Ambrì Piotta

«Abbiamo lavorato nove mesi per arrivare a questo momento»

I biancoblù, impegnati stasera in casa con il Berna e sabato a Friburgo, hanno la qualificazione ai play-in nelle loro mani - Il capitano Daniele Grassi: «Non ci consideriamo una preda per le nostre inseguitrici, perché anche noi siamo sempre a caccia»
© Keystone/Samuel Golay
Fernando Lavezzo
27.02.2025 06:00

Daniele Grassi ci ha provato, mercoledì, a seguire Friburgo-Bienne e Ginevra-Zugo. «Ma ero parecchio stanco e sono andato a letto prima che finissero. Ho scoperto i risultati soltanto al mio risveglio», ci confessa il capitano biancoblù. René Matte, invece, non si è perso un gol: «Ero interessato a entrambe le partite», afferma il vice di Luca Cereda. «Ma siccome sabato giocheremo proprio alla BCF Arena, ho osservato soprattutto il Gottéron. Fa parte del mio lavoro».

I successi di Bienne (all’overtime) e Ginevra tengono l’Ambrì Piotta sulle spine: «Risultati diversi ci avrebbero favorito, è vero, ma noi ci concentriamo su ciò che possiamo controllare», assicura l’assistente allenatore. Del resto, la sostanza è rimasta immutata: i leventinesi hanno sempre il destino nelle loro mani. Con 5 punti in due partite, stasera in casa contro il Berna e sabato a Friburgo, i biancoblù sarebbero nei play-in indipendentemente dai risultati delle loro inseguitrici. Con la possibilità di insidiare l’ottavo posto del Langnau. «Non voglio relativizzare l’importanza del momento – conclude René Matte –, ma dopo la partita con il Berna potrebbe ancora essere tutto aperto, sia in caso di vittoria, sia in caso di sconfitta. Ci sono tante variabili. Quindi, a costo di apparire ridondanti, dobbiamo focalizzarci unicamente sulla prossima gara».

Non sprecare energie

Piuttosto che perdersi tra calcoli e ipotetici scenari, Daniele Grassi ha preferito dormire sonni tranquilli: «Credo che i risultati degli altri contino poco. Basta dargli uno sguardo, senza pensarci troppo. Direi la stessa identica cosa anche se non avessimo il destino nelle mani. Ragionare sui se, sui ma e sui magari, ti fa sprecare un sacco di energie. È molto più importante concentrarci su ciò che dobbiamo fare noi».

Tre anni fa, l’Ambrì fu protagonista di una clamorosa rimonta sul Berna nelle ultime sei giornate di regular season, qualificandosi per quelli che allora erano i pre-playoff. Stavolta i leventinesi non vestono i panni dei cacciatori, ma quelli della preda. Il capitano leventinese, però, dà una lettura diversa: «In una stagione così equilibrata, anche noi ci siamo sempre sentiti a caccia. Fino a poche settimane fa lo eravamo a tutti gli effetti. Rispetto al 2022, poi, è una situazione diversa. All’epoca era un duello tra noi e gli Orsi. Stavolta, invece, sono coinvolte tante squadre, raccolte in pochi punti. Quindi no, non siamo una preda, ma una delle numerose contendenti chiamate a lottare con il coltello tra i denti per mettere il muso davanti ed entrare nei play-in».

Cacciatore, l’Ambrì Piotta lo è soprattutto nei confronti del Langnau, distante un punto: «Non accantoniamo l’idea di superare i Tigers e arrivare ottavi, con tutti i vantaggi che ne conseguono. È uno stimolo in più. Ora pensiamo a giocare al meglio le due gare che rimangono, poi vedremo dove saremo. A parte Losanna e Ajoie, già certi di essere rispettivamente primo e ultimo, tutte le altre squadre possono ancora migliorare o peggiorare la loro classifica. Di gare facili non ce ne saranno e va benissimo così: è il modo migliore per prepararsi a ciò che arriverà dopo», dice Grassi.

Mai tirarsi indietro

In casa leventinese si respira una buona energia: «Siamo nel periodo più bello dell’anno, quello in cui ci si gioca qualcosa di importante. Abbiamo lavorato 8 o 9 mesi per arrivare fin qui e adesso ce la vogliamo giocare fino all’ultimo. In pista la stanchezza non si sente». Infortunatosi a metà gennaio bloccando un tiro (frattura del malleolo), Daniele è tornato in tempo per godersi il gran finale: «La diagnosi prevedeva 6-8 settimane di stop. Il mio obiettivo era quello di esserci ed è andata bene, ma non era scontato farmi trovare subito pronto». Contro Ginevra e Bienne, il capitano biancoblù non ha contabilizzato «block shots», ma è ovviamente solo un caso. La paura di gettarsi su ogni disco, nonostante l’infortunio, non è infatti contemplata: «Il rischio di farsi male c’è sempre, ma è una cosa che tutti possiamo e dobbiamo fare. Funziona così anche nelle grandi squadre, sacrificarsi fa parte del gioco. Nessuno può permettersi di tirarsi indietro, soprattutto in questa fase della stagione, in cui ogni piccolo centimetro può fare la differenza. Fortunatamente, ad Ambrì abbiamo tutti questa mentalità. È quella che ci ha permesso di essere qui a giocarci i play-in».