano regna l’ordine. L’agenda tuttavia chiama. «Mi attendono diverse riunioni di aggiornamento» spiega, prima di congedarci. Alle sue spalle, appoggiate al muro, vi sono due stampelle. Lo sguardo di Michele Campana è però rivolto al futuro. A un 2024 che profuma di vita.

Correlati