Zona belli

Va bene le parole, ma ora contano i fatti

Il futuro dell'ACB passerà dalla coesione tra municipio e vertici del club
Alan Del Don
31.01.2023 18:03

Le parole sono importanti. Quelle dette, certo, ma anche quelle non proferite. Questa stagione i vertici dell’ACB ci hanno abituati a sussurrarne pochissime. Spesso, anzi, si sono trincerati dietro il classico silenzio stampa. I giornalisti possono anche farsene una ragione, ma i tifosi no. Esigono trasparenza e chiarezza. Parlando con alcuni di loro prevale un certo scoramento, quando invece a dominare nell’anima e nel cuore dovrebbe essere l’orgoglio per essere rinati dopo il fallimento di dieci anni fa ed aver compiuto (ma non concluso, si spera) la difficile ascesa dopo la parentesi nel calcio regionale. È strano, non trovate?

Il traguardo, l’abbiamo sentito pure dalle parole del nuovo allenatore Stefano Maccoppi, rimane sempre e comunque la promozione in Super League. La prima partita dopo la pausa per i Mondiali non consente di fare gli auspicati salti di gioia. E, come se non bastasse, il divario con le prime tre in classifica si è ulteriormente dilatato. I granata ora sono a dodici punti da Wil ed Yverdon e ad undici dallo Stade Losanna. Quasi quasi è meglio guardarsi le spalle (con lo Xamax, ultimo, a “soli” dieci punti da Cortelezzi e compagni) per evitare brutte sorprese. L’ACB si trova desolatamente nel limbo della graduatoria con il rischio che, a fine febbraio, la stagione possa già considerarsi conclusa anzitempo.

Da neopromossa il cammino è stato (parzialmente) soddisfacente. Ma l’obiettivo non è la salvezza, ce lo hanno fatto capire in tutti i modi. Se fosse stato quello, a questo punto della stagione, i granata sarebbero messi più che bene. Ecco perché – e torniamo all’inizio – con il senno di poi sarebbe stato meglio evitare i proclami e i voli pindarici e giocarsela, sfida dopo sfida, e poi tirare le somme solo alla fine, come amava ripetere il buon Angelo Renzetti. Aveva ragione da vendere l’ex presidente bianconero. L’esempio da seguire è proprio lui. Che alzava la voce solo quando era strettamente necessario oppure per stimolare i giocatori (vi ricordate le frecciatine al bravo Tosetti, ora approdato proprio all’ombra dei castelli?).

Quello stesso Renzetti che si è peraltro seduto allo stesso tavolo dei municipali e ha supportato la loro visione del Polo sportivo e degli eventi, approvato dai luganesi con il 56,8% di sì il 28 novembre 2021. Non poteva fare altrimenti, direte voi. Ovvio. Ma da navigato uomo di calcio ha capito che la politica ha i suoi tempi. Ha aspettato. E alla fine è stato premiato. Facendo un parallelismo, ricordiamo che a Bellinzona sono in corso le trattative fra i vertici granata e l’Esecutivo per la questione dell’affitto dello stadio Comunale. L’accordo è in dirittura d’arrivo. Si dovrebbe inoltre procedere a dotare il club di infrastrutture all’altezza, consone all’attuale categoria. L’autorità comunale si sta impegnando per soddisfare appieno le esigenze della società che ha appena compiuto 119 anni.

Indipendentemente da come terminerà la stagione sul campo, bisognerà ripartire da questa coesione fra Municipio e vertici dell’ACB per cercare – nel limite del possibile – di gettare le basi di un progetto a medio-lungo termine. Occorrerà coinvolgere pure i tifosi, la piazza. Il club è un patrimonio di tutti. Nei prossimi mesi serviranno meno parole, ma più fatti. I bellinzonesi non chiedono altro.