Lugano, manca ancora qualcosa
Il Lugano non ha giocato bene, e fin qui siamo tutti d’accordo. Ma cos’è mancato ieri sera alla squadra di Croci-Torti?
La prestazione del Letzigrund ha ricordato quella di Yverdon, dove, a parte l’arbitro,
il Lugano fu piuttosto modesto.
Poche idee, un’apparente stanchezza diffusa e dei singoli che non sono riusciti
a ripetere la partita di qualche giorno prima contro lo Young Boys.
IL GOL INCASSATO
Complimenti a Muci, autore del gol e di una buona
partita, ma una rete così non si deve prendere.
Il piede morbido di Morandi, con quella palla precisa ma lenta a rientrare, non
può trovare Marques solo nell’uno contro uno. Cosa ci fa inerme Przybylko tra
Muci e il portiere? Perché non sorveglia la zona dei cinque metri? Viste le sue qualità aeree, controllare il primo palo non sembra una grande idea.
E Saipi? Fosse stato più convinto, forse quel pallone poteva respingerlo, e invece
fa un passo avanti prima di tornare in porta.
Insomma, un pallone che atterra lemme lemme nello spazio lasciato da due uomini di quasi due
metri e colpito, senza dover saltare, dall’attaccante avversario, è qualcosa
che si vede raramente. Per fortuna.
LE DELUSIONI
Ci si aspettava tanto, o almeno un segnale importante,
sia da Cimignani che da Dos Santos e invece i due hanno ampiamente deluso.
Il francese sembra non crederci più, è sfiduciato, come se il ruolo di “riserva”
gli pesi come un macigno. Quando entra non sa più regalare quel brio che lo aveva
contraddistinto al suo arrivo a Lugano.
E Dos Santos? Giusto dargli tempo, arriva dalla Challenge League, e la Super
League, almeno per ora, sembra stargli ancora un po’ larga. Soprattutto a
livello fisico.
Ieri sera ha deluso anche Przybylko, che dopo la bella prova con l’YB, non si è
ripetuto. A parte un colpo di testa, è sembrato di rivedere quel giocatore che
a Yverdon non era riuscito mai a entrare in partita. In quel ruolo bisogna
lottare di più, rendere la vita più dura ai difensori.
Anche Vladi, reduce da un infortunio, in quei pochi minuti che ha giocato non
ha fatto molto meglio. Anzi.
Tra le delusioni, non si può tralasciare Bottani: il capitano è nel pieno di una
involuzione difficile da spiegare. Ci ha provato su punizione nel finale, con
una conclusione che è sembrata più che altro un tentativo disperato di cambiare
qualcosa in questa sua finora triste stagione. Ma il tiro è finito
contro la barriera.
LA STANCHEZZA
Difficile chiedere di più ai due terzini Marques e
Brault-Guillard. Ieri il portoghese è apparso subito molto stanco e alcuni suoi
approcci imprecisi ne sono stati la fedele dimostrazione. Sul gol si fa “mangiare”
da Muci, ma la differenza fisica è evidente.
Il canadese invece cerca di non mollare mai, ma si trova davanti un Muci fresco
e lucido, con tanta voglia di far bene contro la sua ex squadra, e va un po’ in
sofferenza.
Nemmeno Bislimi e Steffen, quando sono entrati, hanno dato l’impressione di
stare benissimo. Mai uno spunto o una giocata degna di nota, e spesso hanno
lasciato la squadra in inferiorità numerica quando c’era da difendere.
ALISEDA
È lui la bella notizia di questo periodo bianconero: cinque gol e due assist in undici presenze. Nacho è tornato, con le sue giocate ubriacanti e con la sua velocità nello stretto che destabilizza le difese avversarie. Quel tiro a incrociare, a rubare il tempo a Hammel, è tipico dei grandi giocatori. Ma non è stata l’unica giocata di una partita passata a predicare nel deserto.
L’ATTEGGIAMENTO
Il Lugano di Cornaredo non è quello che si vede in
trasferta. Lontano da casa i bianconeri ogni tanto si specchiano troppo,
giocano un calcio lento e prevedibile.
Le qualità dei singoli non può bastare a risolvere le partite, ci vuole più
ritmo e convinzione, per far capire subito chi è il più forte.
E anche il possesso palla, a volte spinto all’inverosimile, non è sempre facile
da attuare. Anzi, facilita il gioco degli avversari, che ti aspettano e ti
colpiscono in contropiede. E per fortuna che il GC, ieri sera, ha sbagliato
tanto nelle ripartenze.
Ogni tanto si può anche arretrare il baricentro e approfittare degli spazi che
ti concede l’avversario. Non è un disonore, è soltanto un modo per variare il
proprio gioco. E chissà, potrebbe sorprendere gli avversari. Com’è successo
ieri sera con il contropiede che ha portato al gol di Aliseda.
(Foto Keystone)