Bellinzona Rockets

«Identità, formazione e 50 anni di storia al servizio di tutto l’hockey ticinese»

Intervista a Matteo Mozzini, nuovo presidente della società di Swiss League dopo il trasferimento da Biasca alla Turrita approvato dagli azionisti
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Fernando Lavezzo
20.06.2023 06:00

L’assemblea degli azionisti (HCAP e GDT) ha approvato il trasferimento dei Rockets da Biasca a Bellinzona. La squadra di Swiss League si chiamerà Bellinzona Rockets. Il precedente CdA, presieduto da Davide Mottis, ha rassegnato le dimissioni. Quello nuovo è composto da Matteo Mozzini (presidente), Giovanni Tonelli (vice), Trevor Frigerio, John Mischkulnig e Davide Pedrioli. Ne abbiamo parlato con il nuovo numero uno della SA.

Signor Mozzini, cosa l’ha convinta ad accettare l’incarico?

«Sono cresciuto a pane e GDT. Vi ho giocato da ragazzo, poi ho girato un po’ la Svizzera prima di tornare come allenatore e come organizzatore di tornei internazionali. Mio padre Fernando è stato a lungo commissario tecnico della prima squadra e posso dire di aver visto nascere, circa 40 anni fa, la collaborazione con l’Ambrì Piotta che oggi è alla base dei Bellinzona Rockets. Quando mi è stata proposta la presidenza, ho accettato con entusiasmo ma anche con quella sana incoscienza che accompagna le decisioni importanti. Sono consapevole dell’onere, ma per me è soprattutto un grande onore».

Un sorridente Matteo Mozzini, presidente dell'HC Rockets SA
Un sorridente Matteo Mozzini, presidente dell'HC Rockets SA

Quanto è importante questa impronta bellinzonese per il rilancio dei Rockets?

«Per noi è fondamentale. Il CdA uscente ha svolto un grande lavoro, credendo in un progetto e trasformandolo in una realtà per ben 7 anni. Noi non abbiamo la presunzione di essere migliori, ma possiamo contare su una società radicata nel territorio come i GDT, con i loro 50 anni di storia. Contiamo 70 giocatori attivi in 3 squadre, 300 bambini in 17 squadre, 50 volontari, 30 allenatori. Il concetto dell’identificazione è per noi prioritario. Per questo la gestione sportiva e amministrativa dei Bellinzona Rockets è affidata ai GDT».

Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 lei ha giocato tanto in 1. Lega, prima con i GDT, poi con Sierre, Leukerbad e Sion, chiudendo in 2. Lega con il Wohlen. Se all’epoca ci fossero stati i Rockets, la sua carriera sarebbe stata diversa?

«È possibile. Il mio percorso sul ghiaccio è stato influenzato da una scelta importante in un momento chiave: proseguire gli studi. Una decisione che non rinnego. Ma chissà, se all’epoca avessi avuto un’alternativa, uno scalino intermedio come quello dei Bellinzona Rockets, forse avrei preso un’altra strada. In fondo è proprio questa l’idea alla base del progetto: offrire ai giovani ticinesi una chance in più per crescere come giocatori. Un’opportunità che eviti abbandoni precoci, ma anche scelte troppo azzardate e passi più lunghi della gamba».

Quali sono le sfide più urgenti?

«Sono tutte urgenti. Non mancano 5 minuti a mezzanotte, siamo già 5 minuti oltre. Stiamo lavorando da un po’, ma abbiamo dovuto attendere la formalizzazione dell’incarico per poter firmare i contratti amministrativi e sportivi. Ora potete attendervi notizie a cascata, forse già nei prossimi giorni. Ovviamente l’aspetto sportivo è urgentissimo, visto che c’è una squadra da costruire. L’apposita commissione se ne sta occupando. L’aspetto finanziario è un po’ meno pressante, ma resta centrale e decisivo».

C’è poi il tema delle strutture, che la vede in prima linea anche in veste di consigliere comunale.

«È un tema che il Municipio sta affrontando per il bene di tutti, non solo dei Bellinzona Rockets, che semmai fungono da pretesto per rilanciare l’appello. La pista attuale, tra hockey e pattinaggio, è sovraffollata, soprattutto la sera. La situazione era già insostenibile prima dell’arrivo dei Bellinzona Rockets, che a ben guardare, occuperanno fasce orarie diverse da quelle di punta».

Cosa serve, quindi?

«Spazi adeguati, spogliatoi, sala pesi, sale riunioni. Tutte cose che mancano da sempre in questa pista. Che è bella, per carità, ma è figlia minore di un progetto più pregevole e ambizioso mai realizzato. Poi c’è la questione del ghiaccio: a causa del clima, la seconda pista esterna è utilizzabile solo per brevi periodi dell’anno. Sempre più brevi, aggiungerei».

Un problema che i Rockets a Biasca non hanno mai risolto è quello del pubblico. A Bellinzona sarà diverso?

«Confidiamo di avere maggiore seguito, anche se non ci aspettiamo di giocare ogni volta a sportelli chiusi. Avere alle spalle un club consolidato ci offre maggiore potenziale. Dietro ai 300 bambini del nostro settore giovanile ci sono 300 famiglie da coinvolgere nella vita della società. Spetta a noi, come CdA, staff e squadra, creare l’entusiasmo necessario».

Al momento HCAP e GDT sono i soli azionisti dell’HC Rockets SA, ma sono in corso discussioni con un altro club di National League. È una trattativa che riguarda l’Ambrì Piotta o siete coinvolti anche voi?

«È un tema che riguarda i Bellinzona Rockets e quindi i suoi azionisti: GDT e HCAP. Il tema delle collaborazioni è caldo, importante, ma prima di tutto vogliamo identificarci con il territorio, creando un’identità ticinese, dallo staff alla squadra. Poi la porta resta aperta per chiunque voglia sposare il nostro progetto formativo».

La prima squadra dei GDT Bellinzona è stata promossa dalla 1. Lega alla MyHockey League. Quanti giocatori di questa compagine passeranno ai Rockets?

«Il passaggio sarà limitato a pochi elementi, perché in entrambe le squadre abbiamo bisogno di giocatori navigati. Per noi la squadra di MyHockey League sarà preziosa. In pratica la nostra piramide formativa si è alzata di qualche scalino e oggi possiamo contare su Swiss League, MyHockey League e 2. Lega. Per la Swiss League vogliamo allestire una rosa competitiva, ma con un’impronta ticinese. Poi, soprattutto all’inizio, sarà inevitabile qualche innesto da fuori».

E l’HC Lugano?

«Anche i bianconeri investono molto e bene nel proprio settore giovanile. Per lo sviluppo dei giovani più talentuosi penso che i Bellinzona Rockets potranno destare il loro interesse. Noi siamo aperti a discutere con tutti coloro che hanno a cuore la formazione dei giovani e tutto il movimento hockeistico ticinese».

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