Canonica: «Se continuerò a lavorare bene, arriverà anche il gol»
Una discata in pieno volto non ha impedito a Lorenzo Canonica di godersi fino in fondo il successo sul Kloten in un terzetto completato da Joly e Carr. Ha scelto lui, il Giana, per sostituire Thürkauf: «Daniel mi ha parlato tanto, mi ha detto di rimanere tranquillo e credo che le cose siano andate piuttosto bene», spiega l’attaccante ticinese del Lugano.
Una discata in pieno volto, il dolore, l’occhio che si gonfia di colpo. Un tiro dell’ex compagno di squadra Bernd Wolf – ora al Kloten – ha rischiato di rovinare la serata di Lorenzo Canonica. Ha scelto lui, Luca Gianinazzi, per supportare Michael Joly e Daniel Carr nella prima uscita senza capitan Calvin Thürkauf. Per fortuna sua – e dei bianconeri – l’attaccante ticinese se l’è cavata con un occhio nero e un grosso spavento: «Ho ricevuto il puck sul volto e qualche minuto più tardi, dopo un paio di cambi, mi si è gonfiato improvvisamente l’occhio. Sono cose che capitano, per fortuna non c’è nulla di rotto. Adesso giocherò un paio di partite con una visiera di protezione. Tutto qui. Non è la prima botta che prendo in faccia: quando il gonfiore sarà passato, tornerò ad indossare il mio solito casco».
I consigli di Carr
Tutto è bene ciò che finisce bene, insomma. Lorenzo ha potuto godersi fino all’ultimo il successo sugli aviatori. E a fine incontro si è meritato i complimenti del suo allenatore: «Prima della partita Gianinazzi non mi ha detto chissà cosa: mi ha inserito nella linea di Joly e Carr senza darmi particolari spiegazioni. Michael e Daniel, dal canto loro, mi hanno dato una grossa mano fin dal primo allenamento insieme. Carr, soprattutto, mi ha parlato tantissimo e lo sta facendo tuttora. Meglio di così non poteva andare: io cerco di sfruttare le mie caratteristiche, portando sul ghiaccio energia e pattinaggio».
Lo stesso ruolo
Un conto è farlo in una linea con compiti prevalentemente difensivi, un altro è sostituire Calvin Thürkauf nel superblocco bianconero. Una responsabilità che il 21.enne ticinese si è assunto con entusiasmo e orgoglio: «All’inizio ero un po’ teso, non lo nascondo, ma penso che sia normale. Carr mi ha però detto subito di rimanere tranquillo, di giocare come so senza pensare troppo. Questo mi ha sicuramente aiutato e ritengo che il nostro terzetto abbia disputato un buon incontro. Personalmente non ho dovuto modificare il mio ruolo, in pista: alla fine tutta la squadra applica lo stesso sistema e quindi mi sono sentito a mio agio. Ovviamente due elementi del calibro di Daniel e Michael rendono tutto più semplice: le entrate in zona offensiva con loro sono divertenti (sorride, NdR)».
Un bel segnale
Lo ha detto subito dopo l’infortunio del capitano, Hnat Domenichelli: il Lugano per il momento darà fiducia ai suoi giovani e non tornerà sul mercato. Il primo ad approfittarne è stato proprio Canonica: «Conosco Gianinazzi da tanto, dai tempi degli Juniores e la sua filosofia è sempre stata la stessa in tutte le categorie: gioca chi merita, indipendentemente dall’età. È un bel segnale non solo per me, ma anche per tutti i giovani che fanno parte di questo gruppo. Per quel che mi riguarda, è di sicuro una grande attestato di stima nei miei confronti. Però è solo l’inizio: devo ancora crescere e dimostrare di poter ricoprire un ruolo così importante».
Più brillante
Il ritorno a casa, dopo tre anni trascorsi in Nordamerica, è stato più complicato del previsto. Un infortunio ad un polso lo ha costretto ad una lunghissima pausa forzata. Ora Canonica sente di aver ritrovato le migliori sensazioni: «Sì, mi rendo conto di essere decisamente più brillante rispetto alla passata stagione. In Nordamerica, sulle piste più piccole e con pochi spazi, il gioco è più basato sulle battaglie e meno sul pattinaggio. Ho dovuto riadattarmi allo stile europeo: sia durante la pausa forzata per il mio infortunio sia durante l’estate ho lavorato tanto proprio sul pattinaggio. Sul ghiaccio e in palestra con il nostro preparatore fisico, Lassi Laakso. Sono più brillante e sento di avere più energia».
Un punto di partenza
Anche il Lugano ha iniziato in maniera brillante il campionato. I bianconeri sono reduci da quattro vittorie consecutive e un ulteriore successo alla Ilfis di Langnau permetterebbe loro di consolidare il primo posto in classifica. Nessuno sembra però voler guardare troppo ai numeri, in questo momento della stagione. C’è la ferma volontà di proseguire sulla via tracciata in queste prime partite: «Ci pensa lo staff tecnico a farci rimanere con i piedi per terra: non possiamo e non vogliamo permetterci cali di tensione. Anche dopo il successo sul Kloten, gli allenatori hanno messo soprattutto l’accento su ciò che possiamo e dobbiamo migliorare, piuttosto che sulle cose buone fatte. Contro gli aviatori, per esempio, abbiamo ancora concesso qualche contropiede di troppo. Al momento siamo in testa alla classifica e da luganese è ovviamente qualcosa di speciale, ma non dobbiamo guardare troppo i numeri. Abbiamo disputato solo cinque incontri, tireremo le prime somme solo al termine della stagione regolare. Diciamo che questo è un buon punto di partenza, ma si tratta di mantenere la giusta costanza su tutto l’arco del campionato».
Sognando una rete
Vede comunque un Lugano più solido rispetto all’anno scorso, Canonica: «Nonostante qualche distrazione di troppo, a livello difensivo non concediamo tanto ai nostri avversari. Soprattutto quando siamo piazzati nella nostra zona. Siamo cresciuti anche nel forechecking offensivo, dove riusciamo a portare tanta energia e fisicità. I chili in più dei vari Dahlström, Sekac o Zohorna ci danno di sicuro una grossa mano, in questo».Da quando è tornato alla Cornèr Arena, Lorenzo Canonica non ha ancora assaporato la gioia del gol. Non ne fa comunque una malattia, il ticinese: «A tutti gli attaccanti fa piacere segnare. Anche io ci penso, anche se non è assolutamente un’ossessione. Alla fine credo che se continuerò a svolgere al meglio i miei compiti arriveranno anche le reti. Mi sto creando un numero maggiore di occasioni a partita rispetto allo scorso campionato: mi auguro che la gioia del gol sia solo una questione di tempo. Ma non ci perdo il sonno».