«Juvonen e Conz ci danno la stessa sicurezza»
L’ultimo dei problemi, per un Ambrì Piotta in crisi di risultati e di fiducia, è il portiere. Janne Juvonen, titolare in 12 partite su 19, vanta una percentuale di tiri parati del 92,81%, la terza in National League dietro al sorprendente Connor Hughes del Friburgo (93,13%) e a Simon Hrubec dello Zurigo (93,02%). La statistica non premia Benjamin Conz (89,32%), schierato solo una volta nelle ultime cinque gare, ma il giurassiano ha pagato anche colpe non sue nelle sconfitte contro Bienne (5-1) e Ajoie (5-3). Due match in cui è stato lasciato troppo solo dai compagni e che condizionano i suoi numeri complessivi.
«I nostri portieri stanno bene», ci conferma il loro preparatore Pauli Jaks. «Ovviamente perdere non piace neanche a loro. Fanno parte della squadra e lavorano ogni giorno per migliorare, per aiutare ancora di più. In questo momento ci manca l’ultimo passo necessario per vincere, ma dobbiamo continuare a fare le cose giuste. Quando un portiere gioca bene e la sua squadra perde, c’è un po’ di frustrazione, ma dura poco. Sono professionisti, sanno esattamente cosa devono fare per sostenere i compagni in un momento delicato».
Glaciale ma non troppo
A inizio stagione ci si chiedeva se Juvonen sarebbe riuscito a mantenere il livello mostrato nel finale dello scorso campionato, quando permise all’Ambrì di acchiappare i pre-playoff in rimonta. Ebbene sì, il finlandese si sta confermando: «Noi non avevamo dubbi, abbiamo imparato a conoscere le sue qualità. Lavora duramente in allenamento ed è per questo che in partita gli viene tutto automatico. Può sembrare freddo, quasi glaciale, ma non è così. La stagione scorsa, appena arrivò, stava un po’ sulle sue. Ma ora vedo un ragazzo aperto, a cui piace parlare di tutto, non solo di hockey».
Juvonen venne ingaggiato lo scorso 1. marzo, pochi giorni dopo l’infortunio che tenne fuori Conz fino a fine campionato. «Fisicamente Benji si è ripreso molto bene», ci dice Jaks. «Il lavoro differenziato svolto in estate ha dato i frutti sperati. Una volta rientrato, ha trovato un collega-rivale di alto livello, ma questa concorrenza è un grande vantaggio. Janne lo spinge a dare sempre il massimo e le prestazioni di Benji ne beneficiano. La percentuale dei tiri parati è sotto il 90%, ma non dice tutto. È una statistica di cui teniamo conto solo fino a un certo punto. Come addetti ai lavori, andiamo ad analizzare ogni azione. Può capitare di registrare una percentuale alta nonostante un gol evitabile, e viceversa».
Una scelta importante
Fin qui Juvonen ha giocato due partite su tre. Significa che il finlandese dà maggiori garanzie? «No, la squadra ha fiducia in entrambi e siamo felici che i due si stimolino a vicenda», afferma Jaks. «Per scegliere chi schierare tra i pali, noi dello staff tecnico prendiamo in considerazione vari aspetti, magari decidendo sulla base dell’ultimo allenamento».
Sull’argomento abbiamo interpellato anche Luca Cereda: «Al momento di scegliere la formazione, partiamo sempre dal portiere. Avendone uno straniero, la decisione ha un forte impatto sul resto del line-up. Quindi, in realtà, è tutto collegato. Valutiamo partita dopo partita, anche in base agli avversari, al loro stile di gioco. Andiamo sempre a rivedere cos’era successo l’ultima volta che li abbiamo affrontati. Il fatto che Juvonen abbia giocato 4 delle ultime 5 gare non è una scelta contro Conz, che anzi ha cominciato bene la stagione. La squadra non cambia il suo atteggiamento a seconda di chi gioca in porta. Janne e Benji sono entrambi molto bravi con il bastone, per cui non c’è neppure questa variabile a influenzare i compagni».
La crisi di Genoni
Stasera alla Gottardo Arena arriva lo Zugo, i cui portieri non stanno vivendo un momento felice. Leonardo Genoni ha un inusuale 89,16%, la sua riserva Luca Hollenstein non va oltre un misero 85,59%. «Per me è impossibile giudicare, preferisco guardare in casa mia», ci dice Pauli Jaks. «Ho visto che Genoni presenta statistiche peggiori del solito, ma non ha perso le sue doti. Ha esperienza, è un vincente, sta attraversando un periodo complicato così come Hollenstein, ma sono convinto che ne verranno fuori. Spero non stasera».