Fumetti

"Un Dylan Dog in splendida forma"

A Lugano gli incubi sono ben in "mostra"
Carlo Scolozzi e Angelo Lungo
05.11.2021 15:57

La galleria d'arte di Marco Lucchetti conferma se stessa e celebra i 35 anni di Dylan Dog con una mostra di livello. 

Soddisfatto dell'evento?

"La mostra è andata molto bene. Siamo molto contenti per l'affluenza. Abbiamo avuto molte visite dal Sopraceneri, da Piacenza e da Genova. La qualità dei visitatori è aumentata e si riflette anche nelle vendite. Lo testimonia il fatto che oltre alle tavole e agli acrilici, hanno riscosso successo anche i disegni a matita, specie quelli di "Golconda" e de "I conigli rosa uccidono".

Certo avete avuto un ospite prestigioso.

"Confermo. Luigi Piccatto è un autentico maestro, è un artista, un autore affermato. Il suo stile è inconfondibile. Eppoi è una persona disponibile".

Per lei cosa rappresenta Dylan Dog?

"È un personaggio immerso nella realtà. Vive in una città riconoscibile, Londra. È intelligente. Le avventure hanno un taglio divertente e le sue indagini descrivono paure concrete e incubi reali".   

Chi è Tiziano Sclavi?

"È lui che ha avuito l'idea geniale di creare Dylan Dog. Uno scrittore che fa una vita ritirata, ha una sua nicchia di ammiratori ed è poco conosciuto dal grande pubblico. È un po' l'alter ego dell'indagatore dell'incubo".

Il taglio del fumetto è cambiato?

"Non è facile mantenere intatta la qualità delle storie. 35 anni è un lasso di tempo notevole. Nell'ultimo periodo sono tornate le vecchie atmosfere. Quelle terrificanti, dove si esaltava il voyeurismo: basti pensare all'occhio gigante di "Golconda", quello sguardo immenso e fisso. Una splendida metafora".

Ultimamente c'è stata un'apprezzata novità.

"In effetti, i cross over con Dario Argento e Vasco Rossi rappresentano un'intuizione azzeccata". 

Prossimi progetti della sua galleria?

"C'è una collaborazione in atto con Castellinaria. Inoltre a Lugano arriverà Massimiliano Frezzato". 

Lei ha in serbo una sorpresa.

"Celebrare degnamente Diabolik attraverso una mostra, e soprattutto riuscire a portare nelle sale ticinesi il film diretto dai fratelli Manetti, degli autentici geni".