Calcio

Il Lugano scarica il Prof, e ora il Crus è un po’ più solo

L'esonero di Nicholas Townsend ha colto di sorpresa l'ambiente bianconero – Il silenzio della società in merito alle motivazioni alla base della decisione presa è difficilmente comprensibile
Il legame che unisce il tecnico e il suo ormai ex braccio destro è molto profondo. © Keystone/Elia Bianchi
Nicola Martinetti
22.11.2023 21:30

«La Direzione della F.C. Lugano SA comunica che, nel contesto della pianificazione delle prossime stagioni, Nicholas Townsend è stato esonerato dall’incarico di coordinatore del dipartimento Performance». Una manciata di righe, pubblicate in tarda mattinata, e il decennio a Lugano del «Prof» si è concluso. Poco prima, nella sede della società bianconera, il direttore sportivo Carlos Da Silva aveva notificato la decisione allo stesso preparatore atletico. La notizia, va da sé, ha scosso l’ambiente sottocenerino come un fulmine a ciel sereno. Lo stesso Townsend, al pari dell’allenatore Mattia Croci-Torti, parrebbe essere stato colto di sorpresa dalla scelta operata sull’asse Lugano-Chicago. O meglio, dalle sue tempistiche.

La società opta per il silenzio

Che il rapporto tra il «Prof» e il club bianconero fosse ai titoli di coda, era infatti noto da tempo a entrambe le parti. La società del resto, nel comunicato emesso oggi, ha sottolineato come stia lavorando alla «pianificazione delle prossime stagioni». Ecco, nell’ambito della stessa, con un contratto in scadenza al termine del corrente campionato, non avrebbe più dovuto rientrare per l’appunto Townsend. Il quale dal canto suo aveva già accettato di separarsi serenamente, chiudendo un capitolo aperto nel lontano 2014. Il divorzio, tuttavia, si è consumato prima. E in maniera ben più brusca di quanto solitamente avviene dopo una collaborazione così duratura. Già. Ma come si è giunti a questo epilogo? Al proposito la società bianconera ha scelto di non esprimersi, specificando che «sulla questione non saranno redatti ulteriori comunicati né rilasciate dichiarazioni da parte dei dirigenti o dei dipendenti del club». Una volontà legittima, ma altresì difficilmente comprensibile considerando il peso specifico della decisione e le sue implicazioni. Per giunta presa in un contesto delicato, in una fase negativa per la prima squadra. Gli interrogativi, detto altrimenti, non sono di certo diminuiti nelle ultime ore. Stando a nostre informazioni, ad ogni buon conto, a pesare in maniera decisiva sul prematuro allontanamento del «Prof» sarebbe stato lo scarso feeling che fin dal principio ha contraddistinto il suo rapporto con i vertici dei dipartimenti performance sia nell’Illinois sia in riva al Ceresio, ovvero il Director of Performance dei Fire Ignacio Torreño e l’head of performance bianconero Luis Suarez Arrones. Approdato a Cornaredo nell’estate del 2022, di fatto il preparatore spagnolo - il referente di Chicago - non è mai entrato in sintonia con lo stesso Townsend, la cui presenza sarebbe stata percepita come scomoda. Un’opinione verosimilmente condivisa pure dalla controparte a stelle e strisce.

Paradossalmente il «Prof» avrebbe dunque potuto essere allontanato molto prima, ma a evitargli questo destino erano stati i risultati ottenuti dalla squadra di Mattia Croci-Torti. Proprio l’allenatore, dopo l’avvento della nuova proprietà, ha rappresentato il principale sponsor di Townsend; non da ultimo al momento del rinnovo del contratto dell’attuale guida tecnica. Tutto questo non è però bastato, e ciò nonostante l’assenza di una vera e propria motivazione a discapito del suo esonero, a meno di episodi di cui non siamo a conoscenza. Nell’ambito di questa dinamica, va sottolineato, non dovrebbero per contro aver rivestito un peso specifico i numerosi infortuni accusati dalla squadra bianconera nel corso della prima metà della corrente stagione. Essi del resto non rientravano nello specifico raggio d’azione dell’ormai ex coordinatore del dipartimento Performance, che in merito aveva parzialmente voce in capitolo, ma non un potere decisionale.

Avanti senza il braccio destro

Preoccupante, ora, resta il quadro delineato da questo inatteso scossone. Mattia Croci-Torti, escluso totalmente dalle discussioni concernenti la posizione del «Prof» - e forse non è stato l’unico -, di fatto si ritrova costretto a proseguire il suo cammino senza il suo braccio destro, la sua emanazione. Come interpretare questo messaggio, nell’ottica dell’allenatore bianconero? Il momento per la sua squadra, lo suggerivamo in precedenza, non è dei migliori. E all’orizzonte si profila l’ultimo tour de force dell’anno, che definirà il prosieguo del cammino europeo, così come - in parte - le ambizioni primaverili in Super League. L’esonero di Townsend in questo contesto, inutile girarci attorno, può essere letto in due direzioni. La prima: la società, conscia della posta in palio nelle prossime settimane, ha voluto lanciare un segnale al proprio tecnico, stringendo di fatto il cerchio attorno a lui. La seconda: la figura di Townsend, fuori dagli schemi rispetto alla costellazione definita con l’avvento della proprietà di Joe Mansueto, era semplicemente diventata sacrificabile. In entrambi i casi comunque, le tempistiche dell’operazione restano decisamente discutibili. Farlo a bocce ferme durante la pausa invernale, piuttosto che alla vigilia di un periodo cruciale, sarebbe stato più sensato. Nelle prossime settimane lo scotto di questo improvviso cambio di rotta, più che a Chicago o negli uffici di via Pioda, potrebbe essere avvertito proprio in seno alla prima squadra bianconera. Da oggi un po’ più sola. Come il suo allenatore.

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