Offside

Orgoglio, paraculismo e il verbo al presente

Cereda e Gianinazzi a fine partita commentano a modo loro le due sconfitte
L.S.
20.10.2024 08:16

Lugano e Ambrì non stanno attraversando il loro miglior momento.
I bianconeri hanno perso quattro delle ultime sei partite (due vittorie, una contro l'Ajoie), mentre l'Ambrì è alla terza sconfitta consecutiva dopo la vittoria nel derby.
La tensione inizia a salire, anche perché la classifica cambia velocemente fisionomia.
E così Luca Cereda, per la prima volta da tempo, se la prende con gli arbitri. E non cerca nemmeno modi "inglesi" per farlo. No, va diretto al punto, al cuore del problema, che si vede, gli dà parecchio fastidio.
Per una volta il tecnico dell'Ambrì esce dai suoi binari di una presunta serenità che sfoggia in quasi tutte le occasioni.
Gli arbitri? Fanno del "paraculismo". Ma cosa vuol dire? Chi fa del paraculismo, ha un atteggiamento furbo e spesso anche opportunistico. Ecco cosa dice il vocabolario della Treccani. Più probabile che, nell'accezione intesa da Cereda, gli arbitri non siano in grado, o non vogliano, assumersi le loro responsabilità. E come dice Cereda, questo paraculismo, che non vogliono ammettere, è davvero fastidioso.
Gli elogi alla squadra, per il carattere dimostrato, fanno così da contraltare quasi obbligato alle ingiustizie subite.
Ma la squadra è viva, ha creato tanto. E anche il Luca biancoblù, ieri sera, era più vivo che mai.
Gianinazzi invece, tira fuori una massima che non una piega: se non fai gol, al massimo vai all'overtime. A Locarno, ai tempi di Roberto Morinini (inizio anni novanta), il portiere delle bianche casacche Tiziano Sacchetti prendeva così in giro l'attaccante e amico Luca Pedrotti: "Se la difesa non subisce gol, il nostro attacco garantisce il pareggio". Era il Locarno degli zero a zero, che sfiorò per due stagioni la promozione in Serie A.
Il coach bianconero, nelle analisi delle partite, parla sempre al presente. Ci avete fatto caso? "Ci creiamo le occasioni", "giochiamo bene (o male)", ecc.... Anche a partita finita, Gianinazzi non usa mai il passato. Come se fosse sempre dentro in un turbinìo di emozioni che non lo mollano nemmeno durante le interviste. È il suo modo, probabilmente, di prolungare un'analisi che non è mai facile da fare a caldo. Ma Luca, nonostante la giovane età, raramente si scompone. E qui non c'entra il paraculismo.

(Nella foto Putzu, Luca Cereda e l'arbitro Michael Tscherrig discutevano già nel 2017)