«Ho fatto un passo indietro? Al contrario, con questa maglia faremo grandi cose»
Andrea, partiamo proprio da quel periodo lontano dal rettangolo verde. Un lasso di tempo lungo, costellato dai dolori. Sei stato in un qualche modo segnato da tutto questo?
«Direi di sì, ma in senso soltanto positivo. È vero che sono dovuto restare lontano dai campi da calcio per tanto tempo, ma questa lontananza paradossalmente mi ha fatto crescere. Trovo che il dolore e la fatica siano due aspetti che rendono più forti, dopo questo periodo di stop sono sceso in campo sentendomi più in forze di quanto mi sentissi prima dell’infortunio».
Come ti sei sentito quando ti è stato dato il via libera per tornare a giocare?
«Veramente bene. È stato un rientro lungo, condito da una preparazione importante, ma poi tutto si è sistemato e ora sono felice».
Come mai hai deciso di accettare l’offerta del Bellinzona?
«Ho scelto questa realtà perché tutta la società è molto ambiziosa. Un aspetto che si sposa alla perfezione con il mio carattere: io voglio vincere tutte le partite, cercando di arrivare più in alto possibile».
Al Lugano avrebbe fatto molto comodo un profilo come il tuo. Non ti ha nemmeno sfiorato il pensiero di restare in Super League militando tra le fila dei bianconeri?
«Ci ho pensato, sì. Non sono un bugiardo, preferisco dire le cose come stanno. A Basilea ero inserito in una società importante dove avevo trovato il mio spazio. Anche dopo l’infortunio ero riuscito a convincere tutto lo staff renano a darmi l’opportunità di giocare dei seri minuti. E così è stato: sono sceso in campo per le amichevoli e per le prime due partite ufficiali di campionato. Ma lo sappiamo tutti, questo sport a volte ti mette di fronte un nuovo cammino e costringendoti a fare un passo indietro. Anche se, onestamente, essere arrivato a Bellinzona per me non è stato un passo indietro. Ho conosciuto il patron Pablo Bentancur e mi sembra una persona davvero ambiziosa, caratteristica che condividiamo. Credo dunque non avremo problemi e andremo d’accordo».
C’è un po’ di rabbia rispetto a come si sono chiusi i rapporti con il Basilea dopo il tuo sforzo per tornare a disposizione di Alexander Frei?
«Sì, non lo nascondo. I miei, ormai ex, compagni sono i primi testimoni di quello che ho fatto e di quanto mi sarei meritato di restare. Ma nel calcio funziona così, il calciatore non decide quasi mai del suo futuro. Tutto questo, però, nulla toglie a quanto mi senta fiero di me stesso».
Come pensi abbia accolto il tuo arrivo la piazza granata?
«Forse qualcuno potrebbe pensare che sia un giocatore finito se sono approdato al Comunale, invece è il contrario. Ho accettato questa sfida per dimostrare che possiamo fare un ottimo campionato, togliendoci tante soddisfazioni. Questa squadra mi pare ottima e con tanta qualità, se tutti remiamo dalla stessa parte sono sicuro potremo fare qualcosa di grande, risollevando la piazza».
Un’ultima domanda relativa a una tua vecchia conoscenza. Un paio di settimane fa è cominciata la stagione 2022/23 di Serie A. Che effetto ti ha fatto vedere il tuo Monza debuttare al fianco delle migliori squadre d’Italia?
«Il Monza, pur essendo in Serie C, era già una grande realtà quando sono arrivato io qualche anno fa e non c’erano ancora Berlusconi e Galliani. Ora, grazie a questi due maestri del calcio, hanno fatto qualcosa di eccezionale».