Podismo

La maratona è corpo e anima

Nel mese di aprile del 1896 si tenne la prima gara olimpica
Angelo Lungo
10.04.2023 08:10

Quando si corre si fa fatica, si respira, si vive. Il gesto è istintivo, rappresenta un'idea esagerata di libertà. La corsa è democratica: i podisti si incontrano e comunicano. Chi corre ha un legame particolare con la terra. Non importa da dove si è partiti e nemmeno dove si deve arrivare, non importa il percorso, importa solo: infilare un passo dopo l'altro. Si entra in una dimensione: in contatto con il proprio “io". Ci si concentra sul movimento, il respiro parla, il battito del cuore è un palpito, gli occhi scrutano l'orizzonte. Il podista è impegnato sempre in una gara quella: con e per se stesso.

Fu il filologo francese Michel Bréal che ebbe l'idea di organizzare una corsa lunga che ricordasse l'impresa di Fidippide e nacque la maratona. Nel 1896 si tennero ad Atene le prime Olimpiadi moderne, la prima maratona fu corsa, il 10 aprile, sulla distanza dei 40 km ossia quella che separava la città di Maratona dalla capitale greca. Solo successivamente, nel 1921, la lunghezza fu fissata a 42 chilometri e 195 metri.

Vinse Louis Spiridon, un greco entrato di diritto nella storia. Si iscrissero alla competizione in 25, ma solo 17 parteciparono effettivamente, 13 erano i padroni di casa e 4 provenivano da altri paesi. Il greco aveva solo 23 anni e indossava le scarpe che gli avevano regalato i suoi compaesani. Il percorso prevedeva la partenza da Maratona e l'arrivo nello stadio di Atene. Il suo arrivo scatenò un incredibile entusiasmo, i reali entrarono in pista per accompagnarlo idealmente sul traguardo, concluse la sua fatica con il tempo di 2 ore 58 minuti e 25 secondi. Le informazioni su Spiridon furono riportate dal podista italiano Carlo Airoldi. Il varesino si recò a piedi da Milano ad Atene, non avendo i soldi per sostenere la trasferta, ma non poté gareggiare, poiché fu accusato di essere un professionista. Era un operaio, figlio di contadini, e il suo viaggio durò più di un mese.

Scrive il poeta Eugenio Montale: “Amo l’atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta”.