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Gubitosa lascia la panchina della SAM: «È il momento giusto»

Dopo dodici stagioni alla guida della prima squadra massagnese, l'allenatore ha deciso di smettere - Il successore potrebbe essere il suo vice Salvatore Cabibbo
© KEYSTONE/MARIA LINDA CLERICETTI
Fernando Lavezzo
09.05.2024 15:42

Lo aveva già detto la scorsa estate. «Faccio un'ultima stagione, poi smetto». Due giorni dopo aver perso la finale contro il Friburgo, Robbi Gubitosa non ha cambiato idea: «Mi fermo qui», spiega al Corriere del Ticino. «Sono molto tranquillo. È il momento giusto, dopo dodici anni alla guida della prima squadra. Dodici anni in cui sono successe tante cose belle. Ho iniziato con cinque ragazzini e quattro stranieri al loro primo anno tra i professionisti. Chiudo dopo aver conteso il titolo nazionale all'Olympic per il secondo anno di fila. La società e la squadra hanno fatto tanti passi avanti, stabilendosi tra le migliori tre del Paese. Per fare uno step successivo, servirebbe un vero professionismo, ma in Ticino è difficile. Non abbiamo né le strutture, né il budget di Friburgo e Ginevra. Molti dei nostri giocatori hanno anche un altro lavoro e non possono pensare soltanto al basket. Escono di casa alle 7 del mattino, passano la giornata in ufficio, e alla sera vengono ad allenarsi in palestra. Io a volte mi sono arrabbiato con loro, ma non posso neanche pretendere la luna. Fanno già miracoli». 

È difficile immaginare Gubitosa lontano dalla sua SAM. Resterà come direttore sportivo? «Vedremo», dice lui. «Ne dovrò discutere con la società. Il presidente Regazzi sapeva che questo sarebbe stato probabilmente il mio ultimo anno, ma l'altra sera, dopo la partita, non me la sono sentita di dirglielo ufficialmente. Non so se una mia vicinanza eccessiva alla prima squadra possa essere positiva per il mio successore in panchina. Forse sarebbe meglio un ruolo più vicino al settore giovanile, o come general manager».

L'erede naturale sembra il vice delle ultime stagioni, Salvatore Cabibbo: «Sarebbe la scelta più saggia. Totò conosce tutto e tutti, è bravo, può crescere ancora. Dargli questa possibilità sarebbe la cosa più giusta. Gli auguro il meglio». 

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