Wimbledon

Il gigante ripescato sogna i quarti di finale

Giovanni Mpetshi Perricard è diventato la nuova speranza del tennis francese – Ha un servizio letale e con i suoi 203 cm è il giocatore più alto presente nei primi 100 del mondo – Il suo cammino potrebbe essere agevolato da un tabellone favorevole, la sorpresa può essere lui
©Reuter/Corinne Dubreuil
Alex Isenburg
05.07.2024 19:26

Una buona dose di preoccupazione, seguita da un piacevole senso di alleviamento, per poi sprofondare nell’ansia. Ce la si può immaginare così, l’altalena di emozioni che può aver vissuto Sebastian Korda. Sì, perché il temibile Giovanni Mpetshi Perricard, al primo turno, è toccato proprio a lui. Immaginatevi, infatti, di dover fronteggiare – sull’erba di Londra – un colosso alto più di due metri che serve costantemente, prime e seconde, sopra i 200 km/h. Prima dell’inizio del torneo di Wimbledon, il francese era senz’altro uno dei maggiori spauracchi, per chiunque. Quando è stato eliminato all’ultimo turno delle qualificazioni dal connazionale Maxime Janvier, in molti avranno tirato un sospiro di sollievo. La sorte, però, gli ha regalato un destino differente. Già, grazie al ritiro anticipato dello spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, il classe 2003 è stato ripescato in quanto «lucky loser». L’incubo, insomma, è tornato.

L’arma letale

La storia che sta scrivendo Mpetshi Perricard a Wimbledon ha davvero del sorprendente, basti considerare che il transalpino è attualmente il numero 58 del ranking ATP, una classifica, questa, che normalmente gli avrebbe permesso di presenziare direttamente nel «main draw». Sennonché, al momento della chiusura delle iscrizioni del torneo – avvenuta già il 20 di maggio - il 20.enne era solamente in 117. posizione. La sua ascesa, infatti, è stata tanto sorprendente quanto repentina e una buona parte dei punti da lui incamerati sono stati collezionati dopo il limite temporale citato. È stato il torneo di casa, l’ATP 250 di Lione, a garantirgli il primo trionfo sul circuito maggiore. Un successo che, inevitabilmente, è diventato un vero e proprio trampolino di lancio.

Così, l’imprevedibile serie di circostanze poc’anzi menzionate, gli ha permesso di affrontare al primo turno Sebastian Korda. Lo statunitense – uno dei giocatori più in forma sull’erba – è stato affossato dal servizio prorompente del francese. Sono stati addirittura 51 gli ace messi a segno da Mpetshi Perricard. Una cifra impressionante e talmente ragguardevole da farlo divenire il settimo giocatore della storia dell’era Open a sfondare quota 50 servizi vincenti in un match. Dopo la vittoria in cinque set contro l’americano, poi, è arrivata la sfida con Yoshito Nishioka, ma tra i due – separati da 33 centimetri di differenza – non c’è stata proprio partita. Dopo poco più di un’ora era già «Game set and match».

Ghiaccio nelle vene

La chance, ora, è a dir poco ghiotta. Nel suo spicchio di tabellone sono già stati eliminati anche Tsitsipas e Rublev, per cui i quarti di finale non sembrano un miraggio. Per raggiungere questo traguardo, che avrebbe francamente dell’incredibile, il francese dovrà vedersela con il finlandese Ruusuvuori e poi, probabilmente, con Lorenzo Musetti. Porsi dei limiti, quindi – per quanto visto finora – non avrebbe senso. Nei primi due match del tabellone principale non ha ancora concesso alcun break e le tredici chance avute dagli avversari sono state tutte rimandate al mittente, sovente, con la sua arma letale. Quando i punti contano di più e la pallina scotta, insomma, lui la fa incendiare.

Tennis d’altri tempi

L’allievo di Emmanuel Planque – noto coach transalpino che ha avuto sotto la sua ala protettrice diversi connazionali – è diventato improvvisamente una nuova speranza per tutto il movimento francese, soprattutto sull’erba. Non può che essere questa la sua superficie prediletta, lui che tanto ha studiato il servizio di grandi battitori, quali John Isner e Milos Raonic. Delineare il suo futuro, in termini di torneo o ancor più a livello di carriera, è ovviamente molto complicato. Certo è che il suo gioco – basato sulla potenza e su tantissime discese a rete – è veramente ad alto rischio e quando si trova nella giornata giusta può davvero impensierire tutti. Le sue caratteristiche – tra «serve and volley» e rovescio a una mano – riportano poi a un tennis d’altri tempi. Proprio dal lato sinistro, il francese ha ancora ampi margini di miglioramento ma la sua giovane età potrebbe consentirgli di sistemare progressivamente alcuni difetti che sinora non gli avevano permesso di sbocciare. Insomma, chi ancora non conosceva Giovanni Mpetshi Perricard ne sentirà verosimilmente parlare in futuro. I «big server», si sa, fanno sempre discutere e lo spettacolo, da parte loro, a volte può venire meno. Tuttavia, giocatori del genere – in un circuito ormai privo di «erbivori» – fanno anche del bene.