Nemo, il saracino Doumbia e le palle che girano

Colpi durissimi alla svizzeritudine, sabato. Già al
Wankdorf, tutta Berna si apprestava a festeggiare il titolo nazionale, cosa che
matematicamente non sarebbe successa in nessun caso. Ma anche prima, per le vie
della Capitale federale, sciamavano ragazze e ragazzi di tutti i mondi, che col
caldo esibivano la loro voglia di vivere, denudandosi con la dolcezza e
l’innocenza dei bambini. In clamoroso contrasto, ma anche visibilio, con noi
vecchi conservatori, chi più chi meno.
Torniamo al Wankdorf, tutto giallonero e pronto alla festa come se fosse la
prima volta e non invece un’abitudine (5 titoli negli ultimi 6 anni). Aleggiava
un filo di protervia, di superiorità non solo calcistica ma pure di virtù e conoscenza
(!?). Per la prima volta da che ne abbiamo memoria, i bernesi sembravano in
anticipo sugli eventi. Lo volevano ardentemente, desideravano la gioia e la
gloria, al punto da sbeffeggiare pericolosamente matematica e cabala. E lo
Young Boys, sulle ali dell’incoscienza, ha cominciato la partita con la lancia
in resta e pavesato di colori, come in giostra.
Poi è arrivato in giravolta il saracino Doumbia e con un ceffone ha spento i
sorrisi e disarcionato i cavalieri.
Che poi non si sono veramente arresi, bravi, ma sembravano tornati in sella a
un Ronzinante, intenti risalire pietraie aguzze messe lì dal malefico Cruus.
Sempre però sostenuti dai tifosi, intenti a rullare tamburi e a intonare canti
gutturali come se domani fosse comunque il giorno del trionfo. Forse tornati a
capofitto alle loro reazioni tardive da barzelletta.
Però è così. E la sera, per colmare la beffa e svuotare la bile, Nemo ha
conquistato l’Europa da campione, ben prima che lo faccia l’YB. Poi, chiaro, le
madonnine dai riccioli d’oro, onnipresenti come il gruyère, hanno stabilito che
Nemo profeta in Patria. Ma intanto i giochi sono fatti, con le palle e i
palloni che girano sempre contromano.