Chi sono i proprietari del Como?

Un pari contro il Cosenza, in una partita complicata, è bastato ieri sera al Como per tornare in Serie A dopo 21 anni.
Merito anche dello Spezia, che in casa ha battuto il Venezia, l'avversario diretto dei lariani.
Con la Serie A alle nostre porte, anche per il Ticino la promozione del Como è una bella notizia. Forse non così tanto per i dirigenti del FC Lugano che, dopo Milan e Inter, avranno un avversario in più nell'attirare tifosi allo stadio. Ricordiamo negli anni 80, quando il Como era nella massima serie, che tanti ticinesi accorrevano a vedere nella città di confine le partite di cartello.
Oltretutto questo Como sembra fare sul serio. Quella lariana non è soltanto una squadra che è salita per vivere un'esperienza tra i grandi e nulla più, no, questa è una società che vuole fare grandi cose e diventare una forza stabile del panorama del calcio italiano.
È ciò che ovviamente si augurano i proprietari del club, i fratelli indonesiani Robert e Michael Hartono (che hanno più di 80 anni), i due uomini più ricchi del loro Paese, oltre ad essere al 65. posto tra gli uomini più ricchi al mondo secondo l’annuale classifica stilata da Forbes, con un patrimonio personale stimato in oltre 40 miliardi di dollari.
Ma come hanno fatto i soldi i nuovi proprietari del Como? La storia è affascinante.
Dal 1963 sono i proprietari della multinazionale del tabacco Djarum (che avevano preso in eredità dopo la morte del padre), famosa per la produzione di sigarette aromatizzate, che da principale fonte di reddito è divenuta, a partire dagli anni Novanta, soltanto uno dei tanti rami del loro business. Subito dopo lo scoppio della crisi finanziaria asiatica del 1997, i fratelli riescono ad acquistare a prezzo stracciato la principale banca privata del Paese, la Bank Central Asia, ampliando notevolmente le loro attività commerciali. I fratelli Hartono acquistano così catene di supermercati, case di produzioni cinematografiche e servizi di streaming che hanno contribuito all’aumento esponenziale del loro (già imponente) patrimonio.
Tra le tante società di cui sono proprietari vi è anche la SENT Entarteinment Ltd (guidata dal manager statunitense Michael Gandler), azienda britannica attiva nel settore dei media e dell’intrattenimento, che nell’aprile del 2019 balza agli onori della cronaca sportiva italiana dopo l’acquisizione, appunto, del Como Calcio. Nel 2019 i lariani militano in Serie D e la società viene rifondata con il nome di “Como 1907”, dopo il fallimento di due anni prima.
Interrogato sui perché di un tale rischio d’impresa, Gandler risponde che la bellezza della città e dei suoi paesaggi erano una ragione più che valida per mettersi in gioco e risollevare il calcio in città: “Qui, al di là dello stadio e della bancarotta, c’è qualcosa di speciale. Quando sei seduto in tribuna e guardi le montagne, vedi quello che noi vediamo tutti i giorni, ville da milioni di euro nel panorama, ti siedi e vedi un’opportunità. Non vedi lo stadio rovinato, vedi un’opportunità. Qui c’è del potenziale perché Como è un posto da sogno e il sogno può diventare realtà”.
E con la promozione di ieri sera, questo sogno ha iniziato a prendere forma.
Il Como sale in Serie B nella stagione 2020-21 e nello stesso anno c’è un cambio importante ai vertici societari: Gandler viene rilevato dal suo incarico di dirigente della squadra dalla stessa SENT, che lo promuove ad un altro settore, e al suo posto gli subentra l’inglese Dennis Wise, ex grande giocatore del Chelsea.
La presenza di Wise nei quadri societari lariani si fa subito sentire, soprattutto con l’ingaggio del “top player” in grado di esaltare la piazza: parliamo ovviamente dello spagnolo Cesc Fabregas, uno dei più forti centrocampisti degli ultimi 20 anni. Un giocatore del genere da queste parti non era mai passato. Si deve proprio a Dennis Wise l’arrivo del catalano in terra comasca: “Il Como ha un progetto a lungo termine ed era esattamente quello che volevo, ha detto Cesc Fabregas presentandosi ai tifosi. Il merito è di Dennis che mi ha fatto cogliere questa opportunità”, rimarcando anche la volontà di rimanere a giocare in Europa, rinunciando ai tanti soldi di campionati come la Mls statunitense: “La Mls non era nei miei piani, ci tenevo a restare in Europa, dove il livello è più alto; i soldi non sono mai stati una componente importante per me”.
Fabregas, che ha firmato un contratto biennale, rimane nella società anche dopo la fine della carriera calcistica, sia come azionista che come allenatore. Cacciato Longo, Fabregas quest'anno ha fatto per qualche partita anche l'allenatore, ma non avendo il patentino, ha poi lasciato il posto al gallese Roberts. Possibile che in futuro tornerà a ricoprire quel ruolo.
A proposito di investitori, con ogni probabilità è stato ancora Wise a convincere un altro grande fuoriclasse ad entrare in società proprio in questo ruolo: si tratta di Thierry Henry, compagno di Fabregas all’Arsenal, che ha acquisto l'1% del club.
Insomma i due anziani proprietari (i fratelli Hartono hanno entrambi più di 80 anni) sembrano fare sul serio, ma come sempre ogni discorso finanziario passa sempre in secondo piano rispetto al campo, dove il Como è chiamato ad essere sin da subito competitivo, in una Serie A che li attende alla prova del nove.