Il Chiasso nel cuore anche dall’altra parte del mondo

Quando risponde al telefono dall’altra parte del mondo, Emiliano Dudar ha il tono della voce di chi si gode la vita. Ovviamente, il calcio è ancora una componente importante del suo vivere. L’ex difensore di Chiasso, Bellinzona, Sion e Young Boys vive e lavora come procuratore in Argentina, «a Buenos Aires con mia moglie e mio figlio».
Chi ha vissuto il calcio ticinese di quasi un ventennio fa lo ricorda con affetto. Un gigante alto oltre centonovanta centimetri che in campo sapeva farsi rispettare. Sei reti da difensore centrale con i rossolù, la massima serie assaporata con il Bellinzona e le esperienze a Sion e Young Boys, sempre in Super League.
C’è tanto, tantissimo, Ticino nel cassetto dei ricordi del 43enne argentino, che tra una partita e l’altra in tribuna ad osservare nuovi talenti «sbircia» con interesse il percorso di rinascita del Chiasso in Terza Lega. La sua avventura in Svizzera è costellata da esperienze vissute tutte d’un fiato. Nel libro delle memorie in giallonero anche un grave incidente di gioco, ma non è di ricordi brutti che vogliamo parlare con Dudar.
Emiliano, il tuo primo ricordo di Chiasso?
«La mia prima esperienza in Europa. Qualcosa di unico. Arrivai con la squadra negli ultimi posti e facemmo un bel lavoro per salvarci. Chiasso avrà sempre un posto speciale nel mio cuore».
Anche in Terza Lega segui ancora la tua ex squadra?
«Assolutamente. Non mi perdo un risultato. Voglio bene al Chiasso e controllo su Instragram come sta andando. Spero, ma ne sono sicuro, che tornerà presto nell’élite del calcio svizzero. Per me è la città più bella della Svizzera e il Ticino è il posto più bello del mondo».
Addirittura ?
«Sì, mi legano molti ricordi e persone a Chiasso. Ricordo con affetto Franco Della Torre e sua moglie. Mi aiutarono tantissimo nella mia avventura».Ci torneresti?
«Di corsa, al 100%. Mi piacerebbe tornare a vivere da voi».
Con Alberto Regazzoni hai condiviso lo spogliatoio più volte. Ora sfiderà da avversario il Chiasso in Terza Lega con il Riva…
«Ho letto. Non lo conosco da allenatore, ma i suoi ragazzi hanno sicuramente un allenatore carismatico. Mando un forte abbraccio ad Alberto, una persona per bene che ha un posto speciale nel mio cuore».
L’incidente ti ha cambiato?
«Non posso negarlo. Dopo essermi ripreso, non ero più lo stesso e non avevo più voglia di giocare. Sono fortunato ad essere vivo e potermi godere la famiglia e mio figlio».