Calvin Thürkauf suona la carica: «Tutti uniti rialzeremo la testa»
È passato poco più di un mese da quell’infausto 24 settembre. C’è il Berna, alla Cornèr Arena, e dopo un contrasto con Tristan Scherwey il capitano del Lugano Calvin Thürkauf è costretto a lasciare il ghiaccio. La diagnosi è impietosa: lesione al legamento collaterale di un ginocchio e una pausa forzata di circa tre mesi. Da quel giorno la squadra bianconera ha disputato undici partite, vincendone solo tre. Un caso? Certo che no. Manca come il pane a questo Lugano fragile e insicuro, Thürkauf. Trentacinque giorni dopo l’infortunio, il condottiero bianconero è tornato a parlare. Della sua convalescenza, della frustrazione di dover rimanere a soffrire in tribuna, delle difficoltà del suo Lugano.
Tutto secondo i piani
Mentre i compagni stanno per scendere sul ghiaccio per l’allenamento, Thürkauf è in partenza - guarda un po’ il caso... - proprio per Berna. È atteso per un controllo da un medico di fiducia: «Sto bene - afferma l’MVP della scorsa stagione regolare - è un momento difficile ma sto bene. Purtroppo gli infortuni fanno parte dell’hockey, il nostro è un lavoro pericoloso (ride, NdR). Ogni tanto queste cose succedono. Tutto sta però procedendo secondo i piani: lavoro in palestra, mi sottopongo a sedute di fisioterapia e sono seguito da vicino dallo staff medico. Prendo una settimana alla volta, senza mettermi troppa pressione addosso».
Sta vivendo con relativa serenità la sua pausa forzata, Thürkauf. Mai troppo in alto e mai troppo in basso, recita un vecchio adagio dell’hockey: «All’inizio il sentimento di frustrazione era enorme. Ma purtroppo ho già vissuto un infortunio serio in carriera, quando mi ero rotto una gamba. Non è insomma la prima volta che mi tocca stare fuori a lungo e a malincuore ho imparato a gestire questo tipo di situazioni. Lavoro quotidianamente in vista del mio recupero, senza guardare troppo in là. E senza pensare a ciò che è accaduto. Sono una persona a cui piace vivere il momento presente. A volte il corpo ti dice che devi fermarti, gli infortuni non capitano quasi mai per caso. È andata così, non posso farci nulla, se non appunto fare tutto nel migliore dei modi per tornare al cento percento».
Tra l’intervento chirurgico e la terapia conservativa, il capitano bianconero ha scelto la seconda opzione: «Abbiamo analizzato un paio di alternative, dal punto di vista medico, dopo aver consultato alcuni dottori qui in Ticino e altri nella Svizzera interna. Questo mi ha permesso di prendere una decisione in modo sereno. Alla fine ho optato per una terapia conservativa: sono ancora giovane e il mio corpo può recuperare anche senza un intervento chirurgico».
Nessuna data
Ancora non si sa quando potrà tornare in pista. Forse ancora un po’ prima di Natale, forse ad inizio del nuovo anno. Non ha sottolineato con il pennarello rosso una data in particolare, Thürkauf: «No, in effetti non ho ancora guardato il calendario (sorride, NdR). Non voglio correre nessun rischio: tornerò quando sarò davvero al massimo. Questi sono infortuni dai quali si deve recuperare al cento per cento per non incappare in pericolose ricadute. Ovviamente ogni giorno, quando arrivo alla Cornèr Arena, mi viene una gran voglia di scendere in pista con i miei compagni. Vorrei dare una mano, è durissima restare fuori e non poter fare nulla per il gruppo. Soprattutto in un periodo come questo».
Frustrazione e fiducia
Sì, sta soffrendo in tribuna, Calvin. Osserva impotente un Lugano entrato in una spirale negativa di risultati: quattro sconfitte di fila, sette nelle ultime nove partite. Numeri che mettono i brividi: «È un momento difficile, per la nostra squadra: come nella passata stagione, abbiamo subito un gran numero di infortuni. La squadra sta provando ad uscire da questa situazione, ma in questo periodo le cose non vanno per il verso giusto. Fatichiamo a trovare la via della rete e questo è piuttosto frustrante per chi va sul ghiaccio: inconsciamente porta a volte a tralasciare il lavoro difensivo. Ecco, dobbiamo ripartire dalla solidità difensiva e in seguito migliorerà anche la nostra produzione offensiva. Quando il disco non vuole entrare è fondamentale concedere il meno possibile agli avversari. Io credo nella nostra squadra. Lo ripeto, è un momento duro, ma ne usciremo. Ne sono convinto».
Sembra più facile a dirsi che a farsi, però: «È fondamentale non lasciarsi andare e mantenere la fiducia nei propri mezzi. Dobbiamo continuare a credere in ciò che facciamo e aggrapparci agli aspetti positivi che comunque ci sono. Dopo la brutta prestazione a Davos, la squadra ha giocato una buona partita contro il Losanna, anche se non è bastato per tornare alla vittoria. Purtroppo abbiamo preso alcune decisione sbagliate nel momento sbagliato e i vodesi ci hanno punito. Si tratta di lavorare per ritrovare i giusti equilibri tra la fase offensiva e quella difensiva».
D’accordo con Carr
Da buon capitano, Thürkauf prova ad aiutare i compagni come può. Spronandoli e incoraggiandoli: «Ho parlato con i ragazzi, nello spogliatoio, ma purtroppo al momento non posso fare molto di più. Ho provato a dare qualche input al gruppo, ma alla fine più delle parole conta ciò che si fa sul ghiaccio. Dipende da loro, adesso».
Daniel Carr ha provato a responsabilizzare i giovani: devono riuscire ad approfittare del maggior tempo di ghiaccio di cui godono in questo periodo: «Sono totalmente d’accordo con le parole di Daniel. Questa per i giovani è la grande opportunità di dimostrare ciò che sono capaci di fare. Quando ci sono degli infortuni, i più giovani devono essere in grado di mettere in difficoltà l’allenatore, devono dare il massimo per conquistarsi un posto anche in futuro. Devono farlo, ora, come ha detto bene Carr».
L’appello finale
La chiacchierata volge al termine, i medici bernesi lo attendono. Ma prima di partire Thürkauf lancia un appello al popolo bianconero: «Ai nostri tifosi chiedo di non mollare: abbiamo bisogno di loro, per uscire al più presto da questo momento. Se dovessimo perdere il loro sostegno, sarebbe ancora più dura rialzare la testa e ritrovare la giusta via. Nessuno è felice della situazione che è venuta a crearsi, ma sono sicuro che tutti insieme ci rimetteremo sulla strada giusta».