Il sogno olimpico di Benz pensando a Parigi 2024

Matteo Benz era un ragazzino che giocava a calcio nel Cademario. Aveva però capito presto che quello non sarebbe stato il suo sport. Oggi, a 22 anni, è sicuro di aver fatto una buona scelta: si è innamorato del windsurf. «Sono reduce dagli Europei di Marsiglia. Purtroppo, sul piano competitivo, non è proprio andata come avrei voluto. Ad ogni modo, quello che contava di più, almeno per me, era vivere una nuova esperienza. Da questo punto di vista, non ho niente da recriminare. Si è rivelata utilissima in proiezione futura», ha detto il windsurfista del Circolo Velico lago di Lugano. Matteo è da poco tornato dalla trasferta in Francia, affrontata con il compagno di società Elia Colombo e con Sebastian Schärer, un bel terzetto accompagnato dal coach nazionale.
Con l’appuntamento continentale la stagione agonistica si è conclusa. Ma qual è stato il momento clou dell’estate windsurfistica del luganese? «Beh - dice - , senza dubbio il successo assoluto ottenuto nello scorso mese di settembre ai campionati svizzeri sul lago di Silvaplana. In quell’occasione mi sono superato. La mia prima esperienza internazionale risale invece a un paio di anni fa, nel 2019, quando avevo partecipato a un Mondiale in Polonia».
La passione di papà
Come è nata e come si è sviluppata la passione di Benz per questa disciplina sportiva? «Inizialmente mi è stata tramandata da mio papà, Andrea - racconta il nostro interlocutore - . Lui aveva incominciato a praticare il windsurf attorno ai 16/18 anni. Ma lo ha sempre fatto considerandolo un vero e proprio hobby. Nessuno spirito agonistico, solo un grande amore per il lago, il vento e la sensazione di libertà. Lo stesso è valso per me. Dapprima ho seguito mio padre, senza pensare che questa disciplina avrebbe potuto assorbire gran parte delle mie energie sportive. Nel periodo del liceo, ho iniziato a partecipare alle prime regate. Naturalmente sempre e solo con il windsurf. Per la vela in sé, che nel circolo coinvolge l’interesse di molti ragazzi delle più svariate età, non ho mai avuto un particolare interesse. Mi limitavo a guardare gli Optimist e i Laser da lontano e non mi è mai passato per la testa di provare a salirci e di regatare».
Vacanze con la tavola
Si può dire che per Matteo il windsurf sia stato un amore a prima vista? «In parte sì, in parte no. Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di apprezzare davvero ogni aspetto delle uscite sul lago. Ricordo che nei primi anni si impostavano le vacanze estive per cercare di imparare a prendere dimestichezza con la tavola, la vela e la pinna. Io ho imparato con quella definita RSX, una classe velistica che adesso non esiste più. Dal windsurf tradizionale, quello con la pinna, siamo passati a quello con il FOIL (ndr: in pratica la rivoluzione tecnica della pinna), che ci permette di ‘volare’ sull’acqua. Possiamo infatti raggiungere fino a 50/55 km orari. Come si può immaginare, soprattutto nelle gare, è fondamentale presentarsi con muta, giubbotto e casco. Il rischio di cadere ad alta velocità è sempre da prendere in considerazione».
Sport e psicologia
Dalle prime competizioni, ai campionati giovanili. Per non parlare di Mondiali ed Europei. Quali sono le ambizioni sportive di Matteo Benz a medio e lungo termine? «Il mio grande sogno - conclude - che d’altra parte è anche quello di Elia e di Sebastian, è quello di poter partecipare nella nuova classe olimpica (IQFOIL) ai Giochi estivi del 2024 a Parigi. Svolgeremo la nostra preparazione proprio in funzione di questo evento. Naturalmente, ci saranno tappe intermedie, campionati di vario genere da affrontare. Davanti a noi c’è ancora un po’ di tempo».
Intanto il luganese prosegue gli studi universitari a Losanna in sport e psicologia: «Mi piacerebbe poter diventare docente di educazione fisica».