Calcio

Il Cigno di Utrecht

Compie 60 anni il centravanti più elegante e raffinato di tutti i tempi
Angelo Lungo
31.10.2024 09:11

Tattica, trame di gioco, movimenti senza palla, l'attacco dello spazio, pressing, possesso della palla, costruzione dal basso ma alla fine al tifoso interessa esclusivamente: il gol, rappresenta l'apoteosi, è il raggiungimento del parossismo agonistico. E se lo aspettano da un giocatore in particolare: il centravanti. Ha indosso il numero nove e ha la responsabilità di guidare l'attacco. La manovra ha lui come terminale e come punto di riferimento. È la soluzione del problema, pone la certezza, mette ordine al caos, ristabilisce l'equilibrio. È un calciatore ambito e storicamente pure costoso. I grandi interpreti, negli ultimi anni, scarseggiano. Gli allenatori si sono inventati “el falso nueve”. Tutti si possono infilare nella porzione solitamente occupata dal bomber classico. Ma il centravanti è ritornato, di nuovo lo si vuole al centro del progetto, alto e possente deve occupare l'area e se possibile dominarla. Marco Van Basten ha attraversato, da centravanti, il calcio tra gli anni Ottanta e Novanta. La sua carriera si interruppe prematuramente a causa di una serie di infortuni. Privando i tifosi di un campione assoluto. Era alto quasi un metro e novanta, ma giostrava con un'eleganza inarrivabile, si muoveva con un portamento regale, aveva una classe sopraffina, era un raffinato. Era un esteta che risolveva in maniera realistica l'azione. Le sue giocate erano efficaci eppure belle; erano graduali, sembravano lievi e moderate ma arrivano alla loro conclusione. Conciliava la dicotomia forma e sostanza. È stato uno di quei giocatori che non aveva tifosi-contro: troppo sontuoso, troppo abbagliante la sua immensa tecnica che veniva sciorinata sul campo. Il terreno come un palcoscenico dove il protagonista esibisce la sua arte. La sua essenza era la qualità, modificava la normalità e rendeva l'idea che l'impossibile potesse essere realizzato.

(Foto Keystone)