Jannik Sinner ha calato il settebello
Un’oretta di strenua resistenza e poi anche Novak Djokovic si è dovuto inchinare dinanzi a un Jannik Sinner, una volta di più, inscalfibile. In quei primi 56’, infatti, il serbo è riuscito a giocarsi l’ultimo atto del Masters 1000 di Shanghai sostanzialmente alla pari e ha portato l’altoatesino al tie-break, dove a far la differenza sono stati due punti: un gran passante vincente del numero uno al mondo e una comoda volée sbagliata da Nole. Ne è scaturito un 7-6 in favore di Sinner, che da quel momento in poi non ha più lasciato tregua al rivale 37.enne, incapace dal canto suo di mantenere il rendimento impressionante al servizio che gli aveva permesso di restare attaccato nel primo parziale.
Una stagione da favola
I due protagonisti della finale per certi versi - da un punto di vista tecnico-tattico - si assomigliano e ciò ha regalato al pubblico una partita sì di buon livello, ma raramente spettacolare. Sinner, d’altra parte, sembra un’evoluzione tennistica di Djokovic e non è un caso, allora, che il più giovane dei due abbia prevalso per la quarta volta negli ultimi cinque scontri diretti. Un dato emblematico. Nole – che andava a caccia del titolo numero 100 in carriera, cifra raggiunta soltanto da Connors e Federer nell’era Open – si è dovuto piegare alla solidità di un avversario nuovamente granitico e capace – come era già stato il caso ad inizio anno in Australia – di non concedergli nemmeno una palla break in tutto l’incontro. Il serbo – non che questa sia una consolazione per lui - non è affatto l’unico a faticare maledettamente con questa versione di Sinner, autentico schiacciasassi del circuito. Il solo set perso in tutto il torneo – ai sedicesimi contro l’argentino Tomas Etcheverry – è l’ennesimo segno di una supremazia pressoché incontrastata.
Il suo dominio, infatti, si estende anche al di fuori dei confini cinesi: nel 2024, in ogni dove, l’uomo da battere è sempre lui. Il trionfo a Shanghai – il terzo stagionale a livello di Masters 1000 - si va ad aggiungere agli altri sei trofei messi in cassaforte sin qui. A spiccare, naturalmente, sono i successi collezionati a livello Slam - tra Melbourne e New York – ma ciò che davvero stupisce è la continuità dei suoi risultati. Un rendimento sbalorditivo che è illustrato in maniera inequivocabile dai dati numerici, classifica in primis. A partire da domani, difatti, l’uomo che sta riscrivendo la storia del tennis azzurro avrà addirittura 4'800 punti di vantaggio su Carlos Alcaraz, un divario spaventoso che gli garantisce già la certezza di terminare l'anno da numero uno.
Costanza di rendimento
A differenza dell’iberico – presente in tribuna quest'oggi, al fianco di Roger Federer – Sinner è maggiormente costante e limita – sia all’interno delle partite stesse sia tra un torneo e l’altro – le proprie distrazioni. Alcaraz, invece, subisce ancora dei passaggi a vuoto che talvolta gli sono fatali, come è stato il caso con Tomas Machac. Il ceco è stato autore di un’ottima prova e ha sfruttato proprio quelle piccole debolezze che ancora contraddistinguono il giovane spagnolo, estromettendolo così allo scoglio dei quarti di finale. Tuttavia, da lui ci si poteva attendere una diversa reazione davanti alle difficoltà, cosa che invece non è accaduta. Ogni tanto, il suo enorme bagaglio tecnico non è assecondato dalle giuste scelte sul campo e – malgrado disponga di una varietà di colpi incredibile – sembra non essere in grado di trovare le giuste alternative e contromisure.
Tatticamente, Sinner è superiore e questo si riflette logicamente sui risultati dei due. Lo stesso Machac – che sta scalando il ranking e da lunedì sarà al 25. posto delle classifiche mondiali – è stato poi anche affrontato - e però battuto – dall’italiano. Tutt’altro che una sorpresa, considerando la sua continuità di cui accennavamo in precedenza. Nelle ultime 54 sfide contro dei giocatori situati fuori dalle prime 20 posizioni, Sinner non ha perso un solo match: 54-0, un bilancio clamoroso. L’ultimo scivolone, in questo senso, risale addirittura a più di un anno fa, quando – nell’agosto del 2023 a Cincinnati - Dusan Lajovic gli infliggeva un inaspettato 6-4 7-6.
Lotta a due
Il numero uno al mondo, nel frattempo, è cresciuto a dismisura ed è maturato sotto molti aspetti, tanto da diventare quel dominatore di cui andavamo dicendo. E questo, poi, è successo malgrado la sgradevole vicenda legata alla sua positività al Clostebol. Non evidente, considerando la pressione alla quale era ed è tuttora sottoposto, poiché il caso - che sembrava essersi chiuso - è stato di fatto riaperto. Come una ferita che è tornata a sanguinare, ma l’altoatesino sembra non lasciarsi impressionare. Anzi, la cicatrice che si sta formando potrebbe anche renderlo più forte in futuro, soprattutto se il verdetto – che potrebbe arrivare nei primi mesi del 2025 – dovesse essergli favorevole. Malgrado questa spada di Damocle, Sinner sta concretizzando una delle migliori stagioni che si siano viste negli ultimi anni. Il suo score è di 62 vittorie e sole 6 sconfitte e tutte, tra l’altro, sono giunte conquistando comunque almeno un set.
Le statistiche, dunque, non fanno altro che riflettere lo strapotere che si vede costantemente in campo. Il già citato Alcaraz è il solo che riesce a tenergli testa e a reggere il suo ritmo infernale. I due prodigi del tennis si sono affrontati tre volte quest’anno e in ognuna di queste circostanze a prevalere è stato proprio l’iberico. Insomma, se e quando anche quest’ultimo dovesse riuscire a raggiungere la tanto agognata regolarità, allora le sfide epiche già inscenate dai due potrebbero moltiplicarsi e regalarci una rivalità davvero leggendaria.