Calcio

La prima vacanza di Toni Kroos

Il campione tedesco si è ritirato da poco e il calcio non sembra mancargli
A. L.
03.10.2024 05:22

Toni Kroos ha attraversato il calcio in maniera fantastica. È stato un giocatore elegante, composto, raffinato. Era dotato di un'intelligenza tattica sopraffina. Le sue giocate erano magnifiche, mai fine a sé stesse, erano essenziali eppure geniali, efficaci e costruttive. Il tedesco è stato un atleta senza tempo: ha saputo coniugare il passato e il presente; ha tenuto assieme l'antico e il moderno. È stato esemplare anche nei comportamenti e ha esaltato lo spirito dello sport. La sua cifra stilistica era semplice da eseguire per lui, complicata da decifrare per gli avversari. Ha 34 anni e  si è ritirato da poco. È un pensionato speciale, e ha raccontato la sua attuale vita in una conversazione, tenuta con Zverev. Vive a Madrid con la sua famiglia. Ha confessato: “Ad agosto sono andato in vacanza per la prima volta in vita mia”. Racconta che ora si sente una persona normale: “Quando porto i bambini a scuola, vado a casa e non ad allenarmi”. Sul suo ritiro: “Ho sempre desiderato arrivare al massimo. Ma i continui viaggi e la lontananza della famiglia mi hanno stancato nel corso degli anni. Mi sento bene”. Ma quando lo prende la nostalgia si reca a Valdebebas (dove si trova il centro sportivo del Real Madrid) per salutare i suoi ex compagni di squadra e spiega: “Non so se è bello se ogni tanto mi presento e dico che voglio allenarmi con loro”, e corre un rischio, ossia “che Carlo (Ancelotti) mi dica: 'Adesso resta qui'”. Rivela il segreto del Real: “Fanno sempre scelte intelligenti. Scelgono giovani dotati di grande tecnica. Una ruota si incastra con l'altra”, ma: “Non contano solo le gambe, ma anche quello che c'è tra le orecchie”. Una parola la dedica anche a Ronaldo che ha “una dipendenza positiva”, ossia “vincere titoli e segnare gol”. E quando gli è stato chiesto cosa non gli piace del football, è stato perentorio: “I premi individuali nel calcio mi sembrano del tutto inutili. Senza la squadra il giocatore non sarebbe nulla”.

(Foto Keystone)