Hockey

Hockey o fantahockey?

In Svizzera non ci si annoia mai grazie ai continui trasferimenti
Alessandro Tamburini
14.11.2024 10:53

L’hockey dei club è ripartito dopo la pausa dedicata alla nazionale, dapprima con la Champions League martedì e poi due partite del nostro campionato al mercoledì. Spiccano due clamorose scoppole subite da Losanna e Zugo in casa. In Champions i vodesi sono stati spazzati via 0-5 dai campioni del Ginevra Servette, lo Zugo in campionato in casa dopo 4’31» era già sotto 0-3 ed ha tolto per la prima volta Tim Wolf (essendo Genoni sempre assente) per far debuttare il 19enne Santo Simmchen (nella foto Keystone). Alla fine, i tori sono stati liquidati 1-6, mentre il Davos ha pure vinto in trasferta a Kloten 2-4 issandosi al secondo posto in classifica.

La pausa però ha ridisegnato anche il presente ed il futuro delle squadre, tra cambi di casacca (vedi Kenins da Losanna a Berna), prestiti temporanei (vedi Palve dall’Ajoie al Ginevra ed autore di due gol in Champions), trasferimenti futuri (vedi Hausheer, già ne ha parlato l’amico Maffioletti) o rinnovi (vedi soprattutto a Lugano Canonica e Alatalo, quest’ultimo molto atteso dai tifosi).

Insomma, a differenza di altri sport, nell’hockey non ci si «annoia mai». Sembra di vivere nel fantahockey, dove in molti si dilettano a fare squadre e poi a correggere il tiro a suon di buste o scambi settimanali. Ed onestamente, il tutto è troppo, schizofrenico. Nemmeno ci si gode più il presente, il tifoso rimbalza tra l’attualità ed il futuro senza aver più una «dimora» sicura. Sinceramente mi schiero con i tanti commenti nei blog o forum di tifosi «smarriti» da questo vortice incessante di cambiamenti. Il commento migliore della settimana appena vissuta l’ha fatto in un blog un amico ed appassionato di sport in generale. MM: «E fu subito polemica». Col faccino che rideva. Perfetto, perché oramai il tifoso non riesce più a capirci nulla e giustamente si lamenta. Due esempi. L’anno scorso alla Gottardo Arena si cantava (rarità) il nome di Spacek. Ma tanto lui aveva già firmato altrove. John Slettvoll invece non si fece problemi a spedire in tribuna Vrabec nel 1990 reo di aver firmato col Berna. E forse, per i romantici, il caro vecchio John non aveva tutti i torti. Per dare al pubblico un presente da godere senza polemiche (giuste) e vivere di hockey giocato. Non solo di fantahockey. Stavolta mi schiero col tifoso.