Calcio

Il dualismo granata, tra campo e società

Il Bellinzona è tornato a vincere e convincere in campionato, ma la serata è stata macchiata dalla protesta degli ultras contro Bentancur - Il capitano Mihajlovic: «Dovremmo tutti fare un passo indietro e rimanere uniti»
©Gabriele Putzu
25.08.2024 21:15

Per capire in che acque naviga l’AC Bellinzona, si può osservare l’umore dei suoi tifosi. E i sentimenti che prevalgo sono duplici. Da un lato, c’è la standing ovation che ha accompagnato con fierezza i calciatori negli spogliatoi, al termine del primo tempo della gara vinta sabato contro lo Sciaffusa. Dall’altro, la rabbiosa protesta degli ultras contro la proprietà e il suo operato, espressa attraverso cori e comunicati. Sì, in questo momento i granata sono un «taijitu», il simbolo cinese che rappresenta due opposti racchiusi nello stesso cerchio. Altrimenti detto, sul terreno da gioco tutto sembra andare nella giusta direzione. Fuori dal rettangolo verde, per contro, i granata stanno incappando in una gaffe dietro l’altra.

Mercato vincente

Ma partiamo dal calcio giocato. Nelle prime quattro giornate di Challenge League, si aveva avuto l’impressione che l’ACB avesse raccolto meno punti di quelli che avrebbe meritato in campo. Una conferma l’abbiamo ottenuta sabato sera al Comunale, quando i sopracenerini hanno offerto una prestazione corale di spessore. Dopo aver trovato due reti nella prima mezz’ora di gioco, hanno controllato i ritmi e concesso allo Sciaffusa di avvicinarsi alla porta difesa da Enzler solo durante gli ultimi dieci minuti. «Con questo spirito e questa voglia, possiamo arrivare lontano. Ma dobbiamo rimanere umili e continuare a lavorare. La squadra è cambiata molto, ci stiamo integrando», ha commentato a caldo il capitano Dragan Mihajlovic.

La qualità (e profondità) della rosa sembra anche decisamente migliorata rispetto a quella delle due stagioni precedenti. Questo grazie ad alcuni azzeccati innesti, che stanno sorprendendo. Pensiamo ad esempio a Nassim L’ghoul, trequartista prelevato dal Bienne in Promotion League e fin qui sempre tra i migliori in campo. Ma anche agli ex Lugano Rilind Nivokazi e Johan Nkama. L’attaccante è il bomber che serviva ai ticinesi: rispetto a Pollero, ha più tecnica ed è utile anche in fase di costruzione. Il mediano nigeriano, dal canto suo, sabato è rimasto a guardare dalla panchina, ma nei quattro incontri dove è sceso in campo ha totalizzato 1 gol e 3 assist. Infine, il nuovo acquisto Jetmir Krasniqi ha condito il suo esordio con due cross decisivi, che han riportato alla mente quelli del rimpianto – perlomeno dai tifosi – Matteo Tosetti.

Troppe leggerezze

A penalizzare la squadra di Benavente sono state alcune imperdonabili leggerezze fuori dal campo. Dagli otto punti conquistati sul campo – che valgono il momentaneo secondo posto in classifica – ne verranno verosimilmente tolti tre dalla famosa vittoria contro il Wil. Il ricorso dei granata alla sconfitta a tavolino è ancora in analisi. «Dà fastidio. Sono punti che ci siamo guadagnati vincendo sul campo, dove hanno giocato solo sette stranieri come consentito da regolamento. L’ottavo è rimasto in panchina. Non so cosa preveda il regolamento in questi casi, ma trovo che l’aspetto sportivo non sia stato intaccato. Una multa al club sarebbe semmai più logica», esprime Mihajlovic. Ma gli errori della società non si sono limitati alla prima giornata di Challenge League. Anche durante la partita di Coppa Svizzera contro il Kriens, la squadra ha dovuto subire una situazione imbarazzante. Sì, perché giocare con dei numeri creati con lo scotch attaccati sulla maglia di riscaldamento non può che essere spiacevole.

«Coperti di ridicolo»

Proprio contro queste sviste gestionali, come dicevamo, si sono schierati i tifosi più caldi. Prima della partita di sabato, hanno preso posizione attraverso un volantino intitolato «L’ACB e la sua storia coperti di ridicolo». Nel testo viene denunciata una «gestione disastrosa della campagna abbonamenti», una «totale incompetenza» nella gestione della squadra e dello stadio, le falle nella comunicazione e molto altro. Parole molto dure, che nei contenuti evidenziano alcune mancanze importanti per una squadra che ambisce a un futuro nel massimo campionato elvetico. Gli ultras chiedono infine alla famiglia Bentancur di andarsene. «Mi dispiace commentare queste cose – esprime ancora il capitano –, che non fanno bene all’ambiente. Penso che dovremmo tutti fare un passo indietro e rimanere uniti. Abbiamo bisogno del supporto sugli spalti».

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