Offside

Kubalik, Didomenico e le parole di Cereda

Il ceco sembra soffrire l'arrivo dell'ex Friborgo: il coach lo "stimola"
L.S.
02.11.2024 11:26

Luca Cereda è arrabbiato, lo ha confessato a fine partita anche ai microfoni della RSI. La sua non è soltanto delusione, no, c’è qualcosa di più. Alla sua squadra mancano fame e rabbia, e per chi, come lui, parla spesso di “disperazione”, è qualcosa di intollerabile.
Cereda se la prende anche con Kubalik. Sì, anche con lui. “Quando parlo di avere più fame e rabbia, mi rivolgo anche a lui ovviamente. Può fare un passo avanti, può tirare di più, visto che ha uno dei migliori tiri del mondo”.
Il coach dell’Ambrì non è contento di Kubalik, sembra evidente. Da lui, si aspettava qualcosa di più. Era sicuro che avrebbe fatto la differenza, ma per ora, a parte qualche sprazzo, non è stato così.
Cereda sembra invece difendere a spada tratta Didomenico: il nuovo arrivato gode ancora del periodo di prova e del “buonismo” del coach, nonostante un paio di ingenuità che sono costate care alla squadra nelle prime sue due partite.
“Credo che Dido abbia portato tanto in termine di lavoro e di attitudine, è uno che non si dà mai per vinto, anche se ha sbagliato in un paio di episodi”.
Insomma, Didomenico assolto. Lui la grinta ce l’ha mette, non come altri. Sembra questo il messaggio di Cereda.
E Kubalik? Anche a livello di atteggiamento, il ceco sembra meno presente e determinato rispetto a qualche settimana fa. Che l’arrivo di Didomenico lo abbia infastidito?
I numeri dicono che in queste prime due partite, Didomenico ha giocato circa sette minuti in più di Kubalik. Tantissimo! E anche un po' strano, per un nuovo arrivato. 
Sarà anche questo a dar fastidio a Kubalik? O saranno le attenzioni che l’ambiente ha riservato all'ex giocatore del Friborgo? O semplicemente la sua situazione personale, con un contratto dalla NHL che tarda ad arrivare?
Una cosa è certa: per svoltare, l’Ambrì ha bisogno di avere questi due giocatori al massimo della forma e uniti con un solo intento, quello di aiutare la squadra. Altrimenti sarà durissima.

(Foto Keystone/Branca)