Bürgler, il rinnovo e le mille partite: «Ma penso che il prossimo anno sarà l’ultimo»
Buon compleanno, Dario Bürgler. Oggi l’attaccante biancoblù compie 37 anni. Avendo debuttato giovanissimo, le sue stagioni in National League sono già 21. Le partite quasi 1.000. Quella in programma stasera a Malley sarà la numero 999. Venerdì, nella sfida casalinga con il Rapperswil, lo svittese raggiungerà la cifra tonda, entrando in un club esclusivo. Il suo esordio nel massimo campionato, non ancora 17.enne, avvenne nel 2004 con la maglia dello Zugo, nella vecchia Herti, contro il Losanna. Sean Simpson lo schierò con Oleg Petrov e Patrick Fischer. Lo Zugo era la sua squadra del cuore, quella in cui era cresciuto dopo le prime pattinate nel Seewen. Tra i suoi compagni di allora, c’era anche Paolo Duca. Colui con il quale, negli ultimi mesi, ha spesso discusso del suo futuro.
Rientrare nei piani
Negli scorsi giorni, parlandoci del rinnovo di Bürgler per un’ulteriore stagione, il direttore sportivo leventinese si era espresso così: «Dario ha cercato delle buone ragioni per ritirarsi, ma non le ha trovate. E noi siamo dello stesso avviso». «In un certo senso è andata proprio così», ci dice il numero 87. «Forse non le ho propriamente cercate, le ragioni per smettere, ma è vero che in testa avevo tanti pensieri. Ho riflettuto a lungo su diverse cose, non solo sull’hockey. Alla fine, ho deciso di continuare. E l’Ambrì Piotta mi ha dato la possibilità di farlo. Abbiamo trovato una buona intesa per tutti. Io sono contento e spero che lo sia anche il club. Per me, era fondamentale sapere di poter essere ancora utile alla squadra. Era dunque importante conoscere la strategia della società e il suo sincero punto di vista. Non volevo che l’Ambrì si sentisse in qualche modo in dovere di offrirmi un nuovo contratto soltanto perché sono un bravo ragazzo. Dopo aver capito di essere ancora nei piani della dirigenza e dello staff tecnico, è stato abbastanza facile decidere di giocare per un’altra stagione».
Le cose in chiaro
Un’altra stagione. E poi? «Non voglio essere troppo categorico, perché possono succedere ancora tante cose, ma nei miei pensieri la stagione 2025-26 sarà l’ultima. Credo che sia giusto metterlo in chiaro il prima possibile, anche nei confronti di chi dovrà poi pianificare la stagione successiva. Saperlo sin da subito, farà bene a me e farà bene all’Ambrì Piotta. Per un club, non è mai facile trattare con un giocatore che si sta avvicinando alla fine della sua carriera. Me ne sono accorto già quest’anno: più tempo ti prendi per riflettere sul futuro e più aumentano gli interrogativi. Scegliendo in anticipo, posso togliere la società da una posizione probabilmente un po’ scomoda e aiutarla a pianificare il domani».
La famiglia sugli spalti
In un anno e mezzo, per Dario Bürgler ci sarà ancora parecchio hockey giocato. Ancora tante emozioni. Questa sera, nel giorno del suo 37. compleanno, lo svittese vorrà certamente regalarsi una vittoria a Losanna. Poi potrà iniziare a pensare alla partita numero 1.000 di dopodomani. «È un bel traguardo, ma non è una cosa su cui ho mai riflettuto molto. Per me sarà una partita come le altre, con un paio di piccole differenze: verrò premiato prima dell’ingaggio d’inizio e sugli spalti ci saranno tanti familiari da me invitati. Probabilmente sarà più speciale per loro».
Quindici volte mille
Sono quindici i giocatori che possono vantare 1.000 partite in National League. In testa, con 1.289, c’è il 41.enne Andres Ambühl, sempre protagonista con il Davos. Seguono Beat Gerber (1.269), Beat Forster (1.171), Mathias Seger (1.167), Julien Sprunger (1.080, ancora in attività), Ryan Gardner (1.075), Ivo Rüthemann (1.072), Gil Montandon (1.069), Michaël Ngoy (1.038), Sébastien Reuille (1.035), Sven Lindemann (1.034), Marc Reichert (1.022), Fabian Sutter (1.021), Martin Steinegger (1.019), Reto von Arx (1.004). Non lontani dall’obiettivo, oltre a Bürgler, ci sono altri due giocatori attivi: Marc Wieser del Davos (979) e Robin Grossmann del Bienne (970).