Dominic Zwerger: «Dobbiamo comunque ringraziare Juvonen»
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C’era una voltra la Schlüfweg, poi diventata Kolping Arena, quindi Swiss Arena. Adesso si chiama Stimo Arena. Dettagli. Quel che conta è che il ritorno su questa pista dopo 4 anni e mezzo sia stato dolcissimo per l’Ambrì. I biancoblù hanno fatto sembrare tutto facile: fiducia, qualità e cinismo in attacco, box-play performante, uno Juvonen solidissimo negli occasionali sfoghi zurighesi. La differenza tra le due squadre è così emersa prepotentemente. «Anche se il 6-0 è un risultato severo per il Kloten, visto che nel primo tempo Janne ci ha salvato in un paio di circostanze», ammette Cereda.
L’ultima volta che avevano giocato a Kloten, i biancoblù avevano ipotecato la loro salvezza. Era il 2 aprile 2018. Gara-4 della finale playout. La decise Dominic Zwerger all’overtime. «Quel gol me lo ricordo benissimo, fu liberatorio», afferma sorridente l’attaccante austriaco. Tre giorni più tardi, alla Valascia, i leventinesi archiviarono la pratica. Fu di fatto la prima missione compiuta dal «Cere», al suo primo anno sulla panchina dell’HCAP. Qualche settimana dopo, gli aviatori vennero retrocessi.
Un lungo percorso
C’è stato insomma qualcosa di simbolico nel match di questa sera. Da una parte la neopromossa che si sforza ma arranca sul fondo della classifica, dall’altra una squadra ormai sempre più matura, che sta raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato proprio in quel 2017-18 e proseguito tra alti e bassi. «Se oggi siamo una buona squadra, lo dobbiamo anche a quanto fatto e imparato nel recente passato», conferma Zwergy. «Io ho vissuto l’intero percorso, so quanto impegno ci mettono la dirigenza e lo staff tecnico. Se applichiamo il nostro sistema, siamo difficili da battere. Contro il Kloten non è stata una gara semplice come lascia credere il risultato. Juvonen ci ha dato una grossa mano, soprattutto all’inizio della partita. Ma abbiamo tanta fiducia e le nuove linee d’attacco, introdotte dopo le due sconfitte, ci hanno dato una nuova energia».
Un nuovo equilibrio
L’Ambrì Piotta è terzo in classifica, ha vinto sette partite su nove ed è ancora imbattuto in trasferta. Si è imposto in casa di due «grandi», Friburgo e Zugo, ma anche in casa di due «piccole», Ajoie e Kloten. A conferma di un nuovo equilibrio, di un carattere meno «lunatico». C’è ad esempio una costante, in tutti questi successi: la capacità di uscire senza danni dalle fasi di pressione avversaria. Una caratteristica che lo scorso anno era emersa solo a fine stagione e dalla quale i biancoblù sono ripartiti: «Sappiamo che in ogni partita ci sono dei momenti difficili e bisogna accettarli», spiega il coach. «Non puoi dominare ogni cambio, capita di dover soffrire un intero minuto in difesa, l’importante è non farsi prendere dal panico, resistere, chiudere i buchi e aspettare che passi la tempesta. In questo senso, ho notato che i ragazzi sono cresciuti nell’intelligenza di gioco. Nel primo tempo, però, abbiamo perso qualche disco di troppo, quindi si può sempre migliorare». Stasera c’è un altro esame di maturità contro il Langnau, fresco di vittoria sul Losanna.