Caso ACB: domande sulla forma e sul posto

Il caso del Bellinzona è, diciamo, curioso. Il club granata
rischia di perdere a tavolino la partita vinta sul campo con il Wil. Troppi
giocatori “non formati localmente”, secondo i regolamenti della Swiss Football
League. Proviamo con le domande, che poi qualcuno risponde di sicuro.
Dunque, cosa vuol dire “localmente”? Di un posto, okay (questa è facile).
Ma quanto è vasto questo posto?
Si limita alla Bellinzona ante-aggregazione (al massimo con Daro e Artore) o
comprende anche i nuovi quartieri come Preonzo e Monte Carasso che alla maglia
granata hanno fornito foreste di calciatori?
Oppure si allarga al Sopraceneri?
Va magari a toccare addirittura zone remote come il Sottoceneri, Uri Svitto
Unterwalden, la Svizzera intera?
E perché non l’Europa, dato che c’è la libera circolazione delle merci e delle
persone come insegna Schengen?
O la Terra del Fuoco, visto che il pianeta si è rimpicciolito e siamo tutti
fratelli e sorelle?
Ma boh. Passiamo alla parola “formati”. Di quale forma si parla?
Forma o formazione o formativa o galateo?
“Qualcuno è andato per formarsi”
dice Guccini. E intende chiaramente che ci si possa formare un po’ ovunque
oltre la culla natià. Quindi, un calciatore non potrebbe essere ancora in
formazione (oltre che in quella schierata, l’undici in campo, anche sui banchi
di una qualche scuola di calcio o almeno di fotbalino) se pure avesse, diciamo
a caso, trent’anni?
Non conta più la discrezionalità individuale, quella che fa dire a me e non a
una regola stabilita da quarti, che sono ancora in formazione mentre gioco a
calcio sul piazzale con tre o quattro bambini?
Mi pare che ci sia già un bel numero
di quesiti da sottoporre ai capi.
A presto.