Parigi 2024

Il conto aperto di Stefan Küng con i Giochi

Oggi è il momento della cronometro e il turgoviese vuole dimenticare il quarto posto centrato a Tokyo tre anni fa - Scatterà in sella alla sua "Supersonica" alle 17:17, mentre l'altro elvetico in gara, Bissegger, partirà 5' prima - Il tracciato favorevole rende alte le aspettative rossocrociate, i principali rivali sono Evenepoel, Ganna e Tarling
© Keystone/Laurent Gillieron
Alex Isenburg
27.07.2024 06:00

«Ho ancora un conto aperto con i Giochi». Le parole di Stefan Küng sono inequivocabili e – considerando l’esito della cronometro di Tokyo – non potrebbe essere altrimenti. A far la differenza per il podio – tre anni or sono – furono la miseria di 4 decimi di secondo. Un’inezia, insomma, soprattutto se si considera la lunghezza del tracciato, che portò i primissimi a chiudere in un’ora di tempo. Nonostante un finale strepitoso, fu quindi un nonnulla a strappare dal collo del turgoviese la medaglia di bronzo, che però – a differenza di quanto si potrebbe pensare – non lo tormenta particolarmente. «Non ci penso quasi mai a dire il vero, perché non guardo al passato con dispiacere, tutt’altro. Al traguardo non mi ero ancora reso conto di quanto fossi andato vicino al podio, soltanto quando ho visto il risultato ho percepito l’amarezza della situazione e ho avuto la sensazione di aver perso qualcosa».

Le Olimpiadi sino a questo momento gli hanno purtroppo regalato solo cocenti delusioni, a partire dal 2016, quando non riuscì a chiudere in bellezza la sua carriera su pista e – a causa di un infortunio – dovette ritirarsi senza poter competere a Rio de Janeiro. Poi, per l’appunto, c’è stata la beffa clamorosa in Giappone, che però sembra non aver scalfito il 30.enne di Wilen. «Quanto è successo non lo posso di certo cambiare, mentre l’aspetto positivo è che ora si palesa dinanzi a me una nuova opportunità. A Parigi voglio fare all-in: preferisco arrivare 1decimo in seguito a una gara condotta con una strategia molto aggressiva, piuttosto che arrivare nuovamente quarto».

Un percorso adatto

Prima di Küng, in quell’occasione, giunsero Roglic, Dumoulin e Dennis e il fatto curioso è che nessuno di loro sarà presente ai nastri di partenza. Il primo – ancor prima di cadere e ritirarsi dal Tour – non era stato convocato dalla Slovenia, mentre gli altri due cronoman si sono nel frattempo ritirati. Se aggiungiamo, poi, che nemmeno Pogacar e Vingegaard saranno presenti, si può dunque dire che il favorito assoluto di giornata sarà il corridore elvetico? Non proprio, perché la concorrenza resta agguerritissima ed è raffigurata in primis da coloro che hanno occupato le prime tre posizioni ai Mondiali dello scorso anno, nell’ordine Remco Evenepoel, Filippo Ganna e Joshua Tarling.

L’altimetria del tracciato che si sviluppa nel cuore di Parigi – da Esplanade des Invalides a Pont Alexandre III – può tuttavia far sognare in grande. Sì, perché il percorso non prevede quasi nessuna salita né curve particolarmente difficili ed appare quindi adatto ai nostri specialisti, lo stesso Küng e Stefan Bissegger. I due, passisti puri, potranno sprigionare appieno la loro potenza ed esaltarsi nei diversi tratti di pianura presenti lungo l’arco dei 32,4 km di gara. Küng, alle 17.17, sarà il quart’ultimo a scattare dal cancelletto e sarà preceduto, per 5 minuti esatti, dal connazionale rossocrociato.

Un’arma contro le difficoltà

Malgrado non sia arrivato a Parigi nelle sue migliori condizioni – tanto da ritirarsi in maniera prematura al Tour, due giorni prima del traguardo di Nizza – Küng sa che le aspettative nei suoi confronti sono assai alte. «Una settimana fa non mi sentivo affatto in grado di affrontare questo evento, ma ora mi sento abbastanza fresco. Mentirei se dicessi che la pressione non mi influenza, ma in un certo senso trovo che percepirla sia anche un aspetto positivo. Le Olimpiadi – prosegue il classe 1993 – sono il mio grande obiettivo dell’estate e se potessi scegliere tra l’oro di Parigi e il titolo iridato – che si assegnerà questo settembre a Zurigo – opterei per la medaglia olimpica. I Giochi hanno un qualcosa di unico e rappresentano il massimo per il nostro sport».

Per andare a caccia dell’oro, il turgoviese potrà contare su un’arma non da poco: «Supersonica», la bicicletta che usa nelle prove contro il tempo. «Con la mia squadra – la Groupama-FDJ – volevamo sviluppare la bici da cronometro più veloce del mondo in ottica di questo evento, ma ad inizio stagione abbiamo cambiato il nostro fornitore e un progetto del genere richiede naturalmente del tempo. Per cui, inizialmente ho accolto il tutto con un certo scetticismo, ma poi siamo riusciti nell’impresa. Sono molto contento, non avevo mai provato delle sensazioni simili in sella».