Gottardo Arena, è qui la festa?
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È qui la festa? Se lo augurano i 6.775 tifosi che stasera affolleranno la Gottardo Arena per la sfida con il Friburgo. L’Ambrì Piotta ha due gare a disposizione per conquistare quel punticino che gli garantirebbe la matematica qualificazione ai play-in, indipendentemente dai risultati di Bienne e Langnau. Due squadre che invece sono chiamate a vincere sia oggi, sia lunedì. Ma il decimo posto, per i biancoblù, è diventato soltanto il più vicino dei traguardi possibili. Con la vittoria ottenuta giovedì a Ginevra, la squadra di Luca Cereda ha infatti messo le mani sull’ottavo rango. E farà di tutto per tenerselo stretto.
Sono discorsi, questi, che il direttore sportivo Paolo Duca non vorrebbe sentire: «L’unica cosa a cui dobbiamo pensare, adesso, è fare tutto il possibile per farci trovare pronti contro il Gottéron e offrire la migliore prestazione. Non possiamo controllare i risultati. Né il nostro, né quelli delle altre piste. Non vogliamo fare calcoli, paragoni o previsioni. La concentrazione deve essere a corto termine».
Punti recuperati
Ieri l’Ambrì Piotta non si è allenato, complice il lungo viaggio da Ginevra. Un rientro che Paolo Duca ha affrontato con serenità, ma senza voli pindarici: «C’era soddisfazione per essere riusciti a muovere la classifica. La prestazione è stata buona, ma ad essere onesti fino in fondo, il risultato non dice tutto sull’andamento di una partita difficile. Prevale il sentimento di esserci ripresi alcuni punti persi immeritatamente sul percorso. Penso in particolare alla sconfitta contro il Rapperswil di due settimane fa. Alle Vernets mi è piaciuta soprattutto la reazione dopo il veloce 2-0 del Servette, favorito da un paio di nostro piccoli errori. La squadra ha saputo rialzarsi».
Affinità di coppia
A firmare la vittoria di Ginevra, con un clamoroso poker, è stato Laurent Dauphin. Dopo la partenza di Alex Formenton, lo staff tecnico ha dovuto ripensare le linee d’attacco. E l’intuizione di schierare «Flipper» con Spacek si è rivelata vincente. Entrambi ne hanno beneficiato, andando a punti con impressionante regolarità: «Ogni tanto si cambia, si prova qualcosa di nuovo, e nascono queste affinità tra due o tre giocatori. Affinità che si protraggono per un certo periodo di tempo, e che magari poi si esauriscono. È un aspetto tipico del nostro sport. Così come è tipico che ci siano delle fasi di difficoltà. È normale avere dei cali, non è immaginabile tenere la stessa intensità per 52 partite. La vera forza sta nel saper reagire in fretta. Tornando a Spacek e Dauphin, beh, possiamo solo sperare che la loro intesa vada avanti ancora a lungo».
L’esplosione di Manix
Da inizio febbraio, Laurent Dauphin sta dando il meglio di sé all’ala, dopo aver giocato gran parte della stagione al centro. Un ruolo, quest’ultimo, in cui l’Ambrì Piotta ha più abbondanza rispetto alla passata stagione, quando l’infortunio di Diego Kostner si era rivelato problematico: «Abbiamo sempre saputo della versatilità di Dauphin, un attaccante capace di portare sia qualità, sia quantità», afferma Duca. «Se oggi possiamo permetterci di schierarlo all’ala, non è solo grazie al ritorno, non programmato, di André Heim dal Nordamerica, ma soprattutto grazie all’esplosione di Manix Landry. Quest’ultimo è cresciuto sull’arco della stagione, dimostrando di poter giocare al centro anche tra i professionisti di National League, dopo averlo fatto molto bene a livello giovanile».
Aspettando il recupero di Heim, infortunato, dovrebbe essere Grassi - come a Ginevra - il quarto centro leventinese per stasera. Difficile credere che Cereda posa spezzare la magia creata dalla coppia Spacek-Dauphin. Non oggi. C’è un punto da conquistare. Anzi, un ottavo posto da difendere.