La bicicletta è già nel futuro

Uno dei privilegi dei quali abbiamo potuto godere, da inviati al Giro, è stato vedere da vicino le biciclette utilizzate dai corridori professionisti, sia in versione normale che da cronometro. Sono gioielli che si possono acquistare anche in replica, ovviamente: basta avere 10/12.000 franchi da spendere. E, del resto, vista la tecnologia utilizzata, si tratta di prezzi adeguati, anche se non alla portata di tutti. I materiali, innanzitutto: i telai delle biciclette da corsa moderne sono realizzati in fibra di carbonio, materiale che regala pesi bassi, senza però perdere in rigidità e resistenza. Altri componenti, come le ruote, il manubrio, la sella e la trasmissione sono stati progettati rispettando i criteri di leggerezza, resistenza e aerodinamicità, allo scopo di migliorare le prestazioni. Tuttavia, il limite di peso imposto dall'UCI e di 6,8 kg. A farla da padrona, ovviamente, l'elettronica. I corridori indossano apparecchi per monitorare le proprie prestazioni: misuratori di potenza, frequenzimetri cardiaci e ciclocomputer avanzati. Questa tecnologia fornisce all'atleta in gara e al suo staff dati in tempo reale sulle prestazioni, sia in allenamento che in gara, consentendo così di concordare le tattiche di corsa. Ma la tecnologia di ultima generazione, ovviamente, si applica anche sul mezzo. Il cambio elettronico ha sostituito quello meccanico, consentendo cambi di rapporto precisi e veloci azionando un pulsante sul manubrio: le leve e i cavi metallici non esistono più. Questi dispositivi arrivano a regolare automaticamente il rapporto in base alla posizione del ciclista. Capitolo a parte merita l'aerodinamica, che riguarda sia il telaio che la posizione in bicicletta dell'atleta. Il lavoro dei progettisti, finalizzato a migliorare questo aspetto, ha prodotto tubi del telaio con sezioni aerodinamiche a goccia o forme troncoconiche, che aiutano a minimizzare il "drag" aerodinamico. Sovente i manubri sono integrati al telaio, eliminando gli spazi vuoti tra il manubrio e il medesimo, con vantaggi aerodinamici. Anche le ruote seguono la stessa logica, essendo progettate con profili specifici, sezioni più profonde e larghe che migliorano il flusso dell'aria attorno alle ruote medesime. Va anche detto che le ruote possono avere l'altezza del profilo variabile: nelle gare a cronometro, dove le velocità sono più elevate, e non si corre in gruppo, sono più alti. Abbigliamento aderente e caschi aerodinamici completano il tutto, al netto del fatto che le forme del mezzo favoriscono una posizione dell'atleta finalizzata alla massima efficienza da questo punto di vista. La bicicletta ha ancora margini di sviluppo? Simone Omarini, esperto intervistato da BiciPro, sostiene che le regole UCI (per esempio sul profilo dei tubi) tendono a frenare lo sviluppo. Ma, del resto, c'è chi sostiene che mezzi troppo performanti siano pericolosi per la sicurezza. Di sicuro, la pista è il banco di prova migliore per l'aerodinamica, mentre per i materiali le gare di MTB sono assolutamente indicative. Tuttavia, secondo l'esperto, il lavoro più grande da fare è sulla posizione degli atleti in bicicletta: margini di miglioramento anche piccoli possono infatti incidere molto su gare di lunga durata.