Contromano

Il magico trionfo di Lewis Hamilton

A 39 anni il pilota della Mercedes è tornato a vincere, emozionandosi e facendo emozionare tutti i tifosi della Formula 1
Pino Allievi
Pino Allievi
09.07.2024 06:00

Per qualche ora non si è più parlato di cifre, di astrusi termini tecnici, di soldi e di regolamenti. Il GP d’Inghilterra 2024 passerà infatti alla storia per il ritorno dell’uomo, dei sentimenti, di un afflato che non si respirava da tempo in F1. Il trionfo di Lewis Hamilton a 39 anni è qualcosa di magico che ha fatto venire le lacrime a lui in primo luogo, poi ai suoi tifosi e agli appassionati in generale. Non tanto per l’età, sia chiaro (Fangio conquistò il primo mondiale a 40 anni), quanto per l’impegno e la serietà di un pilota che ha sempre fatto della lealtà la sua cifra e non si è mai tirato indietro nella preparazione, nel fare gruppo con la squadra nei momenti difficili, nel rispetto per chi gli lavora accanto. Proprio venerdì scorso, dopo le prime prove di Silverstone, gli era stato chiesto se le sue prestazioni modeste fossero da attribuire alla pista. Lui con un mezzo sorriso amaro aveva risposto secco: «La pista non c’entra proprio, sono stato io ad andare piano».

Hamilton quest’anno è stato spesso messo alle corde dall’arrembante compagno di squadra George Russell, autore della pole position di sabato. La sua reazione? «George è stato più bravo di me». Ma sapeva, Lewis, che una gara complicata dal meteo ballerino, in un’alternanza di pista asciutta, umida e bagnata, sarebbe stata il suo terreno ideale per fare la differenza. Così è stato, grazie a una visione di corsa che altri non hanno e grazie alle scelte tecniche fatte da lui sul tipo di gomme da montare, sul momento dei pit stop, sul ritmo da tenere. E quando a 12 giri dal termine è balzato al comando, ha sfoderato una velocità impressionante, quella che pareva svanita negli anni d’oro, resistendo alla rimonta di Verstappen. La F1 ha solo da guadagnare col ritorno del suo pilota più titolato, quello che in base ai numeri è da considerarsi il più grande di tutti i tempi. Analitico, freddo nei momenti decisivi, aggressivo quando sente profumo di vittoria. Un bel biglietto da visita per presentarsi alla Ferrari tra qualche mese e affrontare la nuova avventura. Troppo vecchio per il Cavallino? Difficile dirlo. La Ferrari non punta però sulla velocità del pilota quanto sull’esperienza e l’equilibrio che Hamilton potrà portare ad una squadra da troppo tempo lontana dal mondiale, costretta a continue promesse puntualmente rinviate, a dichiarazioni fumose che nascondono sino a un certo punto lacune e punti deboli. Nel momento magico del ritorno al successo dopo due anni e mezzo di digiuno, Hamilton avrà certamente notato le difficoltà di una Ferrari costretta a fare in pista paragoni tra due diverse soluzioni aerodinamiche che dovrebbero essere dominio dei simulatori. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona a dovere a Maranello, ma proprio per questo Hamilton prima di firmare ha voluto garanzie sui tecnici che – dopo l’indispensabile gardening di attesa – arriveranno a Maranello per dare una svolta non più rinviabile. Non è concepibile, infatti, che Leclerc a Silverstone prenda un giro accusando il box per la scelta largamente anticipata per montare gomme intermedie da pioggia, così come non è confortante il ritmo che Carlos Sainz, giunto quinto, ha tenuto in gara, ben distante da quello dei protagonisti.

A proposito di scelte sbagliate, tuttavia, pure la McLaren ha espresso il peggio di sé nelle decisioni del box, quando sia Norris (terzo) sia soprattutto Piastri (quarto) avevano le due macchine più veloci in pista. La squadra di Woking è cresciuta enormemente dal lato tecnico, ora deve farlo anche da quello gestionale, perché non è la prima volta che butta via delle possibili vittorie per errori strategici. Poi c’è un discorso che riguarda tutti. Tre GP di fila fra giugno e luglio sono troppi, serve scaglionare di più le corse e concedere tempi di recupero a piloti e tecnici, non solo per sviluppare le macchine ma anche per una questione di sicurezza, fattore messo in secondo piano dinanzi al denaro che tanti gran premi in calendario generano.

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