I giocatori più cari del mondo

Il fascino discreto dei soldi

Il calcio non ha limiti, gli atleti guadagnano sempre di più
Angelo Lungo
25.09.2021 07:14

La prestigiosa rivista “Forbes” ha stilato la lista dei calciatori più pagati al mondo. Ha consultato i club, i procuratori e gli sponsor. Le cifre sono espresse in dollari e includono i lauti stipendi, i bonus e le sponsorizzazione. I giocatori hanno sfondato presso l'immaginario collettivo, assurgendo a icone planetarie. In alcuni casi sono più importanti delle squadre in cui militano. La loro popolarità non dipende solo dalle prestazione sportive ma anche dal loro stile di vita. La prevalenza dell'immagine, grazie ai social: che tutto rimandano, che tutto influenza. La loro storia personale costruita ad arte viene proposta, sapientemente, a uso e consumo del popolo digitale. E per loro il ritorno in termini economici è considerevole. Ronaldo conta su mezzo miliardo di “follower”: su Facebook (149 milioni); Instagram (344 milioni); Twitter (94,3 milioni).

Ritornando alle cifre di “Forbes”, quello più pagato è, inesorabilmente, Ronaldo che incasserà in questa stagione 125 milioni di dollari. Ha scalzato dal primo posto Lionel Messi, che si dovrà accontentare di 110 milioni. Terzo Neymar che guadagnerà 96 milioni. Quarto Mbappé con 42 milioni. Una curiosità: al settimo posto, di questa speciale classifica, figura il 37enne Iniesta con entrate pari a 35 milioni.

Il totale dell'esborso per gli atleti più cari ammonterà a 585 milioni.

Correva l'anno 1984 e il calcio italiano spadroneggiava sul mercato. Il Napoli con un'operazione clamorosa pagò 13 miliardi di lire e ingaggiò dal Barcellona Maradona. L'argentino nella stagione che culminò con la conquista dello scudetto aveva uno stipendio di 1,7 miliardi di lire, che diventavano 3 grazie alle sponsorizzazioni. Attualizzato ai nostri giorni, il più forte giocatore di tutti i tempi, avrebbe guadagnato 3,6 milioni di euro. Nello stesso periodo il geniale Michel Platini, acquistato dalla Juventus per 250 milioni di lire, aveva un salario fisso di 500 milioni di lire. Attraverso, i già presenti sponsor, si avvicinava agli introiti del Pibe de oro.

Pecunia non olet dicevano i latini: l'espressione è attribuita all'imperatore Vespasiano che la rivolse al figlio Tito, il quale lo rimproverava per una tassa da lui imposta sugli orinatoi, mentre gli mostrava il denaro incassato.