HC Lugano

Adam Huska è già pronto: «Mi sento bene, non avrei problemi a giocare il derby»

Il nuovo portiere slovacco dei bianconeri ha svolto il suo primo allenamento alla Cornèr Arena: «Questo è un grande club, con una grande storia e tanta tradizione alle spalle»
© CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
10.10.2024 18:36

Sono stati giorni particolarmente intensi, per Adam Huska. La firma del contratto con il Lugano fino al termine della stagione, il viaggio per raggiungere il Ticino e le visite mediche di mercoledì. Questa mattina, poi, il nuovo portiere bianconero si è allenato per la prima volta con i suoi nuovi compagni. Con il numero 32: «È ormai il numero che mi accompagna ovunque da qualche stagione a questa parte», spiega lo slovacco.

Storia e tradizione

Appare ancora un po’ spaesato, ma è sorridente e – dalle sue parole – estremamente motivato. Ancora non sa se scenderà in pista nel derby in programma domani sera alla Gottardo Arena – sul ghiaccio a lavorare c’era anche Niklas Schlegel – ma lo slovacco si dice pronto: «Martedì – spiega Huska – ho ricevuto una telefonata da parte dell’HC Lugano e mercoledì ho deciso di accettare l’offerta dei bianconeri. Questo è un grande club, con una grande storia e tanta tradizione alle spalle. Un club che vuole tornare ad avere successo. Non ci ho insomma messo molto a fare la mia scelta».

In attesa della chiamata giusta, Huska ha trascorso l’estate ad allenarsi a Zvolen, con la squadra che l’ha dapprima formato e poi lanciato ai massimi livelli: «Durante l’estate ho atteso una buona opportunità dal Nordamerica, che però non è arrivata. Lugano e il campionato svizzero sono un palcoscenico importante e sono dunque felicissimo di essere qui».

Allenarsi è una cosa, giocare una partita di campionato è un’altra. Huska non sembra però intimorito dalla possibilità di scendere subito in pista. In un derby con l’Ambrì Piotta, tra l’altro. «Ho lavorato davvero duramente negli ultimi mesi. Certo, sono appena arrivato in una nuova squadra, devo conoscere i mei compagni e il campionato rossocrociato. Ma sono sincero: nella prima seduta di allenamento ho avvertito ottime sensazioni. Mi sento in forma e sono pronto, insomma. Se il coach dovesse decidere di gettarmi nella mischia non ci sarebbero problemi e darei il massimo per aiutare la squadra ad avere successo».

Nessun contatto

Huska non ha avuto bisogno di parlare con qualche ex compagno di squadra o con giocatori slovacchi che hanno frequentato il nostro campionato, per decidere di trasferirsi in Svizzera: «No, in effetti. A dire il vero prima di oggi non conoscevo personalmente nessuno dei miei nuovi compagni. Sapevo però delle presenza di Jiri Sekac e Radim Zohorna, i due giocatori provenienti dalla Cechia. A dire il vero non so molto del campionato elvetico, se non che è uno dei migliori in Europa. Sarà un piacere scoprirlo giocando».

Un nuovo trampolino?

A 27 anni, Lugano potrebbe rappresentare un trampolino di lancio ideale per un eventuale ritorno in Nordamerica. Huska è d’altra parte sposato con una statunitense: «Io ho sempre cercato di dare il meglio di me stesso, in qualsiasi squadra e posto in cui sono stato. Sarà così anche a Lugano. Alla fine della stagione tireremo le somme e vedremo ciò che accadrà. Per ora sono qui e penso solo ad aiutare la mia nuova squadra. Ora ho tutto il tempo per pensare al mio futuro».

Una bella esperienza

L’ultima esperienza di Huska fa rima con la KHL russa. L’estremo difensore ha vestito per due stagioni la maglia della Torpedo Nizhny di Novgorod : «È stato bello, mi sono divertito parecchio. Quella russa rimane un’ottima Lega, composta attualmente da molti giovani e promettenti giocatori. L’hockey è veloce e di buon livello: sì, è stata una bella esperienza. Ma nello sport non serve a nulla guardarsi alle spalle: nel mio presente c’è il Lugano e voglio fare bene qui».