Dei delitti e delle pene

Nel 1764 l'illuminista italiano Cesare Beccaria, nonno di Alessandro Manzoni, pubblicò il libro “Dei delitti e delle pene”. Il breve trattato ragionava in merito alla giurisdizione penale. Lo Stato e il cittadino stabiliscono un “patto”. Tutto viene regolato con una legge. Le persone rinunciano a parte della propria libertà per essere più “sicuri”. Se la norma viene trasgredita, lo Stato interviene, prima giudica e poi infligge una pena. E come deve essere la pena? Beccaria sosteneva che doveva essere certa ma non oltremodo punitiva, non poteva essere una mera vendetta ma tendere a fare riconoscere l'errore commesso. Il criterio ideale era la proporzione tra il “delitto” e la “pena”. Lo scandalo scommesse in Italia fa discutere in maniera molto strana. I calciatori coinvolti hanno trovato un alibi perfetto “la ludopatia”. Tonali confessa: “Ho scommesso sulle mie squadre e ho fatto fatica a smettere”. Il giocatore ha 23 anni, è costato al Newcastle quasi 70 milioni di euro, riceve uno stipendio 7 milioni netti a cui vanno aggiunti 2 milioni di bonus. La linea della Figc è chiara: essere celeri nelle decisioni; contenere lo scandalo. La formula giuridica in voga in ambito calcistico è: il Patteggiamento. La domanda è scontata: le pene inflitte sono congrue? Alla Federazione poco importa fare piena chiarezza, vuole chiudere in fretta la partita. La strategia è quella di depotenziare la vicenda. Le scommesse sono ormai organiche al mondo del calcio. E riguardano quasi tutte le serie. Quindi è un liberi tutti. Non per alterare un risultato ma indirizzare un dettaglio, all'apparenza ininfluente, collegato alla gara. Le squalifiche di Fagioli, Tonali sono dei precedenti pericolosi. Rimarranno lontani dal terreno di gioco per un periodo irrisorio alla stregua di infortunio. La Juve intende addirittura continuare a pagare il suo centrocampista. Il calcio muove fiumi di denaro, è un territorio dove la legge ha una validità e forza relativa. Gli interessi sono enormi, Il tifo e la passione obnubilano. I ragionamenti sono sospesi anzi non sono mai esistiti. E tutto va inesorabilmente nel dimenticatoio. D'altra parte il pallone rotola incessantemente e deve rotolare continuamente. Scrive Beccaria: “Il più sicuro ma più difficile mezzo di prevenire i delitti è quello di perfezionare l'educazione”.