Scommettiamo che...?

Sta facendo rumore l'inchiesta in Italia sulle scommesse, rivelata da Fabrizio Corona, più che altro per la valenza dei nomi coinvolti (dopo Nicolò Fagioli della Juventus, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo: ma non possiamo escludere che a questi se ne possano aggiungere altri). Va detto che la norma federale sulle scommesse per i calciatori è abbastanza draconiana: questi possono scommettere su tutti gli sport, escluso il calcio. Certo, perché un giocatore che milita nel campionato svizzero non possa scommettere su un incontro in programma in Australia può apparire quantomeno singolare, anche se ci diranno che l'atleta, introdotto nell'ambiente, potrebbe avere notizie riservate, non a disposizione del pubblico indistinto. Che, poi, il divieto possa essere aggirato mediante dei prestanome di fiducia, con qualche piccolo accorgimento che limiti la possibilità di risalire ai veri autori delle giocate, consentendo magari ai protagonisti anche di scommettere contro la propria squadra, è l'ovvia opposizione del tifoso seduto sul divano: ma questa è un'altra storia.
Certo, quello delle scommesse, da parte degli sportivi è un problema non di poco conto (come noto, negli anni scorsi toccò anche i nostri campionati, tant'è vero che la SFL ha attivato, da tempo, un programma di prevenzione). Oltre un certo limite lo diventa anche per i comuni cittadini, anche se qualcuno storce il naso, considerandolo un'intrusione dell'autorità nella propria vita privata. Come sappiamo, sul territorio svizzero solo Swisslos e la Loterie Romande possono offrire i giochi di lotteria e le scommesse sportive su Internet. Tutte le altre offerte sono illegali, tant'è vero che, come noto, la Gespa, con la collaborazione degli internet provider, ha bloccato l'accesso degli altri operatori al mercato svizzero online. In Italia sono considerate illegali le piattaforme internazionali dei grandi marchi, ammessi ad operare nella vicina Penisola tramite i propri portali italiani. Provare ad aggirare l'ostacolo, per accedere ai più ricchi e completi siti britannici magari, facendo uso di una VPN, significa andare incontro a conseguenze anche penali, seppure lievi.
Tornando ai protagonisti della vicenda d'oltre confine, l'articolo 24 del regolamento che vincola gli iscritti alla FGCI prevede squalifiche sino a tre anni e una sanzione pecuniaria di 25.000 Euro: per alcuni commentatori, non è un caso che si stia facendo trapelare una presunta ludopatia del giocatore, perché potrebbe essere considerato elemento di attenuazione delle responsabilità. L'aspetto penale, invece, riguarda l'aver effettuato le giocate su siti illegali, secondo quanto abbiamo esposto sopra. Da questo, l'invito a presentarsi alla polizia giudiziaria anche per gli altri due giocatori coinvolti (Nicolò Fagioli era già stato sentito nei giorni scorsi), i cui nomi sono stati anch'essi rivelati da Fabrizio Corona, a sua volta ascoltato in qualità di persona informata sui fatti dagli inquirenti. Va anche specificato che scommettere e truccare le partite sono due cose diverse: potrebbe apparire evidente ma, leggendo i commenti sui social, non lo è per molti.
La situazione, insomma, è delicata, anche perché non sappiamo cosa potrebbe venire fuori nei prossimi giorni. Certo, l'esempio fatto da Stefano Olivari, editorialista anche del Corriere del Ticino, è calzante, seppure chiaramente provocatorio: se proibiamo a un giocatore di scommettere sulle partite, perché potrebbe essere considerato una sorta di insider trading, per analogia dovremmo impedire anche a dirigenti e impiegati di società quotate in borsa l'acquisto e la vendita di titoli o azioni della società della quale sono dipendenti o della concorrenza. Insomma, mai come in questo caso etica e vita reale si trovano a collidere.
Poi, come detto sopra, c'è l'aspetto patologico, sul quale interviene anche la pubblica autorità, a livello preventivo e repressivo, con tutto il dibattito che si porta dietro: chissà che, nei prossimi giorni, l'amico e collega Antonio Bolzani non decida di affrontare il tema nella sua seguita trasmissione radiofonica Controcorrente, per dare voce ai ticinesi sul tema.
Per intanto, Zaniolo e Tonali sono stati esclusi dal ritiro azzurro. Ma non solo: sta suonando un allarme fortissimo sui dati dell'ascolto televisivo della Serie A nella vicina Penisola. Dopo sole 8 giornate di un campionato oggettivamente interessante (lo scorso anno, la fuga del Napoli, soprattutto nel girone di ritorno, fece venir meno parecchio interesse per il torneo), secondo DAZN, partner esclusivista del massimo campionato italiano di calcio, confrontando lo stesso periodo a quello della stagione scorsa, mancherebbero qualcosa come 3,5 milioni di telespettatori (40.000.000 contro 43.500.000).
Certo, la proiezione attuale, con una vittoria contesa sino alla fine tra alcune tra le squadre più tifate della vicina Penisola, e molto amate anche dalle nostre parti, potrebbe invertire la rotta. Ma la sensazione è che qualcosa si sia rotto. E che, ormai, il calcio sia roba che riguarda le generazioni più anziane. Che sono maggioranza, tabelle demografiche alla mano: ma le quali, probabilmente, non amano lo streaming e, forse, di fronte anche a situazioni come quelle delle quali abbiamo riferito sopra, rischiano di disamorarsi del giocattolo. C'è poi anche un altro aspetto da considerare, vale a dire che la tanto strombazzata azione contro la pirateria non abbia fatto centro: ma si sa, le organizzazioni criminali non organizzano conferenze stampa, e i dati non vengono quindi divulgati. Il tutto, alla vigilia delle trattative per il rinnovo dei contratti con le emittenti televisive. Forse, siamo davanti davvero a un bivio. E la sensazione, vista anche la vicenda Supercoppa, della quale abbiamo già scritto, è che la Serie A non sia in mano alle persone giuste. Affaire à suivre, insomma.