Calcio e salute

Il PSG vieta la Coca-Cola, il Lugano vuole unire i tavoli

Il club parigino ha vietato la bevanda zuccherata a Messi e compagni – Anche a Cornaredo è in fase di studio un nuovo progetto sul piano della nutrizione: nel mirino colazioni e pranzi in comune
Massimo Solari
23.08.2022 06:00

Diciassette gol in tre partite. Un Messi ritrovato, al fianco degli altri, noti extraterrestri. E ovviamente la vetta della Ligue 1 già assicurata. Sì, il PSG è scatenato, come dimostra l’inequivocabile 7-1 rifilato domenica al malcapitato Lille. La cura Christophe Galtier - insomma - sembra funzionare. Scelto per sostituire Mauricio Pochettino, l’ex tecnico del Nizza non ha perso tempo. Sposando appieno la filosofia dell’altro neofita e uomo forte in casa parigina: Luis Campos. Il braccio destro del presidente Nasser Al Khelaïfi è stato chiamato proprio per ripensare la politica sportiva della squadra. Anche fuori dal rettangolo verde. Ebbene, al Camp des Loges la musica è cambiata. Nuove regole, già, che non hanno risparmiato le abitudini alimentari dei giocatori. Da metà luglio, infatti, Mbappè e compagni sono obbligati a consumare la colazione al centro sportivo del club, restandovi - dopo l’allenamento o le attività mattutine - sino al pranzo. Pure questo da condividere tutti insieme. L’obiettivo è chiaro: rinvigorire lo spirito di un gruppo che - ancora di recente - ha dovuto fare i conti con le bizze delle sue star offensive. Il collettivo, dunque, anteposto agli individualismi.

Addio pure al tè freddo

I primi risultati, dicevamo, sembrano dare ragione alla strategia del nuovo corso. Una strategia, tra l’altro, che non guarda in faccia a nessuno. Nemmeno allo storico sponsor della Coca-Cola. La bevanda zuccherata più famosa al mondo - partner del PSG da oltre 20 anni e secondo l’accordo rinnovato in autunno pronta a sborsare 1 milione di euro a stagione sino al 2024 - è stata addirittura messa al bando. Perlomeno nell’ambito dei pasti in comune al quartier generale dei parigini. Una volta entrati in carica, Campos e Galtier si erano d’altronde accorti di una lacuna clamorosa a livello di organigramma. Banalmente, mancava un nutrizionista impiegato al 100% a favore della prima squadra. Di qui l’assunzione di una figura ad hoc - un ex calciatore -, che non ha esitato a vietare le bevande zuccherate a tavola. Niente Coca-Cola e addio pure al tè freddo, come rivelato da Le Parisien. Il motivo? «Entrambe non sono compatibili con lo sport ad alto livello». Con tutte quelle, tutte quelle bollicine... Della serie, gioca come mangi. O meglio come bevi.

Investire o non farlo?

Nel suo piccolo anche il FC Lugano sta affrontando di petto la questione. Con l’avvento della proprietà Mansueto e le sinergie imbastite sull’asse Ticino-Chicago, nutrizione e integrazione sono diventati terreni da esplorare più a fondo. Per provare a progredire, certo. Il tutto sotto il cappello del neonato dipartimento Performance. A coordinarne i vari ambiti - fra i quali per l’appunto l’area medica - è Nicholas Townsend. E tra le collaborazioni instaurate dal «prof» figura pure quella con il dottore dell’Ars Medica Gaetano Bianchi, specialista in dietologia e nutrizione applicata allo sport, attivo per la Federazione medico sportiva italiana e già medico ufficiale della pallanuoto Como, compagine di serie A. «Ora stiamo lavorando a un progetto che, tra qualche settimana, potrebbe diventare realtà» ci anticipa lo stesso Townsend. Per poi fornire qualche dettaglio in più. «Sin qui, sul piano della nutrizione, abbiamo ragionato al singolare. A fronte delle analisi plicometriche effettuate a inizio preparazione - per intenderci la misurazione della massa grassa e magra dei giocatori - siamo soliti fornire consigli alimentari e allestire diete individualizzate». Ah, e di interventi se ne sono resi necessari anche al raduno di metà giugno. «Naturalmente - prosegue il prof - più si vuole salire di livello, più sono i dettagli a fare la differenza. La nuova dirigenza si è dimostrata sensibile sul tema. Ecco perché insieme all’head of performance Luis Suarez Arrones abbiamo studiato delle soluzioni che i vertici societari saranno tenuti a valutare a breve». E i cambiamenti prospettati, beh, ricordano da vicino proprio quanto attuato dal PSG. Così come in tante altre realtà.

Ricostruire partendo dal menu

«Sì, anche noi vorremmo estendere la portata del nostro operato. Riflettendo sull’insieme della rosa e, dunque, investendo anche in questo campo. Riuscire a organizzare colazioni e pranzi comuni - con menu soppesati e tarati a seconda della prossimità alle partite - è senz’altro un obiettivo al quale miriamo». Oggi, al contrario, non esiste alcun vincolo per i calciatori bianconeri. Liberi, insomma, di fermarsi o meno a mangiare all’ombra della tribuna principale. «Al di là dell’impatto sul piano fisico e dunque della performance sportiva, questi momenti condivisi avrebbero un’importanza notevole dal punto di vista empatico» sottolinea Townsend. «Ormai mi conoscete: la componente relazionale è un mio pallino. La reputo fondamentale per i destini di una stagione. A maggior ragione nel Lugano attuale. Non è un mistero che quello bianconero è un gruppo in ricostruzione». Che - piccolo spazio pubblicità - è rifornito dall’antagonista della Coca-Cola.