Calcio

C’è anche la mano del «Klei»

Castello in vetta in Seconda Lega e giovedì big-match col Sementina
Riccardo Vassalli
29.10.2024 06:09

In campo faceva ammattire le difese avversarie con il numero due sulle spalle. Dettaglio inusuale per un attaccante. Kallon con la maglia del Vicenza aveva già creato un precedente, ma questa è un’altra storia. Davide Kleimann ha da poco spento le quaranta candeline. Il tempo, d’altronde, corre veloce come faceva «il Klei» sul rettangolo da gioco. Bandiera del Castello prima in campo, poi per anni dietro la scrivania da DS e adesso in panchina come assistente di Gioele Croci-Torti. Insomma, puoi togliere Kleimann dal Castello ma non il Castello da Kleimann. Impossibile. E allora, c’è anche la mano del «Klei» nell’inizio di stagione felice del Castello in Seconda Lega. Con animo discreto suggerisce, scruta gli aspetti da migliorare e poi via al confronto con Gioele, cugino del più famoso Mattia Croci-Torti.

Anche in panchina, Kleimann è il numero due. O meglio, un numero uno che non ama attirare su di sé i riflettori. Roba preziosa, insomma.

«Ha vinto il richiamo del campo, anche se l’idea di tornare a respirare l’odore del rettangolo verde mi balenava già da un po’. Prima ho dovuto discuterne con la società e scaricarmi da qualche compito amministrativo. Diciamo che al momento sono ancora in una fase di transizione, ma per fortuna abbiamo uno staff forte sul campo e un comitato volenteroso fuori». Abbiamo chiesto al «Klei» se riesce a mettere in stand-by l’animo da tifoso. «Sì, dai (ride, ndr), generalmente sono lucido e distaccato dalla parte del tifoso. Il mio compito è quello di essere una spalla affidabile. Ci confrontiamo e dico la mia cercando di essere il meno invadente possibile. Per i ragazzi cerco di essere una sorta di fratello maggiore».

Il primato in classifica non sorprende il Castello. «Volevamo dare continuità. Quindi sì, puntavamo a restare nelle parti alte. Siamo al terzo anno con Croci-Torti allenatore e i ragazzi lo seguono attentamente e con grande partecipazione ». La domanda è obbligatoria: quali sono le somiglianze tra il «Crus» e Gioele? «Non ho mai visto Mattia nello spogliatoio, ma devo dire che entrambi hanno un grande temperamento, un grande carisma e sono accomunati dalla capacità di coinvolgere tutto il gruppo». Poi la «profezia »: «Sono sicuro che Castello è solo una tappa del percorso di Gioele. Le chiamate arriveranno, anche se spero il più tardi possibile».

(Foto arch. Cdt/Maffi)