Gaetano Berardi: «Alioski ha bisogno di sentirsi protagonista»

Uno come Alioski, al Lugano, farebbe assai comodo. Per le sue giocate, certo, ma anche per la sua personalità. Una figura del genere, all’interno del gruppo bianconero, sembra mancare. Autorevole ma non autoritario, lo descrive così, in sostanza, Gaetano Berardi. I due hanno trascorso assieme quattro stagioni con il Leeds, ottenendo peraltro una promozione in Premier League. «Mi aveva sorpreso, poiché personalmente non lo conoscevo e fu una bellissima scoperta. In quegli anni - prosegue l’attuale allenatore del Brescia Under 17 - ha ricoperto un ruolo importante, tanto sul campo quanto al di fuori di esso; ebbe un impatto positivo su tutto il gruppo».
«Con Bielsa filò tutto liscio»
Uno con il suo carisma potrebbe rivelarsi anche complicato da gestire? «Assolutamente no - ci ha risposto fermamente Berardi - è uno che si sa imporre ma è anche molto bravo a farsi voler bene, sono convinto che un ragazzo del genere darebbe manforte a qualsiasi spogliatoio». Anche con un allenatore istrionico come Marcelo Bielsa - detto «El Loco» - non ci fu alcuna scintilla. «È sempre filato tutto liscio. Alla base delle richieste del mister c’era l’impegno e Alioski era solito giocare - sia in allenamento sia in partita - con grande energia. Rispettava i dettami di Bielsa, che lo apprezzava». La sua, quindi, non è una figura ingombrante, una di quelle che potrebbe destabilizzare gli equilibri o scontrarsi con altri compagni carismatici. «Alioski è bravo a leggere le dinamiche del gruppo - ha replicato Berardi - trovo che sia molto difficile avere problemi con lui. Per quanto mi ricordo, non credo abbia mai detto una parola fuori posto. Adesso, inoltre, non è più il giovane che arrivò in Inghilterra, la sua esperienza potrà aiutarlo ulteriormente. Si espone, è vero, ma in maniera misurata. Ciò gli permette di gestire con cura eventuali confronti con i leader già presenti in squadra».
«In Svizzera può fare la differenza»
Anche sul piano puramente sportivo, Berardi non ha dubbi: «Sono convinto che in Svizzera potrebbe ancora fare la differenza. Lui, ha bisogno di un progetto in cui si sente protagonista e in queste condizioni riesce ad esaltare le sue qualità».