Offside

SAM, reagisci sul campo!

La polemica per le parole di Kovac attendono la risposta della Lega e di gara3 a Massagno
L.S.
03.05.2024 08:22

L’Olympic Friborgo è un passo dal titolo (2 a 0 nella serie al meglio delle cinque partite), ma la SAM Massagno, per il momento, non ha ancora alzato bandiera bianca. Anzi, i luganesi, nelle prime due gare, hanno venduto cara la pelle. Un po’ di sfortuna e qualche dettaglio hanno fatto la differenza.
Domani si gioca la prima partita di finale in Ticino: è l’occasione per raccorciare le distanze e tornare a mettere pepe a una sfida che resta comunque avvincente, tra le due migliori squadre svizzere.
A scuotere l’ambiente e a far passare in secondo piano i discorsi cestistici, sono state le dichiarazioni di Roberto Kavoc, giocatore del Friborgo ed ex del Massagno.
Il 34.enne, che ieri ha festeggiato il suo compleanno, è andato un po’ "lungo" nel lancio di quella che potrebbe essere la partita decisiva.
Qualche vecchia ruggine, soprattutto con il suo ex allenatore Gubitosa, gli hanno fatto dire cose che in questo ambiente, spesso ovattato e ipocrita, non si dicono.
“Non voglio solamente battere Massagno, voglio distruggerlo”. E poi l’attacco al tecnico: “Quello che mi ha fatto il mio ex allenatore non l’ho ancora digerito”. E tante altre piccole provocazioni che hanno scatenato la reazione dell’ambiente ticinese. Che ieri sera ha reagito con un comunicato, in cui spiega di aver inoltrato alla Commissione disciplinare di Swiss Basketball una richiesta di apertura disciplinare nei confronti di Kovac.
La speranza, inutile nasconderlo, è che Kovac paghi per le sue dichiarazioni e domani non sia presente nella gara di Massagno.
La SAM fa riferimento ai principi di etica sportiva e del fairplay, ritenendo lesive le dichiarazioni di Kovac. Che, sempre secondo il club ticinese, potrebbero creare tensioni e nervosismo.
Quello che scrive e dice la SAM è comprensibile, anche perché la legge (non scritta) dello sport dice che è soprattutto nelle vittorie che vedi i veri campioni. Chi si sa comportare, chi sa tendere la mano all’avversario.
Qui, ovviamente, la situazione è un po’ particolare. C’è un passato a fare da sfondo. L’astio che Kovac prova nei confronti del suo ex allenatore è qualcosa che non può nascondere e che noi, da lontano, non possiamo, né vogliamo giudicare. Un astio che Kovac però vuole evidenziare e che in un certo modo è la molla che lo tiene vivo.
Capita spesso, nello sport, che si scenda in campo con un pizzico di cattiveria per dimostrare a qualcuno di essersi sbagliato. O semplicemente per consumare una vendetta sportiva.
È questo il caso. Le parole sono taglienti, possono anche far male, ma in fondo fanno parte di una dialettica sportiva che non siamo più abituati a sentire, visto che ormai la comunicazione è spesso controllata e stereotipata. A tutti i livelli.
La SAM, dopo aver fatto la sua legittima denuncia (siamo curiosi di vedere cosa succede…), ora dovrebbe trovare il modo di caricare squadra e ambiente e sbattere in faccia a Kovac quelle sue parole. Quella sì che sarebbe una bella vendetta sportiva. Il resto, sono chiacchiere che servono a poco.

(Foto Keystone/Flauraud)