Al termine di una notte kafkiana il Lugano punta su Janick Steinmann
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Inizia a pensare ai playout con l’Ajoie, il Lugano. E intanto pianifica il suo futuro. È Janick Steinmann il nuovo general manager - leggasi direttore sportivo - del club bianconero. Auguri e figli maschi al 38.enne di Baar: ne ha bisogno, in quella che sarà la missione di risollevare la società dal buco nero - anzi, bianconero - nella quale è sprofondata. «Il nuovo GM - si legge nel comunicato dell’HCL - sarà la persona responsabile della strategia sportiva con la chiara intenzione di mantenere un allineamento nel tempo degli obiettivi sportivi».
Che cosa significhi «la chiara intenzione di mantenere un allineamento nel tempo degli obiettivi sportivi», per intanto, lo sa solo il club. Una comunicazione in perfetto stile Lugano, insomma. Giocatore bianconero dal 2014 al 2016 e costretto a mettere fine alla carriera a causa di un infortunio, da sei anni Steinmann è il ds del Rapperswil. Sarà insomma felice la presidente Vicky Mantegazza, che qualche tempo fa vedeva nel club sangallese un esempio da seguire...
«Con il club sangallese il nuovo GM bianconero ha dimostrato competenza tecnica, personalità e capacità di ottimizzare le risorse finanziarie, raccogliendo buoni risultati, in particolare un terzo e un quarto posto in regular season, una qualificazione alle semifinali dei playoff e due qualificazioni alla Champions Hockey League. La sua energia e la sua forte determinazione unite ad una solida conoscenza del coaching e del management e ad una fitta rete di contatti a livello nazionale e internazionale si sono rivelate i punti di forza.
«Sono felice, onorato e molto motivato di poter lavorare con l’HC Lugano. Una sfida che mi affascina per compiere un passo importante nella mia crescita professionale. Per questo motivo il mio primo compito sarà quello di conoscere tutte le persone all’interno dell’organizzazione per farmi un’idea più completa», ha spiegato Steinmann. Al quale reiteriamo gli auguri... «Il nuovo direttore sportivo ha firmato un contratto a tempo indeterminato e inizierà «a breve» il suo lavoro a Lugano». Non prima della fine della stagione del Rapperswil - si può immaginare - con il quale aveva un contratto valido anche per il prossimo campionato.
Per chi faccio il tifo?
I tempi dell’annuncio possono insomma sorprendere, considerando che la formazione sangallese si appresta a disputare il primo turno dei play-in contro l’Ambrì Piotta. E proprio la qualificazione dei leventinesi ha portato ad una situazione quasi surreale, al limite del kafkiano, nell’ultima giornata della regular season. Ad un certo punto una parte della Cornèr Arena ha iniziato a sperare in un successo del Bienne che avrebbe di fatto escluso i biancoblù dai play-in. Il Lugano ha però onorato il suo impegno, con un successo che ha mandato i deludenti seeländer in vacanza. «Nel terzo tempo - ha sottolineato a fine incontro Luca Fazzini - ho pensato pure io a questo scenario. Ma l’Ambrì è nei play-in perché se lo è meritato con i risultati ottenuti in stagione».
Nulla di positivo
Ha dunque chiuso la sua stagione regolare con un sorriso intriso di amarezza, la formazione bianconera. Che dopo qualche giorno di riposo comincerà a pensare al playout con l’Ajoie. Sempre che la sfida abbia luogo: dipenderà dal cammino del Visp nei playoff di Swiss League. Una vittoria, quella con i seeländer, figlia comunque di un atteggiamento propositivo, di un orgoglio che sarebbe stato bello ammirare in occasioni più importanti. «Nel primo tempo - ha confidato il Fazz - sembravamo noi la squadra che doveva vincere ad ogni costo. In seguito il Bienne ha spinto e noi abbiamo commesso i nostri soliti errori. Nel terzo tempo loro si sono scoperti e abbiamo potuto trovare il terzo gol , ma abbiamo ancora rischiato parecchio, con il loro palo a porta vuota sul 3-2».
Non deve essere comunque stato evidente, per il Lugano, trovare le giuste motivazioni: «Non c’era molto da dire, prima di una partita così. Uwe Krupp ha tenuto un discorso molto intenso, però: ci ha detto che in queste occasioni si vede il vero carattere dei giocatori. Ma francamente non risco a trovare nulla di positivo». Adesso si comincia a pensare all’Ajoie: «Abbiamo tanti giorni di attesa davanti a noi. Ma ci siamo messi noi in questa situazione e non possiamo fare altro che rimanere sul pezzo».
Striscioni, fischi e musica
Intanto la temuta contestazione si è verificata solo in parte. Qualche striscione di protesta in Curva Nord, uno di sostegno in tribuna Ovest. Ma quando all’uscita dal ghiaccio la squadra è comunque stata subissata dai fischi, si è pensato bene di coprirli alzando oltremodo il volume della musica. In perfetto stile Lugano, vien da dire. Surreale, come in fondo lo è stata tutta la stagione bianconera. Una stagione che potrebbe non ancora essere finita. Aiuto, si salvi chi può.