Stefano Lippmann, una vita senza sosta in gialloblù
È il primo ad arrivare al campo, sempre l’ultimo ad andarsene. Stefano Lippmann, ormai, lo conoscono tutti sui campi da calcio regionali. Merito di una vita in gialloblù, prima sulla panchina del FC Riva e poi su quella dell’AS Novazzano in Seconda Lega. Oltre trecento panchine di fila, senza saltare mai una partita da quattordici stagioni.
«Provo un sentimento di gratitudine a guardarmi indietro. Nei confronti di Riva e Novazzano, della famiglia e del mio datore di lavoro (Stefano – anche se non ama farsi chiamare così – lavora al Cdt da quasi quattro anni, ndr). Dal 2011, senza sosta, ho la possibilità di vivere ogni settimana la mia passione».
E pensare che tutto è partito quasi per caso. «Con Andrea e Igor abbiamo proposto il nostro «progetto» - ma è un parolone – alla dirigenza del Riva. Ricordi? Ce ne sarebbero mille, forse anche di più».
Da tre stagioni è cambiata la categoria, ma non i colori e la folta barba che non basta a nascondere il sorriso. «Rispetto a quando ho iniziato (a 26 anni), c’è sicuramente un po’ più di esperienza e anche il livello di formazione è cresciuto. Resta la volontà di portare un po’ di spensieratezza: una squadra che sorride anche durante gli allenamenti gode di buona salute».
Non è raro vederlo oltre la zona tecnica a dispensare consigli ai suoi ragazzi. «Lippo» riesce nella missione di creare sempre legami di rispetto reciproco. «Penso sia fondamentale essere trasparenti e mantenere dei rapporti sinceri. In queste categorie, un allenatore «gestisce il tempo libero dei ragazzi decidendo chi passerà le proprie ore di svago in panchina o in campo. È una grande e delicata responsabilità».
«Maestro» della scaramanzia e tifoso del Pisa, abbiamo chiesto al collega se baratterebbe la promozione dei toscani con un posto sul podio del suo Novazzano. «Non giochiamo con i sentimenti (ride, ndr). Dico podio Novazzano. Il Pisa ce la farà comunque».